Antonio McFly Morelli, il nuovo progetto “Special Guest”, intervista:”mi piacerebbe collaborare con Caparezza e i suoi musicisti cercando di cogliere il meglio di quello che è il loro processo creativo, a mio avviso geniale”

Antonio McFly Morelli

Antonio McFly Morelli, artista avanguardista e profondo, spazia tra sonorità chill, funky e breakbeat.

Nel 2008  fonda la band indie pop rock Baryonyx (2008-2021).

Intanto nel 2013 intraprende il percorso Accademico di chitarra elettrica moderna presso l’Accademia Musicale Lizard.

Durante questi anni ha sviluppato varie collaborazioni, come ad esempio con Francesco Landucci il quale nel tempo è subentrato nella direzione artistica dei suoi progetti musicali.

Di pari passo con gli studi accademici di chitarra elettrica, l’autore si cimenta nelle sperimentazioni di musica elettronica. Nel 2018 decide così di preparare un nuovo progetto solista di musica strumentale basata sul jazz, il funky e l’elettronica. Viene pubblicato così l’album “Sound My Way” nel novembre 2020.

Nel 2021 viene pubblicato il singolo “Updown” (2021) che rappresenta un “ponte” tra il vecchio ed il nuovo, dove il compositore aggiunge un ritornello cantato da lui stesso, gettando così le basi per nuove composizioni.

Nel 2022 viene pubblicato così un nuovo singolo chiamato “Special Guest” che riprende le sonorità funky e breakbeat, ma con un testo interamente cantato.

Il magazine Emozionienozioni ha raggiunto Antonio McFly Morelli per un’intervista esclusiva.

In quale emozione ti rispecchi quando canti?

Per me cantare è sostanzialmente una novità per cui l’emozione più forte è sicuramente quella della felicità unita alla voglia di far bene. Al contempo però ci tengo a tenere i piedi per terra e quindi cerco di evitare di commettere errori o leggerezze mantenendo vivi sentimenti di prudenza e di umiltà.

Cosa rasenta la musica nella tua quotidianità?

La musica è un pensiero quotidiano che mi accompagna sempre durante l’arco della giornata. Direi quindi che è abbastanza in simbiosi con la mia quotidianità sotto vari aspetti: dall’ascolto alla radio la mattina per andare al lavoro al suonarla a casa per portare avanti gli studi e comporre. Direi che siamo un tutt’uno.

Qual è la genesi di “Special Guest”?

Cercavo un pezzo che trasmettesse positività e leggerezza ma al contempo desse anche la motivazione a chi lo avesse ascoltato. Ultimamente sto approfondendo il funk e i suoi affini quindi ho pensato che racchiudessero il sound perfetto per quello che stavo cercando. Il refrain “orientale” riprende un po’ anche quello che avevo già proposto nel mio precedente LP “Sound my way”.

A chi è dedicato “Special Guest”?

La canzone è dedicata a tutti coloro che ogni giorno nel loro piccolo fanno la differenza portando avanti il proprio lavoro senza necessariamente essere sotto le luci della ribalta. In qualche modo la canzone ha degli spunti autobiografici, nel senso che anche io ogni giorno cerco sempre di dare il massimo e fare la differenza.

Come ti relazioni ai social?

Con loro ho un rapporto di amore/odio, nel senso che credo siano un grandissimo volano per farsi conoscere ed entrare in contatto con nuove persone ma al contempo stanno diventando la causa dei malesseri delle persone. Sui social si corre spesso il rischio di tramutarsi in qualcosa che non siamo rimanendo intrappolati poi in un circolo vizioso dove se non arrivano i “like” o le “condivisioni” si ha poi il vissuto del fallimento. Credo che il mondo social in qualche modo dovrebbe essere ridimensionato per ciò che è, cioè un mezzo e non un fine per le nostre vite.

Qual è il luogo perfetto per il tuo concerto ideale?

Dovunque ci sia qualcuno che condivide la mia stessa passione per la musica. Non fa grande differenza secondo me il grande palco o lo strapuntino nel locale di periferia: se ad ascoltarti ci sono persone appassionate e con la voglia di condividere quello che fai sei sempre il posto ideale.

Qual è il motto che sposi assiduamente?

Non darsi mai per vinti. Nella musica ma anche nella vita non si sa mai quello che può capitare. Certo non si può neanche stare ad aspettare che il miracolo piova dal cielo ma senza dubbio se si fa sempre del proprio meglio i risultati col tempo arriveranno.

Con quali artisti gradiresti instaurare una collaborazione?

Sono sempre aperto a nuove collaborazioni sia nel campo musicale che non. Se dovessi volare con la fantasia mi piacerebbe collaborare con Caparezza e i suoi musicisti cercando di cogliere il meglio di quello che è il loro processo creativo, a mio avviso geniale.

Progetti futuri?

Sono già al lavoro del seguito di “Special Guest”. Non so ancora se sarà un altro singolo o se uscirò con un nuovo EP di inediti. Rimarrò sicuramente all’interno del mondo chill, funky, jazz e breakbeat.