Riccardo Ruggeri, il nuovo singolo “Un POPulista”, intervista: “qui si apre il vaso di Pandora. Credo di avere una lista infinita. Mi piacerebbe lavorare con Ceresoli e Gallerano per il teatro, Petra Magoni, Cosmo, Bobo Stensson (un inizio già c’è), Fariselli, per ambito musicale. Poi ci sono i sogni irraggiungibili: Bjork, Joni Mitchell, Tarantino, Snarky Puppy”

Riccardo Ruggeri

Riccardo Ruggeri, artista travolgente e differente, possiede una penna raffinata e inconfondibile, la sua autenticità lo contraddistingue, canta e insegna da oltre 20 anni, autore SIAE dal 2005, vocal coach nelle scuole pubbliche e private, Art Director e organizzatore di eventi dell’associazione Open Mic Biella e Groove.

A nome di Riccardo Ruggeri sono presenti una dozzina di pubblicazioni discografiche distribuite sul mercato internazionale principalmente con le band Lomé, Syndone, Le Lavatrici Rosse e Gibilterra, che ottengono ottime recensioni (XL, Rockstar, LaRepubblica, etc) e con le quali ha partecipato a festival internazionali e concorsi (Premio tenco, Heineken Jammin Festival, Premio Bindi, Premio Demetrio Stratos, Gouveia Art Rock, Veruno Prog, Prog Resiste Marseille), parallelamente ad una costante attività live nei live club di tutta Italia.

Nel corso della sua carriera ha cantato e suonato con stimati musicisti come: Aldo Romano, Louis Sclavis, Irene Grandi, Patrizio Fariselli, Sandro Cerino e negli ultimi due anni con Bobo Stenson.

Inoltre Riccardo Ruggeri è compositore musicale per spettacoli teatrali, ha collaborato negli anni con il collettivo Alipus, Michelangelo Pistoletto, StalkerTeatro, compagnia URGE (TO), Mercato dei Sogni, Andrea Gallo Rosso, Belfiore Danza (TO), Teatro stabile Biella e Teatro Odin.

Il magazine Emozionienozioni ha ospitato Riccardo Ruggeri per un’esclusiva intervista ricca di curiosità e novità.

Qual è la tua prima reminiscenza vertente il mondo della musica?

Probabilmente avevo 4 anni, sentivo un brano di Bobby solo in radio, mi attaccavo ad una sedia e ballavo sculettando.

Quali figure hanno avuto un ascendente preponderante sul tuo background artistico?

Premetto che essendo un onnivoro musicale ho l’imbarazzo della scelta. Ma se ne devo sceglierne alcune dico Jeff Buckley, I Doors, gli Area e tutte le musiche tradizionali che si trovavano nei vinili Albatros.

“Un POPulista” è un brano fortemente d’impatto, qual è la genesi del tuo nuovo singolo?

4 anni fa ero di passaggio da una spiaggia nel golfo di baratti. Adoro mettermi a scrivere mentre prendo il sole tra un bagno e l’altro. La propaganda scandalistica e dozzinale iniziava ad essere pesante, il termine populista sbocciava sulla bocca dei media serpeggiando in tutta la politica italiana. Da lì riflessioni, aggiunte, negli anni dei lockdown, mentre le barche continuano ad andare giù nel mediterraneo.

Gli arrangiamenti dei fiati sono realizzati da Riccardo Ruggeri e Charles Ferris dei Fanfara Station, già vincitori del Premio Andrea Parodi, come ha preso forma la vostra collaborazione?

Una piccola storia di amicizia e musica. Era l’estate 2003 credo. Ero stato invitato dalla percussionista Alessandra Belloni in Calabria, a Gerace, per cantare in un suo concerto di musiche tradizionali del sud italia. Con lei ci eravamo incontrati l’estate precedente al Percfest di Laigueglia, contest da cui io e il fido Andrea Beccaro uscimmo vincitori (faccio che tirarmela)con Le Lavatrici Rosse.  Arrivato in quell’enigmatico mondo dopo un lunghissimo viaggio su treni a bassa velocità , Oltre ad incontrare un’affettuosa accoglienza condividevo la mia stanza con un trombettista americano, in italia per studiare musiche tradizionali. A quei tempi anche io iniziavo ad appassionarmi all’Etnomusicologia,  ai libri di Leydi. Il ragazzo con cui condividevo la mia stanza si chiamava Charles Ferries. Suonammo, mangiammo, e nacque in me il pensiero che un giorno avremmo potuto fare qualcosa insieme.

Nel ritornello canti “Sono il rifiuto della ragione”, quanto credi che oggigiorno correndono dietro agli stereotipi si perda il vero valore delle vicissitudini?

