ALESSIO RUGGIO TORNA CON “ORIGAMI” UN BRANO STRUGGENTE E PIENO DI SPERANZA, MALINCONIA E AMORE

Dopo il successo di Dégénérescence NocturneAlessio Ruggio, dona un altro capolavoro strumentale al mondo intitolato “Origami” (PaKo Music Records/Visory Records/Believe Digital), brano scritto dallo stesso compositore siciliano.

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Per raccontare una storia, spesso, usiamo le parole, dimenticandoci a volte che non sempre sono necessarie. Indipendentemente dalla natura di essa, che sia triste o gioiosa, basta un pianoforte, mani capaci di volare su tasti bianchi e neri e in grado di consegnarci note che aspirano a qualcosa di magico come la libertà. 

Basti pensare ad una melodia delicata, come quella di “Origami”, perché le immagini si formino nelle nostre menti, disegnando così una mappa di ricordi passati o di quei “avrei potuto”, di sentimenti non detti e passeggeri, perché l’intimo si mescoli delicatamente all’universo, affinché i nostri sentimenti vadano alla deriva negli oceani delle nostre idee vaganti, così che i nostri dubbi si placano o le nostre pure emozioni si cristallizzano. 

Questo brano è una perla che apre la mente ed il cuore ad emozioni ancora sconosciute: un crescendo melodico sulla stessa frase che provoca un sentimento contrario di caduta libera. É questo “Origami”, un mix dei sentimenti contrastanti, dalla forza, alla rabbia, dall’abbandono, alla rivincita. Simbologia della vita, così delicata come un Origami, che nasce dal nulla, per dare vita ad una forma delicata di cui bisogna prendersi cura. E proprio perché delicata, non può essere eterna.
Basta quindi un pianoforte e un titolo sensibile, “Origami”, per sorridere a se stessi e lasciarsi trasportare dall’onda che va verso il domani. Quando le parole sono quasi troppo piccole per offrirci un piccolo momento sospeso, una romantica parentesi nel cuore dei nostri sconnessi presenti, per aprire davanti a noi una finestra verso un po’ più di bellezza e di poesia.

«A volte viviamo la rottura di una relazione un po’ come un lutto. – dichiara l’artista – Poi, un giorno, quando meno ce lo aspettiamo, tutto cambia: personalmente, mi è capitata una foto della persona con cui stavo sotto agli occhi, un’immagine in cui questa persona sorrideva, ma aveva la tristezza impressa negli occhi. In quel momento, tutto mi è stato chiaro. Io volevo solo che tornasse ad essere felice, gioioso e in armonia con se stesso come quando mi amava, perché vedere che stava male, mi rattristava tantissimo, inspiegabilmente. Io volevo il suo bene. Così ho capito finalmente che l’avevo lasciato andare».

Biografia.

Alessio Ruggio  è un artista italiano, classe 1988, nato a Palermo, in una famiglia tradizionale italo-siciliana. Cresciuto nella gioia e nel buon umore, si  appassiona alla musica fin dalla tenera età, grazie al padre pianista e chitarrista. Dall’età di 6 anni, Alessio inizia a suonare la chitarra, accantonando gli accordi nell’adolescenza.
Nel 2003, dopo l’uscita di “Everytime” di Britney Spears, chiede al padre di insegnargli a suonarla al pianoforte ed inizia così una nuova avventura musicale in cui il pianoforte sostituisce la chitarra. Vero e proprio pezzo fetish, “Everytime” lo accompagna nella sua evoluzione, fino a conoscerne i minimi dettagli.
Stabilitosi a Parigi per i suoi studi, il suo angusto alloggio gli impediva di immaginare un luogo adatto per la sua creatività, ma nel 2019, stabilitosi a Milano, il pianoforte prende il primo posto nel
soggiorno, diventando un compagno  sano e fedele durante il lock down.
La rivelazione avviene nel dicembre 2021, in seguito all’incontro con David Baudry, direttore de “Il est une fois Production”, casa di  produzione audiovisiva e cinematografica, con il quale collabora ad un nuovo concetto di concerto che chiamano “show- concert”, un misto tra uno spettacolo style americano e un concerto al pianoforte.
Sul palco si uniscono anche la cantante francese Élodie Frégé e Chimène Badi.
Alessio non ha mai seguito lo spartito per i suoi pezzi al pianoforte: per lui la musica è improvvisazione ed emozione, un flusso da cui
lasciarsi trasportare. Le sue prime composizioni sono rimaste a lungo chiuse tra i tasti in bianco e nero prima di vedere la luce del giorno.
E solo alla morte di sua madre, e in seguito ad una storia altamente tossica, che ha deciso di intraprendere un progetto che lui stesso definisce “di salvezza”, dando vita al suo primo album “Grand Soufre”.
A gennaio 2023 entra in contatto con l’etichetta milanese PaKo Musci Records e inizia una nuova e proficua collaborazione.