Intervista a Nicola Ulivieri: il sublime mondo della Lirica

Nicola Ulivieri

Intervista a Nicola Ulivieri: il sublime mondo della lirica.

Nicola Ulivieri è un artista poliedrico, è un basso-baritono, possiede una vocalità estremamente peculiare ed eccezionale.

Dagli albori della sua carriera Nicola Ulivieri si esibisce con i suoi personaggi sui palcoscenici dei teatri più prestigiosi nazionali ed internazionali.

La potenza portentosa della sua voce raffinata, sublime ed elegante, è davvero impressionante e riesce a trasportare in una nuova dimensione.

È un artista esplosivo dotato di una grandissima tecnica e di una capacità interpretativa formidabile, è estremamente espressivo, Nicola Ulivieri attraverso il suo carisma e la sua travolgente carica emotiva regala spettacoli suggestivi.

Per le sue interpretazioni mozartiane gli è stato conferito il Premio Abbiati.

Nicola Ulivieri ha cantato nei principali teatri italiani e del mondo, quali Teatro alla Scala, Teatro Comunale di Firenze, Teatro Massimo di Palermo, Gran Teatro La Fenice di Venezia, Teatro Comunale di Bologna, Teatro Carlo Felice di Genova, Teatro Lirico di Cagliari, Teatro San Carlo di Napoli, Teatro Regio di Torino, Teatro Verdi di Trieste, Teatro Comunale di Ferrara, Teatro Valli di Reggio Emilia, Teatro Filarmonico di Verona, Teatro Olimpico di Vicenza, Teatro Petruzzelli di Bari, Accademia di Santa Cecilia e Teatro dell’Opera di Roma, Metropolitan Opera House di New York, Gran Teatre del Liceu di Barcellona, Palau de les Arts Reina Sofía di Valencia, Welsh National Opera, Philharmonie di Monaco di Baviera, Konzerthaus di Vienna, Theater an der Wien, Opera di Graz, Opera di Amburgo, Teatro Real di Madrid, Teatro São Carlos di Lisbona, Teatro Colón di Buenos Aires, Opera di Pechino, Los Angeles Opera e Royal Opera House di Mascate.

Inoltre Nicola Ulivieri si esibisce in importanti festival in tutto il mondo, tra cui Salzburger Festspiele, Edinburgh International Festival, Festival di Aix-en-Provence, Settimane Musicali di Stresa, Rossini Opera Festival, Macerata Opera Festival, Festival de Radio France et Montpellier e i festival di Strasburgo, Lugano, Dresda, Wexford e delle Isole Canarie.

È stato diretto da illustri direttori quali Zubin Mehta, Claudio Abbado, Jesus Lopez Cobos, Nikolaus Harnoncourt, Daniele Gatti, Daniel Harding, Donato Renzetti, Gianandrea Noseda, Ottavio Dantone, Jordi Savall, Fabio Luisi, James Conlon e Kent Nagano. Inoltre ha al suo attivo registrazioni discografiche per Deutsche Grammophon (con Anna Netrebko), Gramophone, Naïve, Dynamic e Helicon Classics.

Il timbro particolare della sua voce è qualcosa di straordinario, Nicola Ulivieri genera uno tsunami di emozioni, la sua voce è una delle più belle voci del mondo.

Ho avuto il privilegio di intervistarlo e posso affermare saldamente quanto sia oltre che artisticamente anche umanamente speciale.

Nicola Ulivieri

Ciao, Nicola! Teatro, prove, orchestre e colleghi, come pensi che la pandemia abbia influenzato il mondo della lirica?

Ciao Laura. Questa pandemia ha letteralmente messo in ginocchio moltissimi artisti, non solo nel mondo della lirica. In Italia si sta cercando di produrre qualche opera in forma di concerto per lo streaming, alcuni teatri allestiscono opere anche in forma scenica ma sempre per la fruizione web o televisiva, in altri paesi, penso alla Spagna per esempio, si sta cercando di adottare altre soluzioni con il pubblico ridotto in sala. Quella che è la speranza di tutti però è un ritorno alla normalità con qualche consapevolezza in più rispetto alla tutela per gli artisti dello spettacolo dal vivo.

Sei una voce illustre del panorama musicale mondiale, una voce lirica e innovativa. La tua splendida voce è estremamente poliedrica, è un dono.

Indubbiamente la voce e il talento sono un dono che però va coltivato e preservato con lo studio e la ricerca, bisogna saper crescere assieme a questi doni e onorarli.

Nicola Ulivieri

Mozart è stato spesso il tuo datore di lavoro per molti anni, qual è il nome del tuo musicista preferito?

