Monica P, dal Premio Pierangelo Bertoli al nuovo singolo “Senza Di Noi”, intervista: ‘l’EP si intitola, ironicamente, “Appunti per restare sana”. Sana di mente, naturalmente!’

Monica P.

Monica P, cantautrice vincitrice del celebre Premio Pierangelo Bertoli, nata a Torino, con la sua voce strepitosa emoziona profondamente dosando sonorità internazionali al cantautorato più autentico.

Ha aperto i concerti di artisti del calibro di Hugo Race, Nada, Paola Turci, Tricarico e tanti altri nomi del firmamento musicale.

È stata selezionata dal “Club Tenco“, si è esibita alla prima serata de “Il Tenco Ascolta 2021“, calcando lo stesso palcoscenico di Cristiano Godano dei Marlene Kuntz.

Il magazine Emozionienozioni ha ospitato la giovane cantautrice per un’intervista esclusiva in cui ha parlato del suo nuovo singolo “Senza Di Noi”, Monica P si è raccontata senza filtri tra ricordi e novità.

Quando hai scoperto il tuo amore per la musica? Quali generi hanno determinato il tuo background artistico?

Fin da piccola mi sono sentita attratta dalla musica, dal ritmo, dagli strumenti musicali. Mi sono avvicinata a moltissimi generi diversi, tutti in qualche modo risvegliavano una parte di me. Dalla musica classica, ai cantautori italiani, alle grandi pop star, al blues, al rock di vario tipo, all’alternative rock di fine anni ’70 e dei primi anni ’80. Le sonorità e gli arrangiamenti dark, in particolare, da un certo punto in avanti mi hanno particolarmente rapita, così come in letteratura trovavo affascinanti i “poeti maledetti” e il loro modo di esprimersi. Sono sempre rimasta molto affascinata dalle grandi figure femminili indipendenti e di grande carisma, come Tracy Chapman ed Ani Di Franco, che con la loro chitarra potevano tenermi incollata ad ascoltare per ore.


Ti è stato conferito il Premio Nuovo IMAIE al Premio Bertoli 2018, come hai vissuto un riconoscimento così rilevante?

È stata una bella sorpresa vedere quanto io sia stata apprezzata al Premio Bertoli, che cito sempre con gran piacere per la serietà e la passione con cui viene organizzato. Fino ad allora mi ero tenuta sempre abbastanza distante da premi e contest italiani, forse perché mi definisco una cantautrice rock e solitamente i contest per cantautori in Italia prediligono una forma canzone più “classica”. Vincere il Premio IMAIE per me è stato il top in quell’occasione, perché mi ha dato la possibilità di fare quello che più mi interessava: andare a suonare live in giro per l’Italia con la mia band.



Hai lavorato a contatto stretto con i Sacri Cuori, JD Foster (Cassandra Wilson, Pan del Diavolo), Giovanni Ferrario (PJ Harvey, Morgan), Vicki Brown (Calexico, Hugo Race & Fatalist) e con l’australiano Hugo Race (Fatalists, The True Spirit, Nick Cave and the Bad Seeds), com’è stato collaborare con artisti del loro calibro?

Le collaborazioni con altri artisti sono sempre interessanti, a quel livello sono decisamente arricchenti e danno soddisfazione quanto il percorso di crescita che ti porta a raggiungerle, fanno volgere ancora di più la mia attenzione verso la ricerca di contenuti molto lontana dagli “accomodamenti di forma” che invece il mondo musicale mainstream oggi ci propone continuamente, spesso trascurando qualità e personalità artistica.


Quali sono i nomi con cui vorresti realizzare un feat prossimamente?

Domanda difficile. Sono molti gli artisti che apprezzo, anche all’estero. Sicuramente un artista profondo e sperimentale, che sia lontano dalle canzonette che siamo abituati a sentire in molte radio oggi!

Hai aperto i concerti a Hugo Race, Nada, Tricarico, Paola Turci. Qual è il più grande consiglio che hai ricevuto durante i vostri tour?

Nessuno mai mi ha dato consigli, forse perché quando si suona sullo stesso palco ci si comporta da pari. Quello che ho visto e sentito senza parole, però, è la difficoltà del percorso musicale e allo stesso tempo la passione enorme che ci vuole per portarlo avanti….



Il tuo nuovo EP uscirà il 25 marzo, i brani avranno un filo conduttore?

