Danilo Arena, ‘Lettere Mai Spedite’ il nuovo disco, intervista: “sono legato a tutti i miei brani”

Danilo Arena

Lettere Mai Spedite‘ è il titolo del nuovo disco di Danilo Arena, il secondo album di un artista poliedrico che sa emozionare, con la recitazione e con la sua musica, arriva dritto al cuore. Dal 31 Ottobre tornerà sul grande schermo, sarà Niccolò Poma nella pellicola cinematografica, ‘Comandante’, di Edoardo De Angelis con Pierfrancesco Favino. Inoltre sarà tra i protagonisti della serie Mediaset, “Vanina Guarrasi“, tratta dai romanzi di Cristina Cassar Scalia.

Il nuovo disco di Danilo Arena, ‘Lettere Mai Spedite‘, verrà presentato a Catania il 19 novembre, disponibile in compact disc, ed uscirà su tutte le piattaforme digitali il 23 novembre 2023.

Le otto canzoni che compongono ‘Lettere Mai Spedite‘ sono dense di storie, parole e immagini, tante, ciascuna spiazza togliendo il respiro a ogni idea. In ogni singolo verso è fissata l’intimità, fin dal primo ascolto si comprende immediatamente la ricercatezza, ogni brano è una fotografia raffinata, genuina e poetica, ritroviamo un’immagine pura, un definito stato d’animo. Ascoltare ‘Lettere Mai Spedite’ è proprio come sfogliare le pagine di un libro. Danilo Arena ti fa entrare nella parte più intensa dei sentimenti, delle sue riflessioni; le scene delle sue canzoni sembrano scorrere come sullo schermo di un cinema, parla di sé, racconta il mondo, senza nascondersi; e racconta l’amore autentico che, in fondo, assomiglia a ciascuno di noi perché evoca la verità, è senza tempo. Abbiamo raggiunto Danilo Arena per un’esclusiva intervista vertente ‘Lettere Mai Spedite‘.

“Lettere Mai Spedite”, raggiunge vette profondissime di originalità e intensità, come hai scelto la tracklist del tuo nuovo disco?

In realtà non ho scelto la tracklist, è venuta da sé, perché il disco, “Lettere Mai Spedite”, segue una consequenzialità. Sono delle lettere, che realmente non sono mai state spedite, le lettere sono otto, quindi ho voluto seguire dalla prima all’ottava lettera. Musicalmente affronto un concetto molto chiaro, ricomincio con la prima lettera da dove avevo lasciato. Avevo fatto un disco in acustico, era il mio primo disco, “Parlarti Di Me”, e ho ricominciato “Lettere Mai Spedite” da dove per l’appunto avevo lasciato, piano e voce.

Cosa significa per te poter condividere questo disco con il mondo?

Significa tanto, significa tutto, poter condividere qualcosa con il prossimo. In fondo, come dico sempre, da attore i personaggi che faccio li faccio per emozionare le persone, perlomeno per chi li vuole vedere, per chi si vuole emozionare insieme a me. Dal momento in cui scrivo una canzone non è più mia, quindi metto a disposizione quello che è il mio vissuto e le mie immagini per condividerle con chi ha la voglia, il coraggio, la forza, l’idea di sentirli realmente e di ascoltarli, per me, poi è tutto. Io sono solo il mezzo. L’arte non la faccio per me, la faccio perché sento di farla, perché questo sono e la faccio per le persone.

Le tue canzoni creano suggestioni estremamente intense, talmente vere e ricche  che generano l’unione catartica tra parole e musica, la poetica struttura narrativa si fonde con la musica. Qual è il tuo momento preferito per comporre?

Tutti i miei brani nascono chitarra e voce. Non ho personalmente un momento preferito per comporre. Molto spesso di sera, mi trovo da solo di sera, o di notte, nella mia stanza sul letto. Avendo afferrato la melodia, continuo a scriverlo in testa mentre guido, mentre cammino, ma diciamo che le canzoni le scrivo molto velocemente, in fondo poi non mi piacciono neppure tanto. Però, quando mi esce un brano, esce con molta velocità. Poi magari vado a revisionare il testo, ma non chiudo rime, dico quello che devo dire in musica.