Credo sia naturale avvicinarsi al repertorio più congeniale alla propria vocalità e “preferire” quello che è più nelle proprie corde quindi dopo Mozart è naturale per me proseguire con il repertorio belcantistico attraverso Bellini, Donizetti e Verdi

Il poeta Khalil Gibran ha sintetizzato il potere della voce, illustrando il segreto del canto che risiede tra le vibrazioni della voce di chi canta e il battito del cuore di chi ascolta. Sei amatissimo in tutto il mondo, qual è il tuo rapporto con il pubblico?

Gli appassionati di Lirica sono tra le persone più stravaganti del pianeta, più ancora di noi interpreti, cerco di dare il giusto valore alle lusinghe come alle critiche. Alcune persone che mi seguono sono anche miei amici nella vita ma la cosa importante è capire che quella magia che si instaura fra interprete e ascoltatore, necessariamente svanisce fuori dal teatro dove siamo tutti persone con le proprie gioie e i propri dolori.

Quanto conta la tecnica nel canto? Quale valenza hanno le emozioni?

La soddisfazione più grande è poter esprimere con la tecnica l’emozione che si vuole dare attraverso l’interpretazione. Senza tecnica non si è veramente liberi di interpretare, ci si accontenta e non ci si può esprimere fino in fondo.

Nicola Ulivieri

Sappiamo che l’opera nasce in Italia e c’è una tradizione operistica notevole non indifferente. quanto pensi sia importante la lirica in questo momento in italia? E all’estero?

La lirica è spesso più apprezzata all’estero, in Italia la diamo per scontata come diamo per scontati certi monumenti verso i quali non giriamo neppure più lo sguardo, dovremmo imparare a “sfruttare” questa nostra arte ancora di più, dovremmo esserne più orgogliosi.

In quale paese del mondo pensi che le produzioni operistiche abbiano maggiore spazio?

Nei paesi con maggior cultura indubbiamente la lirica viene seguita da più persone, penso al nord Europa e alcuni stati U.S.A., Credo che la Germania abbia più teatri attivi, in proporzione alla popolazione, rispetto al resto del mondo ma posso sbagliarmi.

A quale età hai iniziato ad avvicinarti al canto? Come ti sei accorto della tua voce meravigliosa fantastica lirica? O è stato qualcuno ad aver scoperto la tua voce?

Mio padre Giorgio Ulivieri, era violinista nell’orchestra Haydn di Bolzano, ho vissuto fin da piccolo l’ambiente musicale, dopo un naturale allontanamento adolescenziale mi sono riavvicinato,(avevo 18 anni) iscrivendomi al conservatorio di Bolzano dove ho studiato con il Maestro Vito Maria Brunetti, che ancora oggi mi aiuta a mantenere la giusta direzione tecnica.

Nicola Ulivieri

Ricordi cosa recitavi al tuo debutto?

Ho debuttato in Teatro da solista con “i quattro rusteghi” di Wolf Ferrari all’ Aslico di Milano nel 1993

Chi è stata la figura fondamentale nel corso della tua carriera artistica?

Ci sono tre figure fondamentali nella mia carriera; mio padre che mi ha sempre spronato e sostenuto, il M. Vito Maria Brunetti e Ernesto Palacio che mi ha insegnato l’eleganza nel porgere il suono, la dignità dell’interpretazine e che è stato il mio agente per molti anni.

Qual è stata l’opera particolarmente significativa per la tua evoluzione personale?

Sicuramente le opere di Mozart, Don Giovanni che è stato il ruolo che ho cantato di più in assoluto ma anche Papageno nel flauto magico che ho avuto la fortuna di perfezionare con l’immenso Claudio Abbado. Se parliamo giustamente di evoluzione non posso che non parlare del Requiem di Verdi, la massima espressione di vocalità immersa nella musica.

Quali sono le opere che ami profondamente e vorresti recitare?

Non vedo l’ora di interpretare Filippo nel Don Carlo, lo considero un vero traguardo per una voce come la mia.

Nicola Ulivieri

Quando porti sul palco un’opera quanto porti di te stesso?

Bisogna sempre portare se stessi, se stessi in quella situazione sociale, storica, culturale. Metà Nicola e metà personaggio, solo così ci si può avvicinare alla verità interpretativa.

Cosa provi quando sei sul palco?

Gioia e libertà se sono preparato tecnicamente e sono in salute, paura se non mi sento sicuro. Per salire con presenza piena e libertà bisogna stare bene e aver superato ogni ostacolo vocale in fase di studio, dopo tutto questo l’emotivita è sempre in agguato ma la si supera cercando di vivere il momento, ogni sguardo, ogni sillaba dentro il personaggio.

Mozart e Rossini… In quali ruoli ti senti più a tuo agio?

