Rubah Svela le Cicatrici della Schiavitù e dell’Industria Mineraria nella Sua Musica

Rubah Svela le Cicatrici della Schiavitù e dell'Industria Mineraria nella Sua Musica

Nella densa e audace poesia della canzone “Sem Nome“, Rubah, l’artista proveniente da Minas Gerais, svela una narrazione che va oltre i generi musicali e si addentra nelle sfumature della storia e della contemporaneità. Con versi che risuonano come segni di un passato schiavista e sfide del presente, questo brano dal loro ultimo album “Origem” diventa una critica audace e un potente riflesso dell’entroterra del Brasile.

“…Mani nere che raccoglievano cotone bianco / Ciclo dell’oro, ciclo del caffè…”, le parole echeggiano, un riverbero di tempi passati, ricordandoci del complesso retaggio della schiavitù che lascia ancora profonde cicatrici nella società brasiliana. I testi dipingono un quadro di distruzione ambientale e vite perdute mentre l’estrazione mineraria avanza implacabilmente. “…Coeur di bauxite / Speranze perdute / Sofferenza e conforto / Nutrici del latte benedetto…”, queste parole si intrecciano in un quadro cupo delle conseguenze dello sfruttamento incontrollato nella loro regione natale, Minas Gerais.

Tuttavia, anche nell’ombra, la canzone cattura i residui di resistenza e quotidianità delle persone che affrontano tali sfide. “…La spina del fiore segna il nero del colore / Sangue e minerale, vita o ferro […] Nei sotterranei della Casa Grande, la capoeira ginga…”, questi versi rappresentano una lotta radicata nelle radici culturali del Brasile. La capoeira, una danza di resistenza e rivoluzione, trova spazio nella narrazione, raffigurando la persistenza di fronte all’avversità.

La potenza di questa canzone risuona in ogni accordo, una melodia impressionante e cruda piena di riferimenti alla musica africana, al blues e al rock pesante. Come un Chico Science contemporaneo o un Sepultura cantastorie, la maestria di Rubah sta nel mescolare il passato con il presente, la critica sociale con la resilienza umana, rendendo “Senza Nome” un’esperienza sonora ricca. Una storia nascosta nelle note, un grido silenzioso in ogni verso, una canzone che personifica lo spirito interrogativo e innovativo del suo creatore.

Il 15 settembre, il videoclip di “Sem Nome” verrà lanciato a livello globale, accompagnando l’audacia della musica. Il video combina la poesia della percezione umana delle immagini con la convenienza e la rapidità contemporanea dell’intelligenza artificiale generativa, dando origine a un’opera d’arte che è quasi un’arte plastica audiovisiva.

E ora, Rubah scrive un nuovo capitolo nel suo percorso firmando un contratto con l’etichetta discografica Musikorama Music Entertainment, situata a Buenos Aires, in Argentina, dove l’artista ha già vissuto e ottenuto vari successi, inclusa una collaborazione con la band iconica argentina “La Renga”.

Come testimonianza artistica del nostro tempo, “Sem Nome” incarna lo spirito interrogativo e innovativo di Rubah, che trasforma storie in accordi e parole in riflessioni umane.