TIBERIO FERRACANE: IL CANTAUTORE PRESENTA IL SUO ULTIMO ALBUM “MAGARIA” IL 9 OTTOBRE AL TEATRO ARCILIUTO A ROMA

TIBERIO FERRACANE: IL CANTAUTORE PRESENTA IL SUO ULTIMO ALBUM “MAGARIA” IL 9 OTTOBRE AL TEATRO ARCILIUTO A ROMA

TIBERIO FERRACANE

Domenica 9 Ottobre – ore 18.30

TEATRO ARCILIUTO

Piazza di Montevecchio 5, Roma

info e biglietti: https://www.arciliuto.it/programmazione/concerti/558-tiberio-ferracane.html

Magaria è l’ultimo album di Tiberio Ferracane, il cui sottotitolo recita “Un viaggio nel Mediterraneo. Ogni porto è casa mia”. Parole che fanno ben comprendere come il disco voglia essere la sintesi di questi ultimi 10 anni della vita artistica del cantautore o della sua  vita stessa.

«Sono figlio d’Africa, da genitori  Siciliani nati a Tunisi e io nato a Torino. La mia cultura si divide equamente fra una mamma che mi parlava in francese, un padre che rispondeva in siciliano e una lingua parlata in casa, mix di francese, italiano e siciliano.  Il piatto della domenica era il Cous Cous e per l’aperitivo (rigorosamente in piedi) non poteva mancare Il Pastis e il polpo bollito con l’Harissa. 

Ed è per questo che nelle mie canzoni mi è venuto naturale inserire frasi in francese e siciliano oltre che che in italiano. La mia casa è il Mediterraneo e poco importa se sono a Palermo, Genova o Marsiglia!» Tiberio Ferracane

Magaria è un “doppio” disco: metà di canzoni inedite e metà di brani di autori conosciuti, di autori che hanno accompagnato la vita di Tiberio, iniziando da bambino quando ascoltava le canzoni dal giradischi dei suoi genitori o dei loro amici di Tunisi. Ecco perché Magaria, che vuol dire fra le molte cose “incanto“, in siciliano, lo sente come l’album della vita.

Il disco è dedicato a Philippe Troisi, musicista francese, che Tiberio ricorda così:

«Philippe Troisi è stato il motore di questo progetto, avrebbe dovuto farmi le chitarre e curare gli arrangiamenti. Io e Philippe ci siamo conosciuti durante la pandemia grazie ad un mio cugino, Lorenzo Ferrigno, di origini siciliane, ma nato e vissuto a Marsiglia.

Philippe nasce a Marsiglia appunto, è un musicista di valore, con una storia importante alle spalle sia artistica (ha accompagnato Pavarotti, per dirne una) che di vita: madre di Barletta e papà di origine napoletana, viene però cresciuto dal secondo marito della mamma che è un gitano. Da qui il suo amore per la chitarra gitana, per il flamenco, senza però dimenticare le sue origini e quindi l’amore per le canzoni napoletane e il blues.

Avevamo un progetto insieme. Era quello di raccontare la storia della folta comunità italiana a Marsiglia attraverso le canzoni, gli artisti e la cultura che si era venuta a sviluppare in Francia. D’altronde lui era figlio di immigrati e io di profughi italiani, un connubio perfetto.

In più mi aveva spinto a ricominciare a scrivere e aveva dichiarato di voler contribuire al mio disco. Purtroppo però, a pochi giorni dall’inizio delle riprese in studio, Philippe è mancato.

Ma non ho avuto dubbi, con la tristezza nel cuore ho deciso di andare avanti. 

A novembre sono stato invitato a Marsiglia ad una serata dedicata alla sua memoria e ho cantato sulla base e le immagini della ripresa audio che facemmo a suo tempo.

C’era tanto amore quella sera ed io ho solo un tarlo, di non aver conosciuto di persona questo grande artista, ma comunque sono onorato di aver cantato sopra le sue note, sopra la sua amata chitarra.»