È più che un credo, ci sono le prove scientifiche! Le mode, le tendenze, fanno parte della nostra natura. Forse il problema è quando tutto si concentra sull’ego finalizzato al consumo. Allora l’esperienza umana si dissolve e ognuno rimane imprigionato nella propria impresa personale.

Quanto sei stato coinvolto concretamente nella realizzazione del video ufficiale del tuo nuovo singolo “Un POPulista”?

Mi ha succhiato giornate e giornate di vita. Mi piace sempre scrivere i soggetti dei miei video, occuparmi del montaggio e a volte anche delle riprese. Questa volta la macchina era in mano a un caro amico professionista che risponde al nome di Manuel Cavasin, mentre io ho diretto tutti gli attori del video e poi ho investito tante notti per montare le tre ore di riprese. È un grande coinvolgimento personale, perché presuppone il sacrificio del proprio tempo libero e la stretta collaborazione con gli amici. Inoltre questo video è anche stato utilizzato da me all’interno del mio percorso di studi di regia in conservatorio come materiale i laboratorio in vista degli esami di multimedialità.

Quanto avverti la responsabilità dei messaggi che trasmetti attraverso la tua musica?

È passato qualche anno da quando ho iniziato a pubblicare musica, e con il tempo ho imparato quanto sia importante dire la verità, e dirlo in modo sincero. Tutto ciò che dico lo penso, tutto ciò che dico è qualcosa che applico alla mia esistenza nel rapporto con l’altro e con la società. In diversi brani di questo disco vado a toccare dei principi a me molto cari, sono convinto che la partecipazione culturale sia una delle poche ancora di salvezza.

Con quali artisti vorresti collaborare in futuro?

Orca, qui si apre il vaso di Pandora. Credo di avere una lista infinita. Mi piacerebbe lavorare con Ceresoli e Gallerano per il teatro, Petra Magoni, Cosmo, Bobo Stensson (un inizio già c’è), Fariselli, per ambito musicale. Poi ci sono i sogni irraggiungibili: Bjork, Joni Mitchell, Tarantino, Snarky Puppy…

Qual è il tuo sogno più grande?

Vivere serenamente, onestamente e  modestamente di musica.

Qual è il motto che sposi solitamente?

Dubito di tutto.

Come ti relazioni ai social network?

Mi affascinano molto, è indiscusso che abbiano un potenziale enorme di comunicazione. Però faccio fatica ad essere costante e scaltro nell’interpretarne i meccanismi. Ecco, anche qui è un sogno, che qualcuno un giorno mi aiuti ad usarli in modo intelligente.

Amici di Maria De Filippi, Tú Sí Que Vales, o XFactor? Quale talent show sceglieresti?

Purtroppo ho abbandonato la televisione tanti anni fa, almeno 15, quindi non riesco ad affezionarmi ai prodotti di questo mezzo. Come per i social penso che siano molto importanti per diffondere la promozione di un’attività.non so perché però non ho mai avuto tanta fiducia nei talent.non saprei neanche la differenza tra quelli che hai citato. Per scegliere avrei bisogno di un consiglio. Cio’ di cui potrei aver bisogno è una vetrina per poter esporre le mie idee, ma non per cambiare la mia identità o per competere. Fino ad oggi sono cose che non mi hanno destato interesse. Ma non si sa Mai

Quali sono attualmente i tuoi prossimi progetti?

Mi hanno sempre recriminato il mio fare caotico. Infatti al momento miei progetti sono molti e li porto avanti come riesco in parallelo. Sto iniziando a scrivere un nuovo disco con la band torinese Syndone, e qui parliamo di genere jazz rock progressivo. Sto seguendo l’allestimento del dongiovanni di Mozart e Del black Rider di Tom Waits per il conservatorio di Torino come regista. Sto preparando una serie di contenuti multimediali didattici per le scuole primarie e sto cercando di promuovere uno spettacolo su Jim Morrison prodotto con un mio vecchio amico dei Lomé, Andrea Manzoni ed il regista Flavio Stroppini. Continua anche la mia attività come compositore e performer live di musiche per spettacoli e performance teatrali con la compagnia stalker di Torino. Tutta l’estate saremo in giro per l’Italia e l’Europa per diversi festival di Street Art arte contemporanea. A monte di tutto ciò sto preparando il live che dovrà promuovere il disco in cui è contenuto un populista, disco che prende il nome di “non ci aspetta nessuno (se non miliardi di foto)“. Un live che avrà diverse facce, acustico elettrico ed elettronico. Se non mi viene un infarto prima, qualcosa riuscirò a portare a termine.

Riccardo Ruggeri su Instagram

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