“Un raggio di sole” è il nuovo singolo di Raff0

“Un raggio di sole” è il singolo dell’eclettico Raff0

Raff0 – UN RAGGIO DI SOLE 

“Un raggio di sole” è il singolo dell’eclettico Raff0, sui principali stores digitali e dal 10 novembre nelle radio in promozione nazionale. La canzone parla di speranza, di credere in sé stessi e questo viene espresso molto bene nel ritornello. Nella prima parte ci sono versi incentrati sull’artista e sulla sua storia, sul fatto di mostrarsi, sua grande paura e si chiude con una frecciatina alla società ovvero: “Il perbenismo è un’esigenza, non inteso come dire le cose per bene per non ferire, ma dire le cose per bene per far contenti, per menefreghismo. La seconda strofa invece parla delle difficoltà che ci sono in ognuno di noi, chi ha perso un amico, chi un figlio, chi ha torto, difficoltà che si devono superare nel buio del domani, però c’è un raggio di sole che illumina la stanza e se tu non lo vedi è perché quel raggio sei tu.

“Un raggio di sole è nata un po’ per caso, perché non avevo idea durante il processo di scrittura di dove stessi andando. L’ho scoperto dopo, infatti nella prima strofa racconto un’immagine personalissima, ovvero: un ragazzo che suonava, una birra media chiara, ed un po’ di canzoni che fan tremar le mura. È un’immagine molto personale perché sono in un bar con gli amici ad ascoltare un po’ di musica, ed è un po’ la mia essenza diciamo.” Raff0

Storia dell’artista

Raffaele Ginosa, in arte Raff0 nasce a Spinazzola il 31 gennaio del 2000. Fin da piccolo si affaccia al mondo della musica e dell’arte in generale, sognando un giorno di farne parte in qualche modo. Ascolta molto i vari cantautori come Rino Gaetano e Fabrizio De André. Cresce con il mito di Rocky, Rambo e Bruce Lee, miti che ancora oggi segue; infatti, è un grande appassionato di boxe e motociclismo, sport che segue da quando è un bambino. A seguito della morte della zia, si chiude in sé stesso, non parlando con nessuno, chiudendo le porte a tutti, familiari compresi. Inizia allora a parlare tramite i fogli, dove inizia a scrivere le prime idee e i primi pensieri, che poi si trasformeranno in canzoni.

Mentre frequenta ancora la scuola a, il pomeriggio e il week-end, frequenta l’autofficina del padre, dove impara ad affacciarsi al mondo del lavoro, ma soprattutto impara a stare a contatto con le persone. L’adolescenza è un periodo turbolento come la maggior parte dei ragazzi di oggi, pieno di incertezze, frequenta una scuola superiore che non vuole fare, ha altri interessi che non dice per paura di risultare ridicolo, perché a volte è difficile parlare e far capire i propri sogni e le idee a chi non sogna. Cerca una colpa che pensa sia negli altri, ma con il passare del tempo capisce che la colpa era la sua, perché non parlava e non si esprimeva per paura. La rabbia per questo motivo lo porta a far uscire le parole e metterle nelle canzoni, il genere più affine è il rap, molto crudo, reale, vero.

Studia le origini del rap, scopre le varie discipline dell’hip-hop, si confronta con artisti locali per consigli sulla musica, frequenta diverse jam e diversi contest, si fa conoscere nel locale e anche nei paesi limitrofi. La rabbia lo muove verso il rap, ma la rabbia finisce quando comprende che non riuscirà mai a farsi capire se non dà l’opportunità di farlo.

Inizia l’università, infermieristica che tuttora frequenta e cambia tutto anche musicalmente parlando, perché cerca di adattare il genere musicale a ciò che sta dicendo nel testo, alla storia che vuole raccontare, e qui ritornano d’aiuto le origini, i vecchi cantautori che cerca di emulare per imparare da loro, ascoltando anche tanti nuovi artisti sulla scena, da Irama a Ultimo, dai Maneskin a Salmo.

Conosce un produttore locale di nome Enzo che lo aiuta molto, dandogli tanti consigli utili e aiutandolo nel realizzare le canzoni, una delle poche persone che gli ha dato la forza di credere in ciò che fa e il coraggio di mostrarsi. Nelle canzoni attuali racconta storie, speranze per il futuro, è un tipo di musica diverso dove non c’è un vero e proprio genere musicale, perché l’arte è libera e se mettiamo dei generi la limitiamo, la teniamo in una gabbia.