TUM svela il significato di ‘Emotional Gym’ – Intervista

Tum

Abbiamo avuto il privilegio di conversare con TUM sul suo ultimo singolo “Emotional Gym“. Un brano che, pur non essendo una love-song nel senso convenzionale, si rivela come un inno intimo all’amore per i luoghi che ha attraversato durante i suoi viaggi dal 2019 ad oggi. Con uno sguardo poetico sul suo percorso musicale, TUM ci porta in un viaggio emotivo attraverso le strade di Milano, la bassa lomellina e persino Kyoto, offrendo uno scorcio del suo mondo interiore attraverso le parole e le note della sua musica.

Emotional Gym” è solo un assaggio di ciò che verrà nel suo secondo album con la band The Dark Side of Minigolf, eppure già racchiude in sé una profonda introspezione e un’onestà disarmante. Con un’attenzione particolare ai dettagli e una sensibilità unica, TUM ci regala un’esperienza musicale che risuona nel cuore e nell’anima.

Attraverso le sue parole, possiamo percepire l’entusiasmo e la passione che TUM mette nella sua arte, trasformando le sue esperienze di vita in melodie che catturano l’essenza stessa dell’esperienza umana. “Emotional Gym” diventa così non solo un singolo, ma un’espressione autentica di creatività e un invito a esplorare i territori emotivi più profondi attraverso la musica.

Con “Emotional Gym”, TUM ci dimostra ancora una volta il potere trasformativo della musica e ci invita a fare un viaggio emozionale insieme a lui, tra note di grazia e poesia.

Qual è stata l’ispirazione dietro il singolo “Emotional Gym” e qual è il significato del titolo?

Grazie per la curiosità. Dunque, dunque sono partito dall’assunto che l’equilibrio è un lavoro e mi sono immaginato una palestra in cui le emozioni vengono sollevate come pesi (dischi di ghisa) da lì il titolo “Emotional Gym”.  Musicalmente, il pezzo suona forse come le cose che ascoltavo  negli anni 90 (Pavement, Van Pelt) con un pizzico di on the road, il testo invece viaggia da sé (non lo controllo granchè) l’ho rigettato fuori così come lo senti.                                

                         

“Emotional Gym” è descritto come un inno all’Amore con la A minuscola. Come hai affrontato questo tema nella tua musica?


Nonostante tutto quel che si legge, si vede, si sente in giro non riesco ad immaginarmi un mondo senza amore (maiuscolo o minuscolo che sia), parafrasando un noto marchio di cioccolata liquida “ti iimmagineresti un mondo senza ammore? Mi innamoro tutti i giorni, in salaprove ho quasi sempre gli occhi a forma di cuoricino. Se fosse un piatto la nostra musica potrebbe assomigliare a un Tempeh in  agrodolce, adesso che ci penso bene questa canzone qui è più agra che dolce…

 Come descriveresti lo stile musicale di “Emotional Gym”?


Folk -ruock per camminare guardandosi le scarpe, 30 anni fa avevo in tasca le merendine ipercaloriche, oggi le noccioline non salate perché sono iperteso e leggermente sopra il mio peso forma però quel che è importante resta solo mettere un piedi d’avanti all’altro e andare avanti, ieri come oggi.  

Ci sono particolari esperienze personali o viaggi che hanno influenzato la creazione di “Emotional Gym”?

Questa canzone nasce a Kyoto, l’ho canticchiata nella hall di un albergo a tarda notte qualche anno fa. E’ stata una notte magica, uscendo dalla fermata della metro ho incrociato Ian Brown degli Stone Roses  che passeggiava con la moglie/compagna non so. Ian è il mio mito assoluto ma non ho avuto il coraggio di fermarlo e dirgli quelle classiche banalità da fan.  Sembrava un film wester, si sono spente tutte le luci e incorciandoci ci siamo guardati negli occhi, 3 secondi mi sono sembrati intere giornate. Ho ricordi onirici di quell’incrocio, credo mi  abbia sorriso o digrignato i denti chissà poi  ha tirato dritto. Tornato in albero avevo le pulsazioni altissime, nella hall ero da solo …il resto lo sentite dentro alla  canzone (forse).

Come è stata l’esperienza di collaborare con Gabriele (Doc Brown), Stefano (Jana’s), Matteo (NFL) e con il Downtown Studio di Pavia per la registrazione del brano?


Con Gabri non è una collaborazione ma un’amicizia di vecchia data, suonavamo nelle stesse serate intorno al 2010, Gabri (sant’uomo) mi segue dal 2018  quando gli feci sentire i primi demo di quello che sarebbe poi diventato il nostro primo disco. Stefano l’ho conosciuto in spiaggia in liguria, ero con un gruppetto di amigos e si è unito a noi. Matte suona in una delle mie band indie italiane preferite (i News For Lulu), quando abbiam suonato insieme a loro al Biko mi sono sentito come a Spazio Musica (PV) 30 anni fa. Con lui posso parlare in dialetto lomellino che mi ha insegnato la mia nonna,   mi piace un sacco sta cosa…. 

Progetti futuri?


Stiamo facendo il disco, si chiama “The Dark Side of Minigolf”,  appena pronto, se vuoi, te lo faccio sentire.  Ti faccio una confessione, da mesi ascolto quasi esclusivamente Paul Simon e i Fun Lovin’Criminals….chissà