Alice Isnardi: alla scoperta delle emozioni di ‘Distante’ – intervista

Alice Isnardi

Oggi ci immergiamo nell’universo musicale di Alice Isnardi, artista dalle sfumature uniche. Nel cuore di questa intervista, scopriremo il mondo dietro il suo ultimo singolo, ‘Distante‘.

“Distante” affronta il tema dell’alienazione emotiva e della distanza nelle relazioni umane. Qual è la genesi del brano?

“Distante” è un brano che nasce in periodo appena post-pandemico, ma che viene pubblicato ora per una sorta di destino che l’ha reso più appropriato al periodo che sto vivendo adesso di quello che vivevo allora. È il secondo brano della collaborazione tra me e Meltina Records, e insieme l’abbiamo scelto per dare una continuità al nostro progetto che al momento si presenta come R&B/elettronico. Non poteva esistere un migliore successore di “Maree” che “Distante”: il primo racconta il mio sforzo continuo nell’accettare movimenti emotivi estremamente oscillatori, il secondo di come questo si riflette nelle relazioni, e penso continuerò a parlare di questo tema nei prossimi brani. Mi piace, anche tramite la musica, l’idea di utilizzare i social come mezzo per condividere un messaggio di consapevolezza ma anche speranza, normalizzando tematiche scomode raccontandole, o, come nel caso di “Distante”, tramite metafore. Il brano, quindi, si presenta come flebile fascio di luce nell’estremo buio, e nasce con la speranza di creare un senso di unione nell’incomunicabilità (che è uno dei temi del brano), o forse solo di trovare una spalla su cui piangere. Nato in un periodo in cui, collettivamente, tornavamo pian piano a fidarci della condivisione del nostro spazio con gli altri, dopo mesi di paura che potessero attaccarci qualcosa di brutto e irreversibile, credo che questo brano sia più dedicato a una difficoltà sempiterna, ossia di appianare la lontananza emotiva, il fulcro della sofferenza tra di noi. 

Il brano riflette una profonda introspezione e un senso di sofferenza interiore. Come hai trovato il modo di esprimere queste emozioni in modo autentico?

Mi fa piacere che ne si percepisca l’autenticità, perché ho riflettuto tanto su come cercare di tradurre qualcosa di così reale in un foglio bianco alla portata di tutti. Alla fine credo di essermi lasciata andare (nella vita non ci riesco facilmente, ma in musica sì), senza inizialmente neanche pensare troppo alle rime, ma curandomi di svuotare bene il sacco emotivo e non dimenticare preziosi residui. Questo procedimento mi risulta più semplice quando tratto di tematiche così personali come in “Distante”, che quando cerco di parlare di qualcosa di esterno con mezzi interni (credo che sia possibile parlare di tematiche esterne a sè in una canzone, ma è prima necessario “entrare nel personaggio”).

Hai menzionato Sevdaliza, Agnes e NTO come influenze musicali per “Distante”. In che modo hanno influenzato il tuo stile musicale?

Tutti e tre gli artisti citati (ed è stato già difficile selezionarne tre, ma in qualche modo ho trovato un legame con “Distante”, un po’ prima e un po’ dopo la sua realizzazione) sono accomunati dal fil rouge della musica elettronica, che si declina, anche attraverso di loro, in differenti linguaggi. Ultimamente ho scoperto un amore per la musica elettronica, in tutte le sue forme, dalla portata che non mi aspettavo, e si sta cercando di unirla con uno stile vocale più R&B, a cui sono altrettanto affezionata. Agnes mi trasmette una voglia di esplodere con la voce raccontandosi, Sevdaliza  un senso di ribellione a dei preconcetti legati al modo della società odierna di vivere l’umanità, NTO un modo di creare una tensione musicale che coinvolge l’ascoltatore, rendendolo quasi compartecipe. Devo a tutti gli artisti che ogni giorno mi ispirano la voglia di continuare a nuotare nel mare della musica. 

Il testo di “Distante” sembra riflettere una lotta con l’identità e la ricerca di relazioni autentiche. Cosa speri di comunicare al pubblico attraverso la tua musica?

Ciò che tramite questo brano tento di comunicare a me stessa e agli altri è che, se ci permettessimo di abbattere un muro emotivo talmente spesso da risultare invisibile, scopriremmo di essere meno soli di quanto pensiamo. Il muro emotivo è a mio parere una sorta di “velo di Maya”, a cui sono legate aspettative, ruoli sociali e paure. Quante volte sentiamo l’affermazione “Mi sento diverso/a, non capito/a?” ? La domanda che mi sorge sempre è, diversi da cosa? La diversità è simbolo della nostra unicità e se venisse accettata non ci separerebbe ulteriormente, ma anzi ci unirebbe, nel bene e nel male. Sicuramente c’è chi sente questo tema più “proprio” e chi meno, personalmente sento una vocina che mi dice tutti i giorni “sei diversa”, diversa in quanto distante o forse viceversa, dunque “Distante” vuole esorcizzare e lanciare un messaggio di vicinanza emotiva, proprio per cercare, almeno, di scalfire il muro.

Progetti futuri?

Vorrei sicuramente trovare un “setting” più elettronico per la mia musica live, in modo da proiettare la musica come la penso: per questo, mi piacerebbe trovare anche persone con cui suonare (ho sempre suonato da sola con tastiera o con chitarrista), trasformando e riadattando insieme i brani. Mi piacerebbe anche spaziare di più con i generi musicali e con le lingue (ho già scritto qualcosa in inglese), portare il mio progetto all’estero, e collaborare con altri artisti, DJ, radio e addetti ai lavori all’interno di progetti condivisi, unendo i reciproci punti di forza per creare insieme qualcosa di più grande! Mi piacerebbe anche pubblicare un album che racchiuda diverse fasi di vita e che racconti una storia.