L’EP si intitola, ironicamente, “Appunti per restare sana”. Sana di mente, naturalmente! È un insieme di brani dalla scrittura molto diretta, dagli arrangiamenti minimali e molto curati, dal mood intimo e introspettivo, un dialogo con me stessa e con il mondo, che racconta di cose semplici ma profonde e grandi verità, a volte attraverso un velo di ironia. Brani scritti durante il lockdown, dove sono stata dentro di me, e a volte avrei voluto accorciare le distanze.



“Parlami d’amore” è il titolo del tuo secondo singolo estratto dal tuo nuovo EP in prossima uscita. Qual è la genesi del brano? Quanto l’amore è il motore del mondo?

L’amore è il mio motore. Credo sia anche il motore del mondo, ma viene continuamente calpestato.Parlami d’amore racconta proprio questo. La disillusione di quei sogni “fatti a pezzi”, ma il desiderio profondo di continuare a crederci. La necessità di vivere il tempo presente e apprezzare le piccole cose per stare bene, senza rimproverarsi né giudicarsi per i propri sbagli. Le genesi? È il mio cuore che parla a se stesso.



Sei stata selezionata dal Club Tenco, come hai vissuto un riconoscimento così emblematico?

Con grande orgoglio.


Quando ti sei esibita alla prima serata de Il Tenco Ascolta 2021 in quale emozione ti rispecchiavi maggiormente?

Era il primo live dopo tanto lockdown ed io in quel periodo mi sentivo un’aliena chiusa in gabbia, come tanti miei colleghi, credo.  Pura felicità nel riapparire in pubblico in un’occasione così prestigiosa, insieme all’emozione di poter arrivare di nuovo dal vivo al cuore della gente. Bellissimo. Ho voluto farlo nella maniera più semplice possibile: chitarra a voce.



Hai calcato il medesimo palcoscenico di Cristiano Godano, cantautore e musicista italiano, talentuoso frontman del gruppo rock Marlene. Cosa ti ha insegnato un artista del suo calibro?

Cristiano è una persona molto interessante, che non si pone mai come il saccente di turno, questa è la prima cosa che ho apprezzato di lui anche la prima volta che l’ho conosciuto, parecchi anni fa. Era venuto con i Marlene al Ratatoj di Saluzzo, a vedere un concerto di Hugo Race, dove io quella volta suonavo in apertura. Scambiammo due parole su quanto già all’epoca si vendessero ormai pochissimi dischi (e detto da lui, credimi, suonava già come una vera disgrazia!) L’insegnamento in quei casi lo trai da te: non sei mai arrivato. Passione, determinazione, a volte sconforto, poi ti adatti, ti reinventi. Questo è il mondo musicale, se vuoi esserci.

Il tuo singolo “Senza di noi”, brano profondo e intimista, il primo estratto dal tuo nuovo lavoro, rappresenta un’oasi d’amore, qual è il tuo rifugio personale dai rumori quotidiani?

Il mondo per me è sempre più assordante e confusionario e la gente in media sempre più superficiale e bombardata da mille input inutili. Lo spazio di cui ho bisogno io è piccolo e confortevole, sicuramente lontano da tutto, anche dal mio telefonino, per potermi staccare dalla terribile sensazione di routine vorticosa che mi travolge ogni giorno e che mi fa apparire le giornate tutte uguali. Mi manca molto viaggiare, quando non posso farlo fisicamente lo faccio con la mente. Basta una stanza, o la mia auto. Posso andare ovunque.

Come ti relazioni ai social network?

Quella grande rottura di palle? Ah, scusa, bene direi! Alla fine sono pure divertenti. È che ci si perde un sacco di tempo, che preferirei investire per comporre canzoni. Il lato positivo è che puoi avere un rapporto diretto con chi ti segue.


Qual è il motto che sposi più frequentemente?

“Chi nasce tondo non può morire quadrato”. Lo sentivo spesso dire a mio padre, è una grande verità, comprenderlo può aiutare!  Se vogliamo stare sul motivazionale, invece, la mia frase preferita è “che tu creda di farcela o di non farcela avrai comunque ragione” (Henry Ford).



Quali sono i tuoi prossimi impegni?

Uscirà a breve un mio nuovo videoclip, il 25 marzo l’EP e tra poco – attenzione attenzione – ricomincerò a suonare dal vivo. Prima data al Jazz Club di Torino l’8 maggio, poi l’11 maggio al Garage Moulinsky di Milano. Non vedo l’ora. Mi vedrete con una nuova formazione.

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