Nebbia, il nuovo disco “Altrove”, intervista: “sono canzoni scritte in momenti diversi, molti anni fa o pochi mesi fa”

Nebbia

Nebbia, è Matteo Bonavitacola, è nato nel mezzo della Pianura Padana, nel mezzo degli anni 80. Gli è quindi sembrato normale avere questo nome e ispirarsi ai capannoni illuminati al neon. Dopo aver passato una vita a suonare come Johnny Cash, continua a portare le camicie country ma ha scambiato le chitarre con i sintetizzatori. Di notte sogna Manchester e i Joy Division, di mattina quando si sveglia vorrebbe essere king della balera. I musicisti che lo accompagnano sono Giuseppe Comaianni alle tastiere e Federico Cella alla batteria. Abbiamo raggiunto Nebbia per un’intervista esclusiva.

In quale emozione ti rispecchi quando canti?

Per me la prima necessità è esprimere un spettro di cose, non ce n’è una precisa o unica. Sicuramente cantare è tirare fuori ciò che è in basso, farlo uscire e dargli forma

Qual è la genesi del tuo nome d’arte?

La Nebbia è una linea di orizzonte ravvicinato, che ti permette di essere più introspettivo. Per questo mi piace da quando sono piccolo

Come ha preso forma il disco “Altrove”?

Sono canzoni scritte in momenti diversi, molti anni fa o pochi mesi fa. L’idea è stata renderle più vive, sporche, ma anche più sognanti e acquatiche con un tappeto elettronico.

A chi dedichi il tuo nuovo album?

A chiunque trovi nell’altro la chiave per capirsi un po’ di più

Qual è il motto che sposi più assiduamente?

Balla lento.

Cosa porterà il 2023?

Nebbia, molta Nebbia.

SCOPRI ALTROVE SU SPOTIFY: 
https://open.spotify.com/album/5wiydNXvkcfARNwuCCzrYc?si=M1k1CqECQGy_A0IAKW5dzw