Ultimamente canto volentieri Bellini, Donizetti e Verdi ma indubbiamente Don Giovanni o Mustafá nell’Italiana in Algeri sono ruoli che ritrovo sempre con grande gioia.

Nicola Ulivieri

Le esperienze passate sul palco cosa ti hanno insegnato maggiormente?

Ho scoperto che è più importante cercare di rendere onore all’autore piuttosto che ambire solo ad un riconoscimento personale.

Quale è lo spettacolo che vorresti recitare prossimamente?

In questo momento vorrei cantare con il pubblico in sala, qualsiasi cosa ma potrei dirti Filippo nel Don Carlo di Verdi, l’ho già detto?

Qual è stato il luogo più bello dove hai recitato?

Mi ha profondamente emozionato cantare al Colon di Buenos Aires per la maestosità della platea e l’acustica meravigliosa,  o Il Massimo di Palermo che è un’edificio veramente spettacolare

Ogni strumento musicale va accordato, anche la voce? La tua voce la devi allenare? C’è un segreto?

La cosa più importante è esercitarsi nella “posizione vocale” giusta. Cantare e forzare con un’emissione sbagliata è più dannoso che stare in silenzio. Quindi bisogna esercitarsi sempre controllati e riprendere lo studio seguiti dal proprio maestro.

Ogni nuovo repertorio rappresenta una nuova sfida, una nuova ricerca di sonorità e di espressività. Quanto pensi conti evolversi? Quanto le esperienze di vita influiscono come spunto interpretativo da mettere in un personaggio?

La maturità è fondamentale, imparare a modificare dettagli nell’interpretazione di ruoli che continui a frequentare da diversi anni, è alla base dello sviluppo di un artista. Si cerca di migliorare sempre e la vita fuori dal palcoscenico è sicuramente di aiuto per sviluppare la maturità artistica.

CONDUCTOR Roberto Abbado DIRECTOR Terry Gilliam CO-DIRECTOR AND CHOREOGRAPHY Leah Hausman CHORUS MASTER Roberto Gabbiani SET DESIGN Terry Gilliam Aaron Marsden ORIGINALLY CONCEIVED BY Rae Smith COSTUME DESIGN Katrina Lindsay LIGHTS Paule Constable VIDEO Finn Ross MAIN CHARACTERS ASCANIO Varduhi Abrahamyan BENVENUTO CELLINI John Osborn FIERAMOSCA Alessandro Luongo GIACOMO BALDUCCI Nicola Ulivieri PAPA CLEMENTE VII/ CARDINAL SALVIATI Marco Spotti POMPEO Andrea Giovannini TERESA Mariangela Sicilia FRANCESCO Matteo Falcier LE CABARETIER Vladimir Reutov BERNARDINO Graziano Dallavalle Orchestra and Chorus of the Teatro dell’Opera di Roma A new production in coproduction with English National Opera and De Nationale Opera & Ballet Amsterdam

Qual è l’emozione che provi maggiormente quando canti? 

Bisogna concentrarsi molto sulle parole, sulla tecnica, i movimenti e l’interpretazione del personaggio in modo da vivere ogni istante ed essere presenti. Le emozioni meglio lasciarle al momento degli applausi. Si vive quel momento come un bambino che è impegnato nel gioco, non c’è spazio per altro, solo grandissima presenza in quello che si sta facendo.

Hai una citazione o un verso che preferisci per la sua intensità?

“Già la mensa è preparata, voi suonate amici cari, già che spendo i miei danari io mi voglio divertir” (Don Giovanni)

Nicola Ulivieri

Che note daresti in termine artistico alla stagione invernale?

L’inverno è una stagione di riflessione, un Rossini serio  “Tancredi” forse…

Tra perseveranza e passione, quale consiglio daresti a tutti coloro che si approcciano al mondo della musica lirica?

Essere il più  possibile artisti e il meno possibile melomani. Non imitare ma cercare una verità nella propria vocalità e pensare che quello che dici e le note che canti sono esattamente quello che vuoi esprimere e non quello che devi cantare.

Quanto conta restare in contatto con se stessi e mantenere la propria identità?

Come ho già detto non ci si deve allontanare da se stessi, impercettibilmente si vede quando non sei ma fai. Sempre te stesso più il personaggio!

In questo momento storico critico, come stai vivendo l’avvento del coronavirus?

È una tragedia per il teatro mondiale, spero solo che sia anche motivo di riflessione e che dia spunto ad una rinascita più consapevole, mai dare per scontato nulla.

Qual è la prima cosa di cui ti occuperai alla fine della pandemia?

Spero di riprendere a lavorare come prima, ho voglia di viaggiare, abbracciare gli amici e cantare per il pubblico in sala.

Nicola Ulivieri

www.nicolaulivieri.it