JeBel, il nuovo singolo Goodbye, intervista: “il 15 luglio ci vediamo al Porto Antico di Genova per il Live In Genova, in apertura a Tananai”

JeBel

Con GOODBYE, l’artista siciliano, JeBel, che ha superato i 45.000 streaming con l’ultimo singolo, “Vienna”, ha inaugurato un nuovo percorso musicale dalle atmosfere contemporanee e dal sound metropolitano.

Originario di Catania, oggi diviso tra Roma e Milano, JeBel ci ha regalato un brano fortemente autobiografico. GOODBYE parla della dicotomia che si prova dentro quando ci si sposta di città in città per trovare quel luogo che saremo in grado di chiamare “casa”: da un lato la nostalgia, il senso di colpa, la paura, dall’altro la necessità di non mettere un punto alla propria ricerca e trovare, nelle mani che ci accolgono, una risposta alla nostra inquietudine.  JeBel adagia su intrigante riff di tastiere un conscious hip hop fatto di immagini nitide, riflessioni metriche e stati d’animo che sfociano in un contemporary R&B pieno di gusto. Abbiamo raggiunto JeBel per un’intensa intervista ricca di novità.

Qual è il tuo primo ricordo vertente il mondo musicale?

Quando penso alla musica, la prima immagine che si crea nella mia mente è quella di mio padre, seduto sul divano del salotto, con in mano una Marina acustica nera come la pece, ed io accanto a lui. Papà era un cantautore; è da lui che ho ereditato questa passione. Quando ero piccolo ha lavorato fuori città per un po’ di tempo, e spesso mi capitava di vederlo solo nel fine settimana; così, quando tornava a casa, ci chiudevamo in salone, lui mi cantava i pezzi che aveva scritto ed io immaginavo di scriverne dei miei.

Quali sonorità ritroviamo nella tua musica?

Ho ancora difficoltà a riconoscermi in un genere specifico, e forse la cosa neanche mi dispiace. Musicalmente ho vissuto periodi e contesti differenti, ognuno dei quali ha influenzato il mio stile. Credo che la componente cantautorale, ispirata da mio padre, faccia un po’ da base: poi sono arrivate le influenze pop (soprattutto internazionale) e le contaminazioni hip hop, che ho metabolizzato grazie ad un periodo segnante della mia vita in cui sono entrato in stretto contatto con tutta la street culture.

Come nasce “Goodbye”?

Goodbye è un brano dalla matrice malinconica, mascherata dal sound, dal groove e dal flow. In questo pezzo ho riversato gran parte di quelle sensazioni che mi accompagnano fin dalla prima adolescenza: il rapporto controverso con la terra in cui sono nato, la frustrazione di non percepire nessun luogo come “casa”, la voglia di scappare, la paura di non essere abbastanza, né per me né per le persone che mi amavano e a cui tenevo. Tutto questo contrastato solo dalla speranza di un futuro migliore, nel quale avrei finalmente trovato “la casa che mi spetta”, e forse avrei finalmente avuto la forza di ritornare da dov’ero partito e dire “ce l’ho fatta”.

A chi si rivolge prettamente il tuo nuovo singolo?

Credo che, nell’intenzione del me che lo scriveva, ci fosse la voglia di dedicare questo pezzo come si fa con una lettera d’addio alle persone che ami, prima di partire per un lungo viaggio. Il concetto del “distacco” ha sempre esercitato un forte fascino su di me, e non è raro che usi questo tipo di immaginario per contestualizzare i miei testi. Immagino Goodbye come un testamento per chi parte alla ricerca della propria realizzazione, ed è costretto a salutare e lasciarsi dietro tante cose, anche quelle a cui tiene.

“Goodbye” avrà un videoclip ufficiale?

Il videoclip è uscito il 14 giugno, è stato realizzato dallo studio Sanmartinouno di Bologna, e lo trovate su YouTube. Lo vedo un po’ come il palco su cui viene messo in scena lo storytelling del brano. Nel testo si fa riferimento a quelle cose che ci si lascia alle spalle per arrivare ad un obiettivo, ma quello che lasciamo andare su questo lungo sentiero chiamato “ambizione” ne segna le tracce. Così, il desktop su cui scorrono file di vecchie fotografie e vide è la trasposizione moderna dell’album fotografico, sempre pronto a ricordare a chi lo sfogliasse da dove era partito e quali sentieri aveva percorso prima di arrivare ad aprire quel librone. Questo videoclip non è altro che una dedica, al me stesso di una volta e a tutte quelle persone che lo hanno fatto diventare il me stesso di oggi; un album di ricordi da sfogliare nei momenti di nostalgia, tra le mura di quella casa che disperatamente continuo a cercare.

Qual è il motto che sposi più assiduamente?

Non amo i motti; sono un tipo complesso. Preferisco i lunghi racconti e le argomentazioni articolate. Però posso dire che spesso mi sono ritrovato davanti allo specchio a dirmi “alzati.”

Progetti futuri?

Di sicuro c’è una costante voglia di suonare. Cercheremo di fare quante più date possibili; abbiamo tutti voglia di stare sul palco, me compreso. A breve sono previste altre releases che credo chiuderanno il primo capitolo di questo percorso; dopodiché se ne aprirà un altro, e le cose da raccontare non mancano. Per il momento, per chi si trovasse in zona, il 15 luglio ci vediamo al Porto Antico di Genova per il Live In Genova, in apertura a Tananai.