Alessio Ruggio è un artista italiano, classe 1988, nato a Palermo, in una famiglia tradizionale italo-siciliana. Cresciuto nella gioia e nel buon umore, si appassiona alla musica fin dalla tenera età, grazie al padre pianista e chitarrista. Dall’età di 6 anni, Alessio inizia a suonare la chitarra, accantonando gli accordi nell’adolescenza.
Nel 2003, dopo l’uscita di “Everytime” di Britney Spears, chiede al padre di insegnargli a suonarla al pianoforte ed inizia così una nuova avventura musicale in cui il pianoforte sostituisce la chitarra. Vero e proprio pezzo fetish, “Everytime” lo accompagna nella sua evoluzione, fino a conoscerne i minimi dettagli.
Stabilitosi a Parigi per i suoi studi, il suo angusto alloggio gli impediva di immaginare un luogo adatto per la sua creatività, ma nel 2019, stabilitosi a Milano, il pianoforte prende il primo posto nel soggiorno, diventando un compagno sano e fedele durante il lock down.
La rivelazione avviene nel dicembre 2021, in seguito all’incontro con David Baudry, direttore de “Il est une fois Production”, casa di produzione audiovisiva e cinematografica, con il quale collabora ad un nuovo concetto di concerto che chiamano “show- concert”, un misto tra uno spettacolo style americano e un concerto al pianoforte.
Sul palco si uniscono anche la cantante francese Élodie Frégé e Chimène Badi.
Alessio non ha mai seguito lo spartito per i suoi pezzi al pianoforte: per lui la musica è improvvisazione ed emozione, un flusso da cui lasciarsi trasportare. Le sue prime composizioni sono rimaste a lungo chiuse tra i tasti in bianco e nero prima di vedere la luce del giorno.
E solo alla morte di sua madre, e in seguito ad una storia altamente tossica, che ha deciso di intraprendere un progetto che lui stesso definisce “di salvezza”, dando vita al suo primo album “Grand Soufre”.
A gennaio 2023 entra in contatto con l’etichetta milanese PaKo Music Records e inizia una nuova e proficua collaborazione. Abbiamo raggiunto Alessio Ruggio per un’esclusiva intervista.
Qual è il tuo primo ricordo vertente il mondo della musica?
Bella domanda! Sono cresciuto in una famiglia dove mio papà suonava la chitarra e il pianoforte! Le note musicali sono sempre risuonate in casa! Ovviamente è anche grazie a lui se oggi sono qui, con questa passione per la musica. Ma sicuramente il primo vero ricordo musicale, è papà che suona «Dimmi di sì» dei Pooh. Sono cresciuto la vera musica italiana: Mina, Sergio Caputo, i Pooh, Maria Bazar. Oggi ho preso una direzione diversa, ma resta sempre un dolce ricordo.
Come definiresti “Origami”?
«Origami», è fragile. In effetti, la prima imagine che ci viene in mente pensando ad un origami non è certo la forza. Ma secondo il mio punto di vista, la forza spesso si trova nella fragilità. Per me, la forza sta nel coraggio di andare avanti, anche se si piange. Coraggio di ammettere i propri errori e sbagli, cosa che oggi nessuno fa più, in quanto, si da sempre colpa ad altri e mai a se stessi. Coraggio anche ammettere che le cose non sarebbero dovute andare così, ma accettarle. « Origami » è un po’ tutto questo: è una tenera forza interiore, che ci aiuta a capire, a cambiare, a perdonare, ma soprattutto ad andare avanti, perché il tempo passa e non torna indietro. Quindi perché perdere tempo a rimpiangere qualcosa o qualcuno, quando in realtà siamo ancora in tempo per recuperare ed avere quello che realmente sentiamo e vogliamo?
A chi si rivolge il tuo nuovo singolo?
Penso che si rivolga principalmente alle persone aperte di mente, in cerca di riconquista, di conoscenza. È chiaramente un brano di introspezione. Non sto facendo della filosofia, però penso che questo pezzo “Origami” da accesso a tutta una serie di emozioni e sentimenti che a volte non sappiamo neanche di provare. Trovo quindi molto profonda l’immagine di un ascoltatore/ascoltatrice in una spiaggia deserta, sentire il profumo del mare, ascoltare “Origami”, è porsi le domande “ Chi sono?”, “Dove sono?”, “ Dove vado?”. Trovo sempre bella, intelligente, è soprattutto sana, l’idea di rimettersi sempre in discussione.
Qual è il motto che sposi più assiduamente?
“Meglio provarci e non riuscire, che non provarci affatto!” Adoro questo motto, sia nella sfera personale che musicale! Penso che sia sempre una buona cosa quella di tentare (con i giusti limiti, ovviamente) e se si sbaglia beh, non fa niente, ci abbiamo comunque provato!
Progetti futuri?
Tante cose! Avrei voglia di svelarvi tutto ma preferisco tenere una parte di suspense! Sicuramente a settembre si ritorna in studio di registrazione per dei nuovi pezzi, e novità… non sarò solo! E poi, in quanto abito a Parigi da diversi anni e la mia carriera è iniziata qui, siamo in discussione per un nuovo progetto diciamo più “cinematografico”. Non ne dirò di più, solo che sarà in collaborazione con Romain Pacaud, regista e fondatore della casa cinematografica “Eliott Production”, nonché il realizzatore di “Une Chanson pour Louise” con Alexis Loizon e Alyzée Lalande, che uscirà presto! Tanti progetti che non vedo l’ora di svelare!