Lara Puglia: Tra le Note di “Ho visto Nina volare” – Intervista

Lara Puglia

Attraverso il filtro della sensibilità, abbiamo avuto l’opportunità di dialogare con Lara Puglia, una figura artistica dal profilo poliedrico e dalla vocalità raffinata. Nel corso della nostra intervista, ci siamo addentrati nell’essenza del suo nuovo singolo, “Ho visto Nina volare“, un omaggio commovente a Fabrizio De André, disponibile su piattaforme digitali e in rotazione radiofonica.

Con uno sguardo poetico rivolto al mondo femminile, Lara Puglia ci ha condotto attraverso un viaggio emotivo, esplorando ricordi infantili e emozioni adolescenziali intrise di desiderio e frustrazione. Attraverso una reinterpretazione intima e personale del brano, accompagnata dall’arrangiamento minimale e dalla suggestiva introduzione al pianoforte di Luca Savazzi, l’artista ha trasformato la melodia di De André in un racconto contemporaneo, permeato di sentimenti autentici e universali.

Nelle sue parole, Lara Puglia ha evidenziato la complessità dei testi di De André, capaci di suscitare un intreccio di suoni, parole e emozioni che si fondono armoniosamente, dando vita a immagini vivide e atmosfere coinvolgenti. Attraverso la musica, l’artista ha saputo catturare l’essenza di “Ho visto Nina volare“, regalandoci uno scorcio di realtà che risuona profondamente nel cuore di chiunque ascolti.

La carriera di Lara Puglia, ricca di esperienze musicali e teatrali, si distingue per la sua ricerca costante di nuove storie da raccontare attraverso il suono e la parola. Docente di Canto Moderno presso il Conservatorio di musica Gaetano Donizetti di Bergamo, l’artista continua a esplorare nuovi orizzonti artistici, lasciando un’impronta indelebile nel panorama musicale italiano.

L’intervista con Lara Puglia ci ha offerto uno sguardo privilegiato nel mondo affascinante e sfaccettato di un’artista dalle molteplici sfaccettature, il cui talento e la cui sensibilità continuano a ispirare e emozionare il pubblico di tutto il mondo.

Qual è stata la tua motivazione principale dietro la scelta di reinterpretare “Ho visto Nina volare” di Fabrizio De Andrè?

Il pezzo funzionava molto bene arrangiato piano e voce, poi mi piaceva l’idea che fosse dedicato ad una figura femminile, un fil rouge che ritorna spesso nelle mie produzioni artistiche. Il racconto di De André rende in maniera incredibilmente forte e semplice, il contrasto tra l’ingenuità e la purezza della figura di Nina e la minaccia di un mondo maschile rozzo e diseducato che l’aspetta al varco come fosse una succulenta preda. E’ un brano contemporaneamente tenero e spietato.

Come hai affrontato il processo creativo per dare una tua interpretazione personale a un brano così iconico?

Quando affronto un brano di un altro artista cerco di documentarmi sul significato del pezzo, ma non troppo, perché poi devo lasciare spazio alla mia visione, a ciò che il pezzo mi suscita al di la di una spiegazione o di un’analisi intellettuale. Devo farmi il mio film, immaginarmi la mia versione della storia o del personaggio, e spesso poi risulta che questa coincida con quella dell’autore oppure che inaspettatamente ne illumini un lato nascosto. Sicuramente però, come accade anche ad ogni altro tipo di interprete, finisco per mettere nella storia originale il mio personale vissuto psicologico ed esperienziale.

Qual è il significato emotivo e personale che attribuisci a questa canzone?

Per me questo pezzo rappresenta in maniera emblematica il rapporto tra paura ed ingenuità, tra aggressore e preda, tra un mondo femminile fatto di grazia e leggerezza e un mondo maschile fatto di concretezza e crudeltà.

Come descriveresti il tuo rapporto con la musica di Fabrizio De André e in che modo ha influenzato il tuo percorso artistico?

Ho incontrato molto spesso l’arte di De André nella mia carriera artistica, in teatro e nei club, con la band e con l’orchestra. Ho interpretato tanti suoi pezzi in varie forme, e ogni pezzo mi ha ogni volta scossa, trasformata, attraversata come pochi altri, forse al pari di un’altra stella del cantautorato questa volta americano, come Joni Mitchell. Due artisti che sanno trafiggerti il cuore e l’anima con le parole, con la loro voce unica e inimitabile.

Progetti futuri?

Vorrei produrre e pubblicare altri singoli dedicati ad altri cantautori che amo, ad esempio un altro grande cantautore genovese che è Piero Ciampi, ma vorrei anche cimentarmi in nuove collaborazioni e l’idea sarebbe quella di realizzare dei duetti con amici e colleghi cantanti che ho avuto modo di conoscere negli ultimi live ma non solo. Poi abbiamo in serbo il nuovo progetto inedito che nella sostanza è già pronto ma ha bisogno di essere curato e arrangiato in maniera cauta e ponderata, con l’aiuto di musicisti e collaboratori che siano in sintonia con il mio stile e la mia poetica.