I brani del tuo nuovo disco attraversano temi importanti, esistenziali e universali, cosa porterai con te un domani dei giorni in cui hai realizzato “Lettere Mai Spedite”?

“Lettere Mai Spedite” ha un processo molto lungo, non è solo quello della produzione dal momento in cui ho realizzato i brani, credo che sia tutto: il momento in cui le ho scritte, il momento in cui le ho composte alla chitarra, e poi il momento in cui le ho registrate. La cosa che mi porto di più, di sicuro, in questo disco è portarmi a casa il volere bene un prodotto nella maniera più pura. Nel senso, quando si vuole bene a una cosa o a una persona, si vuole bene pregi e difetti. Quello che mi porto a casa di questo disco, “Lettere Mai Spedite”, i suoi pregi e i suoi difetti, visto che ho fatto la scelta di suonare interamente io tutte le chitarre, sia le acustiche che le elettriche, e di seguire, dirigere diciamo, tutto quello che è stato il processo del lavoro, come in fondo in tutti i miei dischi.

A quale brano del tuo nuovo album ti senti maggiormente legato?

A dire la sincera verità, sono legato a tutti i miei brani, non è un legame classico, è un legame diverso, forse più sincero. Alla fine appartengono al mio passato, al mio presente, forse al mio futuro, al mio stato attuale. Nei brani che scrivo racconto le mie verità, il mio vissuto, le immagini, e quindi non c’è un brano a cui sono più legato. Bensì sono tutti dal primo all’ultimo. Forse, però, tra tutti di questo disco potrebbe essere proprio il principio di questo stesso disco, la prima traccia, “Sarà Per Sempre”. È un brano, un testo lungo, che va a raccontare tanto.

Stiamo attraversando un periodo musicale  denso di cambiamenti. Tu come scegli di interfacciarti con l’attuale realtà digitale: prediligi lo streaming musicale o il vecchio sound analogico?

È assolutamente vero quello che dici, in merito a ciò che stiamo attraversando. Non trovo nulla di positivo in questo cambiamento, non solo dal punto di vista musicale bensì anche dal punto di vista distributivo, perché questa è anche una delle scelte per cui si esco su tutte le piattaforme digitali, perché ad oggi il mezzo è anche quello, ma il mio pubblico ha modo di potermi ascoltare in dei compact disc, quindi delle copie fisiche. Copie fisiche che io sostengo e mando avanti, perché la masterizzazione di un compact disc, la qualità del suono è assolutamente superiore rispetto a quella digitale. Non è di conseguenza un fattore di suono, perché la musica è musica, quello che si va a fare dentro alla sala di registrazione è comunque musica, è il sistema successivo che ha un po’ reso tutto alla portata di tutti in maniera veloce. Credo che però l’errore sia stato musicalmente di tutti noi artisti, abbiamo dato la musica alla portata di tutti, ascoltabile con 15 euro al mese di abbonamento per Spotify. Mentre invece la musica dovrebbe essere più ricerca, visto e considerato che per fare musica ci vuole del tempo, ci vogliono molti soldi, ci vuole passione, ci vuole coraggio, ore, tante ore spese di studio, veramente tante. La mia maniera di presentarmi è rendermi vivo, perché da attore è la mia maniera di stare a teatro di poter incontrare le persone, di presentare i miei dischi e di poterli dare principalmente sotto forma di compact disc, copia fisica, e poi sulle piattaforme digitali. Quindi quello che personalmente voglio fare è avere delle persone che sono legate a quello che scrivo, perché scrivo con un motivo, quando non avrò più un motivo per farlo, forse, smetterò di farlo. Visto e considerato che il panorama musicale, per me, è semplicemente uno sfogo.

Progetti futuri?

Per quanto riguarda i progetti futuri, dal 31 Ottobre,  sarò al cinema con il film “Comandante” per la regia di Edoardo De Angelis e prossimamente su Canale 5, interpreterò uno dei ruoli principali nella serie, targata Mediaset, “Vanina Guarrasi”.