Giuseppe Tropea, intervista esclusiva sul suo nuovo singolo ‘Torna a casa’: “ho sempre sentito l’esigenza di volermi esprimere attraverso la musica”

Giuseppe Tropea

Nel cuore pulsante della Sicilia, emerge un talento straordinario: Giuseppe Tropea, cantautore di Aci Sant’Antonio, Catania. La sua avventura musicale è intrisa di passione, un viaggio che ha radici nei ricordi d’infanzia, tra le cassette musicali e gli esordi sui palcoscenici locali.

In questa intervista, scopriremo il percorso di Giuseppe Tropea e i segreti del suo nuovo singolo intitolato “Torna a Casa“. La Sicilia ha dato al mondo artisti eccezionali, e Giuseppe Tropea si candida come uno dei prossimi protagonisti di questo ricco patrimonio musicale.

Qual è stata l’ispirazione dietro il tuo nuovo singolo “Torna a casa”?

“Torna a casa” l’ho scritta in un periodo in cui ero molto provato emotivamente. Un miscuglio di emozioni; consapevolezze che ho raggiunto nell’ultimo anno che mi hanno portato quella maturità necessaria per saper esprimere quelle emozioni che mi avevano accompagnato negli ultimi mesi, riuscendo a metterle dentro una canzone.

Come descriveresti il processo creativo dietro la scrittura e la produzione di questo brano?

Diciamo che è stato impegnativo, testo e melodia, è nato all’improvviso, scritto di getto, la parte più impegnativa è stato il momento in cui ho deciso di farlo produrre. Avevo paura che la produzione non mi rappresentasse a dovere, ma alla fine ha soddisfatto tutte le mie aspettative. Beh… ne vado fiero. Il produttore ha fatto un bel lavoro.

Cosa ti ha spinto a intraprendere la carriera musicale e quando hai capito che volevi diventare un cantautore?

Ho sempre sentito l’esigenza di volermi esprimere attraverso la musica, la mia voce. Tutto ciò si è concretizzato nel tempo raggiungendo pure quell’esigenza di trasferire le mie emozioni sulle parole, le mie parole e piano piano ho iniziato questo cammino anche come autore. 

Qual è il significato personale che “Torna a casa” ha per te?

“Torna a casa” è un urlo di speranza, di malinconia, una bellissima illusione, un amore idealizzato. È un po’ quella situazione che è capitata a tutti noi, quella di crearsi uno stereotipo che spesso viene sminuito dalla realtà. 

Cosa vorresti che il tuo pubblico ricordasse della tua musica?

Vorrei che la gente riconoscesse e capisse a fondo le mie emozioni. Perché in quello che scrivo non c’è finzione, ma sono tutte situazioni che ho vissuto sulla mia pelle. Non c’è menzogna, ma solo trasparenza.

Progetti futuri?

Sicuramente pronto ad accogliere altre occasioni per fare esperienza. Sicuramente continuerò a scrivere altri brani che spero di poter produrre e presentare in qualche altro contest, eventi importanti che possano valorizzare le mie performance.