“J.R.R. Tolkien: il professore, l’anello e il tesoro” – speciale firmato “Sciarada, il circolo delle parole”

“J.R.R. Tolkien: il professore, l’anello e il tesoro” - speciale firmato “Sciarada, il circolo delle parole”

Uno speciale dedicato alla vita e alle opere dell’autore de “Il Signore degli anelli”: nell’anno dedicato a J.R.R. Tolkien e a cinquant’anni dalla morte dello scrittore, il 2 settembre 1973 a Bournemouth, in Gran Bretagna, “Sciarada, il circolo delle parole” propone “J.R.R. Tolkien: il professore, l’anello e il tesoro” di Simon Bakés, in onda lunedì 11 dicembre alle 22.55 in prima visione su Rai 5. Autore che ha riscosso e continua a riscuotere un successo planetario, John Ronald Reuel Tolkien nasce nel 1892 in Sudafrica da genitori inglesi e, alla morte del padre nel 1896, si trasferisce a Sarehole vicino Birmingham. <br>Simon Bakés si mette in un viaggio sulle tracce dello scrittore: dai suoi studi, alla partecipazione alla Prima guerra mondiale fino all’approdo all’Università di Oxford come docente. È Tolkien stesso che dichiara alle telecamere della Bbc come tutto abbia avuto inizio: “Il vero inizio, anche se lo chiamerei l’illuminazione, lo ricordo bene, ero a casa mia, c’era una pila immensa di compiti sulla scrivania, e correggere durante l’estate è difficile, molto laborioso, e diciamo pure noioso; a un certo punto mi capita un compito, gli stavo per mettere un bel voto solo per una cosa, perché una pagina era stata lasciata in bianco e – che meraviglia, niente da leggere!- e quindi non so proprio dire perché, ci scrissi sopra ‘In un buco nella terra viveva uno Hobbit’”. Ed è così che Tolkien dà vita a un nuovo popolo, a nuovi miti, a una nuova lingua. 
Interessante il rapporto che lega il professore al creatore di mondi, di storie e di linguaggi: dice infatti Leo Carruthers, storico della letteratura, “Tolkien era un linguista e un filologo, per questo creò nuove lingue che non fossero solo un balbettio incomprensibile, quelle sue lingue si basavano su principi filologici autentici, su specifiche strutture grammaticali, proprio come accade nel caso di lingue umane in tutto il mondo” e aggiunge “quelle lingue trovano radici nella mitologia di Tolkien e nel suo desiderio di produrre storie”.
Lo Hobbit, una storia per bambini, è pubblicato nel 1937 e riscuote un successo immediato. Dopo un lungo lavoro di scrittura, durato circa quattordici anni, vedono la luce tra il 1954 e il ‘55 i tre volumi del “Signore degli anelli” (La compagnia dell’anello, Le due Torri, Il ritorno del Re), un racconto epico di oltre mille pagine, e incassano l’accoglienza positiva dei lettori di tutto il mondo: gli hippies negli Stati Uniti vedono nel Signore degli anelli quasi un manifesto per un mondo migliore, libero da forze oscure, mentre gruppi di destra fanno propria l’opera di Tolkien che vedono come esaltazione dell’uomo bianco contro orde di barbari invasori. Come sottolinea lo storico Hans Ulrich Jost, “siamo di fronte a un autore che può essere assimilato e reinterpretato sia da destra sia dall’estrema sinistra”. Il successo dei lettori è amplificato a partire dagli anni 70 con i giochi di ruolo di Dungeons and dragons e in anni più recenti, all’inizio degli anni 2000, con la trasposizione cinematografica della saga con la regia di Peter Jackson. Dice Leo Carruthers “Credo che Il Signore degli anelli sia universale perché è umano, va al di là di determinate culture e di qualsiasi religione particolare; è umano ma inserisce l’uomo all’interno di un contesto mitologico che è universale nel modo in cui è usato. Molti lo leggono come se fosse la Bibbia, moltissimi si lasciano trasportare e commuovere da quelle pagine perché sanno risvegliare emozioni profonde, ma reali”. 
Il rispettabile professore di Oxford, il creatore di mondi fantastici, lo scrittore tra i più letti al mondo appare nella sua sostanza di uomo come qualcuno che è amante dei piccoli piaceri della vita: “In realtà sono uno Hobbit in tutto tranne che nella statura, amo i giardini, gli alberi, le fattorie non meccanizzate, fumo la pipa, e amo il buon cibo semplice ben conservato, detesto la cucina francese, vado matto per i funghi selvatici, vado a letto tardi, mi sveglio tardi e non viaggio molto”.