LUDOVICA BURTONE, il nuovo album “SPARKS”, intervista: “questo disco è il mio viaggio personale, esplora le mie radici, la mia esperienza come emigrante negli Stati Uniti e la mia evoluzione come musicista”

LUDOVICA BURTONE

LUDOVICA BURTONE, violinista, compositrice e arrangiatrice dal fulgido talento, dalla sorprendente poliedricità stilistica e soprattutto dalla spiccata sensibilità artistica, Ludovica Burtone è una musicista di Udine trasferitasi a New York. Di formazione classica, segnatamente con un biennio in violino conseguito presso il conservatorio “Jacopo Tomadini” di Udine e un diploma post-laurea ottenuto al “Liceu” di Barcellona, si diploma inoltre in “Composizione Jazz” al rinomato “Berklee College of Music” di Boston. In particolar modo grazie alla sua esperienza acquisita negli Stati Uniti, stringe prestigiose collaborazioni con musicisti, gruppi e varie formazioni di levatura mondiale come: Ron CarterJon BatisteSusana BacaCamila MezaA. R. RahmanArijit SinghDream TheaterO Kwarteto CollectiveMichael Leonhart Jazz OrchestraTredici BacciVanisha Gould & The StorytellerGary BartzKenny GarrettChitãozinho & Xororó, Miguel Atwood Ferguson, solo per menzionarne alcune. Nell’arco della sua lodevole carriera brilla su alcuni palchi fra i più importanti in ambito internazionale, ad esempio: Carnegie HallLincoln CenterRadio City Music HallBoston Symphony HallBoston Opera HouseThe Jazz StandardMezzrow Jazz ClubCafè CarlyleNational SawdustDizzy’s Club Coca-ColaDavid Geffen Hall e moltissimi altri ancora. Recentemente vincitrice della “Café Royal Foundation Grant”, attualmente è impegnata nella scrittura di un libro di arrangiamenti per archi di musica brasiliana, oltre che in qualità di didatta, a una raccolta pedagogica di duetti per due violini (docente e studente) di canzoni popolari provenienti da svariate regioni italiane. Abbiamo raggiunto LUDOVICA BURTONE per un’esclusiva intervista.

In quale emozione ti rispecchi quando suoni?

Non so se hai presente quando in una lezione di yoga ti dicono praticamente di non pensare a nulla, o meglio di “pensa di essere qua, ed ora”… in quelle occasioni la mia mente corre ovunque, tranne che qua e ora! Mentre mi accorgo che solo quando suono, riesco ad essere concentrata solo sul momento, quasi appunto una meditazione.

Sparks

Qual è il tuo primo ricordo vertente il mondo della musica?

Quando ero bambina ho iniziato a suonare il pianoforte e i miei genitori mi mandarono al mio primo campo estivo musicale. La prima estate credo fossero due settimane, immersione totale nella musica assieme ad altri bambini e ragazzini. Quell’estate ho avuto modo di vedere da vicino il violino ed innamorarmene. Il movimento delle braccia per suonarlo mi incantava. Il fatto che gli altri bambini potessero suonare insieme in orchestra mi incuriosiva e divertiva. Insomma, tornata a casa ho tartassato i miei perché mi facessero fare lezioni di violino e una volta fatta l’audizione per il conservatorio, ho potuto iniziare a suonarlo.

Hai studiato “Composizione Jazz” al rinomato “Berklee College of Music” di Boston, quanto è stata incisiva l’esperienza negli Stati Uniti per la tua formazione musicale?

Direi che é stata decisiva dato che sono rimasta a vivere in America! E questo progetto é nato ai tempi di Berklee, anche se a suo tempo non sapevo ancora in che direzione sarei andata.

Hai collaborato con artisti del calibro di  Ron Carter, Jon Batiste, Susana Baca, Camila Meza, A. R. Rahman, Arijit Singh, Dream Theater, O Kwarteto Collective, Michael Leonhart Jazz Orchestra, Tredici Bacci, Vanisha Gould & The Storyteller, Gary Bartz, Kenny Garrett, Chitãozinho & Xororó, Miguel Atwood Ferguson, solo per menzionarne alcuni, c’è un incontro che ricordi con maggiore affetto?

O Kwarteto Collective é uno dei progetti di cui sono co-fondatrice e arrangiatrice. É un quartetto d’archi che si dedica alla performance e promozione di musica brasiliana non solitamente suonata da questo tipo di ensemble. Quindi parliamo di choro, forró, samba, ecc. Con O Kwarteto peró ho anche modo di collaborare con il New York Philharmonic Very Young Composers workshop, lavorando a musiche composte apposta per noi del quartetto, da giovani compositori. E poi chiaramente lavorare con Jon Batiste é sempre un’esperienza fantastica, dalle prime date al café Carlyle di NYC, in cui si suonava in quintetto d’archi piú Jon al pianoforte, alla registrazione assieme a Ron Carter all’Electric Lady Studio, e la piú recente prima assoluta alla Carnegie Hall della sua “American Symphony”.

Hai vinto la “Café Royal Foundation Grant”, come hai vissuto un traguardo talmente emblematico?

Chiaramente dá soddisfazione sapere che c’é chi crede nel tuo lavoro al punto da sovvenzionarlo. Ma credo che vincere una Grant di questo tipo non sia tanto un traguardo quanto un punto di partenza, una spinta per lavorare ad un nuovo progetto.

Qual è la genesi del tuo nuovo disco?

Questo disco é il mio viaggio personale, che esplora le mie radici, la mia esperienza come emigrante negli Stati Uniti e la mia evoluzione come musicista. Il titolo “Sparks” è la traduzione in inglese del termine friulano “falischis”, che significa “scintille” in italiano, ed era il soprannome dato alla famiglia di mia madre nel paese di Buttrio, in provincia di Udine. Con le sue composizioni vorrei onorare il mio passato e le persone che sono diventate la mia nuova famiglia. Il disco rappresenta un mix di emozioni e storie che spaziano dalla solitudine alla scoperta di una nuova comunità, attraverso la mia musica vorrei trasmettere un messaggio di inclusione e connessione.

A chi si rivolge SPARKS?

Questo album si rivolge a un pubblico appassionato di musica jazz e di fusione di generi musicali diversi. In particolare, credo che l’album possa interessare coloro che apprezzano la musica da camera, la musica classica, la world music e il jazz contemporaneo.

A cosa stai lavorando attualmente?

Sicuramente al momento sto pianificando i prossimi concerti per promuovere Sparks, alcuni dei quali saranno a NYC nei prossimi mesi, per poi venire in Europa, Grecia e Italia in particolare, in estate. Inoltre, avendo vinto la Café Royale Grant, sto lavorando ad un nuovo progetto che ha come protagoniste le donne immigrate a NYC. Prendendo ispirazione dalle interviste, posie, scritti a donne immigranti, sto scrivendo dei nuovi brani.