MaLaVoglia, da Amici al trionfo ad Area Sanremo, intervista: “ricordo con emozione l’incontro con Roberto Vecchioni. Mi disse un sacco di cose prima di salire sul palco e aprire il suo concerto… A livello artistico, invece, un incontro molto importante è stato quello con Marcello Balestra”

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MaLaVoglia, il suo vero nome all’anagrafe è Gianluca Giagnorio,  nato a Voghera, straordinario artista, eclettico e intenso. A soli vent’anni assembla la sua prima band e intraprende una veemente attività live. Dopo anni di successi con l’omonima band, MaLaVoglia prosegue la sua ascesa da solista. In seguito si contraddistingue nel corso delle puntate del talent show Amici di Maria De Filippi su Canale 5, inoltre pubblica un libro intitolato STRADE, libro che diventerà un concept show teatrale tra musica e prosa. Arriva per ben due anni consecutivi alle semifinali del prestigioso Festival di Castrocaro, esibizioni trasmesse in replica su Rai1 sulla trasmissione condotta da Pupo Obiettivo Castrocaro. Abbiamo raggiunto MaLaVoglia per un’esclusiva intervista tra ricordi e novità.

Hai trionfato ad Area Sanremo, come hai vissuto un’esperienza talmente emblematica?

Sì, vincere Area Sanremo è stata una esperienza unica. Ma proprio per tutto ciò che ha significato viverla. I provini a Sanremo, quando Massimo Cotto ha annunciato il mio nome tra i vincitori…e poi il viaggio a Roma e la mia esibizione davanti alla giuria capitanata da Claudio Baglioni negli studi RAI di Via Asiago a Roma…insomma, è veramente una delle esperienze più belle che io abbia vissuto grazie alla musica. Nonostante poi non sia entrato al Festival di Sanremo giovani, non posso che essere felice di tutto ciò che ho fatto.

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Hai partecipato ad Amici 11, cosa porto con te dell’esperienza nel celebre talent di Maria de Filippi?

Dico sempre che i miei pochi secondi ad Amici 11, in qualche  puntata qua e là, sono valsi moltissimi km. Perché grazie a quel confronto ho iniziato a capire veramente cosa significasse vivere per un sogno: sacrifici. Tanti. Tantissimi. Quindi di Amici porto nel cuore questo bellissimo insegnamento, oltre che tante persone che ho avuto il piacere di conoscere.

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In quale emozione ti rispecchi quando canti?

Le emozioni che avverto quando canto sono tante e tutte molto forti. Passo da canzoni che raccontano pezzi di me a canzoni che raccontano storie di altri. A volte sono canzoni piene di energia, a volte più delicate e intime. Tutte le emozioni che sento non saprei neanche descriverle.

Hai aperto i concerti di artisti prestigiosi come Albano Carrisi, Alex Britti, Raf, Umberto Tozzi, I Nomadi, Roberto Vecchioni, qual è la lezione più grande che hai appreso condividendo il palco con artisti del loro calibro?

A parte rimanere incantato dalla loro bravura, sono rimasto altrettanto impressionato dalla loro incredibile umiltà. Nonostante la loro storia e ciò che hanno dato alla musica, continuano a darsi e a trasmettere il piacere per ciò che fanno e hanno fatto. E questa è una cosa bellissima.

Qual è stato l’incontro maggiormente rilevante nel tuo percorso musicale?

Di incontri ne ho fatti tantissimi e tutti  importanti, anche quelli che poi non ricordo tra i più positivi. Tutti mi hanno portato a seguire strade e a vivere un effetto domino di situazioni createsi incontro dopo incontro. Sicuramente, a livello personale ricordo con emozione l’incontro con Roberto Vecchioni. Mi disse un sacco di cose prima di salire sul palco e aprire il suo concerto… A livello artistico, invece, un incontro molto importante è stato quello con Marcello Balestra.

Il tuo brano “Punto” è estremamente d’impatto, coinvolgente e suggestivo. Quanto avverti la responsabilità dei messaggi che trasmetti attraverso la tua musica?

Ti ringrazio per le belle parole su PUNTO, soprattutto perché è un brano che ho vissuto sulla mia pelle, pensato in un viaggio di ritorno da Parigi su un Flixbus ahahahha !!! Sai.. non avverto mai il peso di quello che scrivo. Nel senso, scrivo perchè ho qualcosa da dire in quel momento. Quello che metto dentro i miei testi e le mie canzoni sono le mie emozioni che provo in quell’istante magico che è la scrittura di un brano. La responsabilità più grande ce l’ho sempre verso me stesso e quello che voglio buttare fuori, più che per quello che voglio esprimere coi miei messaggi. Meglio lo faccio e meglio sto. E’ una sorta di auto analisi, diciamo così. Scrivere, per me è terapeutico. Per questo vivo momenti molto intensi di scrittura ad altri totalmente privi di idee. Scrivo quando ho vissuto abbastanza e accumulato pensieri, idee.

Qual è il motto che sposi più assiduamente?

Il motto che adoro di più è quello di una mia amica Americana: “Let It Flow”. Lascia andare, scorrere. Spesso ci attacchiamo ad un casino di  situazioni scomode legate al passato…dovremmo lasciare correre, imparare a lasciare andare veramente. E’ come se accumulassimo tossine per l’anima, non ci fanno bene. Come dico in PUNTO…devi lasciare andare. Me lo sono auto impresso nella testa!

Cosa porterà il 2023?

Il 2023 porterà finalmente alla luce un progetto live sul quale ho lavorato per molto tempo. Non spoilero ancora niente ma è un concerto che coinvolgerà più artisti, sarà a febbraio e il luogo sarà un teatro. Inizio il 2023 con questo evento… poi ciò che arriverà non lo so. Sicuramente tanta musica.

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