Il Circolo Culturale “L’Agorà” ricorda il Signor G.

Il Circolo Culturale “L’Agorà” ricorda il Signor G.

Il Circolo Culturale “L’Agorà” ricorda il Signor G.

Il sodalizio organizzatore ricorda, in un’apposita, conversazione Giorgio Gaber. Nella sua vita è stato un po’ di tutto: cantautore, commediografo, attore, cabarettista, chitarrista e regista teatrale. Senza ombra di dubbio uno dei più importanti nomi dello spettacolo e della musica italiana del secondo dopoguerra.

Venerdì 10 febbraio il Circolo Culturale “L’Agorà” organizza una conversazione sul tema “Nel ricordo di Giorgio Gaber nel ventennale della morte”. Giorgio Gaber è stato un grande artista a tutto tondo: cantautore, musicista, cabarettista. Giorgio Gaber rimane un elegante e sorridente signore alla guida di una Torpedo blu.

Colto, raffinato, intelligente. Ottimo pensatore e coraggioso provocatore. Un amico a cui poter chiedere: «Giorgio, di questa cosa che pensi? », consapevole del fatto che sarebbe riuscito a dipingere qualsiasi aspetto della vita a tinte di una semplicità disarmante, senza stereotipi o falsi moralismi.

Per il mondo Giorgio Gaber era innanzitutto un intellettuale, che iniziò la sua carriera come pioniere del rock’n’roll negli anni ’50. Unendo poi l’amore per il jazz – adatto ad esprimere meglio atmosfere più introverse –  e l’amore per gli chansonniers francesi – da Leo Ferrè a George Brassens, fino all’attore teatrale Jacques Brel – a doti non comuni di entertainer, diventò uno dei personaggi più amati della musica e della tv.

Nasce con lui e con altri artisti come Gino Paoli, Sergio Endrigo, Umberto Bindi, Paolo Conte, Luigi Tenco ed Enzo Jannacci, una scena musicale impegnata, non schierata politicamente e dalla spiccata sensibilità umanistica, alla costante ricerca di note capaci di raccontare la società e i suoi cambiamenti. Gaber, però, resta uno di quei personaggi impossibili da inquadrare o catalogare. Uno spirito libero, un innovatore; Giorgio sperimenta sentieri nuovi e personali, non curandosi di qualsivoglia corrente o moda del momento. Dai suoi testi emerge una Milano crepuscolare, nebbiosa e a tratti amara. Dubbi, incertezze ed evasioni si declinano in scala di grigio, corredate da un linguaggio limpido e diretto, che non suona mai come predica o rimprovero.

Con un umorismo fulminante, ma sempre leggiadro ed elegante, Gaber risulta profondo e toccante nella sua semplicità, al pari di artisti come Fabrizio De Andrè, Rino Gaetano o Francesco Guccini, pur in parte allontanandosi dallo stile di questi.Queste alcune delle cifre che saranno oggetto di analisi a cura di Antonino Megali (vice-Presidente del Circolo Culturale “L’Agorà”). Nel corso della conversazione dopo i saluti di Gianni Aiello (Presidente del sodalizio organizzatore) hanno fatto seguito quelli del Sindaco di Milano Giuseppe Sala (lettura di un documento) del Presidente della Fondazione “Giorgio Gaber” Paolo Dal Bon e del noto fotografo e critico musicale Guido Harari. Tenuto conto dei protocolli di sicurezza anti-contagio e dei risultati altalenanti della pandemia di COVID 19 e nel rispetto delle norme del DPCM del 24 ottobre 2020 la conversazione sarà disponibile, sulle varie piattaforme Social Network presenti nella rete, a far data da venerdì 10 febbraio.