Marcos Cortellazzo, il nuovo album “GRADI DI LIBERTÀ”, intervista: “la musica mi fa capire la mia vera essenza”

Marcos Cortellazzo

Marcos Cortelazzo, italo-brasiliano classe 1984. Autore di musiche “anti-intrattenimento”, cerca riflessioni profonde che siano user-friendly, per creare ponti e mai muri. Suona in diverse formazioni (Seven Jay, Laika Vendetta, Hoka Hey) sia come chitarrista che come produttore.Nel suo percorso musicale ha diviso il palco con artisti come Niccolò Fabi, Linea 77, Iosonouncane, Paolo Benvegnú, Rezophonic e altri ancora. Nell’autunno del 2023 pubblica il suo primo disco “Gradi di libertà“, quattro brani che affondano le proprie radici nel rock, ma dove alle chitarre distorte sono accostate escursioni in territori elettronici ed acustici. I suoi brani scandagliano l’universo psicologico umano, traendo spunti dalla scienza così come dalla filosofia, cercando trame di pensieri universali in contesti quotidiani. Abbiamo raggiunto Marcos Cortelazzo per un’esclusiva intervista.

Come nasce il tuo nuovo album?

Nasce per strada, e nasce in studio. Amo camminare, guidare e avere dei momenti in cui restare da solo. A volte osservo ciò che mi sta attorno, altre volte cammino, ma sono totalmente pervaso dai pensieri e mi isolo mentalmente dal contesto. Questo è il seme che fa nascere ogni brano, il pensiero. Musiche e testi alla stessa maniera, capita che penso a concetti da tradurre in lettere, o che canticchio ed intaso le note vocali del mio cellulare con mugugni, che posso capire solo io.

Marcos Cortelazzo

In quanto tempo hai realizzato “Gradi Di Libertà”?

Ad occhio e croce, dalle prime bozze al completamento, direi un’estate abbondante. Faccio tutto nel mio studio, tranne le batterie, che programmo al computer ma che poi mi registra un ragazzo che ho conosciuto on line. Ha uno studio a Pretoria, in Sud Africa. Il bello di internet. La sfida per me, che produco, registro e mixo i miei brani in casa, è non bloccarmi durante le varie fasi. Capita di diventare troppo puntiglioso, perdere il focus, e voler gettare tutto. Però, maturando, sto imparando a gestire questo mio lato.

Quanto la musica ti consente di percepire a pieno la libertà?

Più che libertà è una questione di essenza. La musica mi fa capire la mia vera essenza. A proposito di libertà, dopo anni, al contrario ti dico che la musica può essere una gabbia. Per chi come me ha una vocazione, tralasciare gli aspetti secondari è un rischio facile in cui incappare. Suoni e sai che è la cosa più importante per te, ma contemporaneamente arrivi a saltare  pranzi, a fare il resto delle cose all’ultimo minuto, non uscire. È la tua vocazione, ma come tutte le cose va equilibrata. Capita che a volte devo forzarmi a smettere di lavorare ad un progetto e, ad esempio, uscire da solo o a vedere amici. Così ti butti in situazioni reali, grazie alle quali ti arrivano soluzioni, altre ispirazioni. È una questione di equilibrio, se hai un fuoco per qualcosa va controllato…altrimenti la libertà, quella cosa, te la toglie.

Qual è il filo conduttore che lega i brani del tuo nuovo disco?

Direi il ragionamento stesso. C’è scienza e filosofia in “Carl Sagan”, in “Sasso” la frase del ritornello è ispirata dal matematico francese Laplace, psicologia e auto-analisi in “Giudizio” e, infine, metafisica del pensiero in “Ci siamo abbracciati…”. Leggo, a volte scambio discorsi con amici, altre capito in qualche video su internet che mi ispira. Nei giorni successivi ci ripenso, ci ragiono,…il ragionamento è per me una sorta di meditazione. Non quella classica a gambe incrociate, ma quella interna al tuo cervello e al tuo corpo, che dall’esterno non si direbbe. Magari sto facendo una passeggiata con il mio cane, tu vedi uno che porta il cane, nella mia testa io sto concependo l’idea, il ragionamento, sto pensando intensamente ad un concetto, oppure osservando un aspetto della realtà attorno, che poi forse tradurrò in un brano.

Con quali artisti vorresti collaborare prossimamente?

Ho casualmente ascoltato la voce di questo rapper, credo torinese, emergente direi. Si chiama CONSI. Voce pazzesca, molto soul. Amo le contaminazioni tra generi. Gli ho scritto facendogli i complimenti. Mi piacerebbe pensare ad un feat. anche se, ad oggi, non ho un brano dove sento ci possa stare. Ma potrebbe arrivare.

Progetti futuri?

Sto scrivendo il prossimo disco, sono nella fase che amo più di tutte: stesura di bozze, fogli accatastati sulla mia scrivania. Usciranno tante idee, che selezionerò nei prossimi mesi.