WE ARE WAVES: dietro le quinte di ‘CAVE’ – intervista

WE ARE WAVES: dietro le quinte di 'CAVE' - intervista

Siamo lieti di presentare questa intervista esclusiva con i WE ARE WAVES, una band post-punk italiana che continua a suscitare interesse e ammirazione nel panorama musicale internazionale. Il loro ultimo lavoro, “CAVE”, è un’opera che rappresenta l’evoluzione del loro suono, un mix affascinante di melodie romantiche, synth retrò ed energia post-punk.

In questa intervista, abbiamo l’opportunità di conoscere meglio i membri della band e di scoprire i dettagli dietro la produzione del vinile di “CAVE”, un’edizione limitata che promette di diventare un pezzo da collezione per gli appassionati di musica. Attraverso le parole dei WE ARE WAVES, scopriremo anche il significato emotivo e artistico che si cela dietro questo nuovo capitolo della loro carriera.

La passione e la dedizione dei WE ARE WAVES per la loro musica sono evidenti in ogni singola nota, e questo vinile rappresenta un momento significativo nella loro carriera. Siamo entusiasti di condividere questa intervista con i nostri lettori e di approfondire la conoscenza di una band così talentuosa e appassionata.

Ci auguriamo che questa intervista fornisca uno sguardo autentico e stimolante nel mondo dei WE ARE WAVES e che possa ispirare un nuovo apprezzamento per la loro musica e per il loro impegno artistico. Buona lettura!

Congratulazioni per la pubblicazione del vinile di “CAVE”! Come è nata l’idea di offrire questo album in formato vinile e qual è il significato speciale di questa edizione limitata?

Cave è un disco molto speciale per noi, nato e cresciuto in pandemia dove pensavamo seriamente sarebbe stato l’ultimo album dei WAW. Ha poi dimostrato una straordinaria “resilienza”, in tour ci è andato eccome, e ha rinsaldato dei legami che non pensavamo più possibili, sia tra noi come band che coi nuovi e vecchi fan che abbiamo conosciuto in un anno e mezzo di concerti. Il vinile era la doverosa “ciliegina” per suggellare questo piccolo trionfo di tutti noi.

Potete raccontarci di più sul processo di creazione del vinile di “CAVE”? Quali sono stati i principali passaggi coinvolti nella sua produzione?

Sono stati passaggi abbastanza tecnici. Per la prima volta ci siamo avvalsi di un’azienda italiana con cui abbiamo gestito tutte le fasi della progettazione e realizzazione del prodotto. Sono stati molto gentili e disponibili, e dopo i lunghi tempi di attesa dovuti alla scarsità di materia prima causata dalla guerra Russia-Ucraina (circa 10 mesi di attesa) sono arrivati.

“CAVE” rappresenta un’evoluzione del vostro sound in un mood più cupo e ruvido. Qual è stato il processo di evoluzione musicale che vi ha portato a questo risultato?

Cave è il sequel di un progetto che avevamo iniziato nel 2019 ma poi abbandonato. Durante il lockdown, abbiamo ripreso a lavorare su quelle vecchie demo, creandone di nuove e sperimentando con la composizione. La formazione era cambiata nel frattempo, era entrato Marco al basso, e ha portato nuove influenze alla scrittura. Alcuni dei primi brani sono stati scritti da me e Marco utilizzando una drum machine. Ricordo un concerto (praticamente l’unico del 2020) in cui abbiamo suonato alcuni di questi brani grezzi, cosa insolita per noi che solitamente curiamo ogni dettaglio delle performance live.

Come descrivereste il vostro stile musicale in “CAVE” e quali influenze sono state particolarmente rilevanti per questo lavoro?

Sicuramente più “ruvido” e minimale rispetto ai lavori precedenti. È stato un processo naturale, volevamo togliere anziché aggiungere. Abbiamo seguito un po’ il nostro flusso, liberandoci dalle influenze esterne e concentrandoci solo su quello che ci andava di fare.

Il vostro tour continua con diverse date in Italia. Cosa vi aspettate da questi concerti e cosa vi piace di più nell’esibirvi dal vivo?

Sarà bello ritornare in certi posti dove siamo già stati e che ci hanno proposto di rifare una data da loro. Succede raramente che un club o un promoter chiamino la band per proporle di risuonare. Quindi sarà come tornare a casa da amici. Speriamo di reincontrare tutte le persone che abbiamo conosciuto, e di conoscerne di nuove a Pomezia e Imperia, due città che visiteremo per la prima volta e su cui siamo molto curiosi.

Come avete selezionato le canzoni per il vostro setlist durante questo tour e ci sono brani in particolare che suscitano una risposta emotiva particolare nel pubblico?

Le abbiamo aggiunte proprio pensando a quelle che sono più legate ai cuori delle persone che vengono ai nostri live, riprendendo alcuni brani della nostra discografia che erano stati tagliati fuori dalla prima tranche di tour, che giustamente era focalizzata al 100% su Cave. Ora possiamo spaziare di più. Ci sono alcuni brani, soprattutto di Promises, come Lovers Loners Losers o 1982 a cui la gente è molto affezionata.

Qual è stata la reazione del pubblico alla vostra musica e alla pubblicazione del vinile di “CAVE”?

Ottima, come sempre. La cosa bella di questo progetto è proprio il rapporto stretto che negli anni abbiamo instaurato col nostro pubblico, di nicchia ma proprio per questo attento e fedele come pochi. Il vinile sta andando via veloce, la cosa bella è che stavolta è stato acquistato da collezionisti e appassionati in tutto il mondo. Abbiamo spedito copie in Australia, Canada, Stati Uniti. Sta andando rapidamente sold-out.

Oltre al tour, avete altri progetti in cantiere per il futuro? 

Stiamo iniziando a lavorare a dei nuovi brani di un progetto che si annuncia bello “croccantello” e con parecchie novità sonore. È ancora presto per dare date o definizioni…ma siamo all’opera