43.NOVE: ESCE IL 14 APRILE IL DISCO D’ESORDIO “HO PERSO DI VISTA ME” – IN PROGRAMMA I PRIMI LIVE DI PRESENTAZIONE: 07/04 VIAREGGIO, 21/04 VARESE; 30/04 ASCOLI PICENO, ETC.

43.NOVE: ESCE IL 14 APRILE IL DISCO D’ESORDIO “HO PERSO DI VISTA ME” – IN PROGRAMMA I PRIMI LIVE DI PRESENTAZIONE: 07/04 VIAREGGIO, 21/04 VARESE; 30/04 ASCOLI PICENO, ETC.

43.NOVEIN PROGRAMMA I PRIMI CONCERTI DI PRESENTAZIONE

07.04 – Viareggio (LU) @ Villa Tarabuso
21.04 – Vedano Olona (VA) @ L’Arlecchino Show Bar
30.04 – San Benedetto del Tronto (AP) @ Piazza Rossa
12.05 – Bergamo (BG) @ Piazzale degli Alpini
18.05 – Foligno (PG) @ Auditorium San Domenico

Esce venerdì 14 aprile “HO PERSO DI VISTA ME”, il primo album dei 43. Nove.

Dopo aver maturato un’interessante esperienza live che li ha visti esibirsi davanti a più di diecimila persone grazie alle aperture dei concerti di artisti come Blanco e Chiello, prosegue il percorso della band con la pubblicazione del disco d’esordio: un lavoro dalle sonorità funk, indie-pop già annunciate nei precedenti lavori, tra cui i singoli “America” e “Castello” che hanno anticipato l’album.

La tracklist del disco è l’anello di congiunzione tra il passato e presente artistico del gruppo che, partendo dall’EP di debutto “Storia di un uomo”, viaggia verso una naturale evoluzione artistica, trovando il proprio compimento nell’album “Ho perso di vista me”.

Scoperti da Bonnot, debuttano nel 2020 con alcuni singoli e diversi live che li fanno conoscere dal pubblico di tutta la penisola. La loro musica viene notata anche da MTV che ha selezionato i 43.Nove come “Artista New Generation” grazie al videoclip del singolo “Immagini”.

Ora il gruppo, composto da Cristiano Giannecchini (voce), Francesco Di Martino (basso) e Filippo Taccola (batteria), rilascia il suo primo disco, distribuito su tutte le piattaforme digitali da Ada Music e in uscita per Teide Dischi, riconfermando la produzione artistica e la guida di Bonnot, produttore già con Assalti Frontali, Colle Der Fomento, Inoki e con collaborazioni prestigiose come quelle con Paolo Fresu e il leggendario duo newyorkese Dead Prez.

GUIDA ALL’ASCOLTO DEL DISCO “HO PERSO DI VISTA ME”

“Ho perso di vista me” sviluppa la sua trama intorno alla figura di un viaggiatore naufrago proveniente da un mondo lontano. Il protagonista inizia a esplorare territori per lui sconosciuti, osservando e provando a comprendere quelle che gli esseri umani chiamano “emozioni”.

Vari sono i personaggi che il turista extraterrestre incontra lungo la sua strada: un bambino che gli dona la fantasia, un vecchio scrittore che gli mostra la saggezza. Si imbatte anche nell’amore, restando immobile davanti a esso e comprendendo quanto non abbia saputo amare fino a ora.

Il viaggio intrapreso è una marcia verso sé stessi alla scoperta di visioni fragili e curiose nelle quali perdersi per poi ritrovarsi. Il primo album dei 43.Nove rappresenta lo sforzo per comprendere e comprendersi attraverso le sfumature di quelle emozioni che lo sguardo non può cogliere. “Ho perso di vista me” è un disco da ascoltare a occhi chiusi.

TRACKLIST

1.Intro

2.Ho perso di vista me

3.Immagini

4.Capita alle volte

5.Potessi io

6.Storia di un uomo

7.Castello

8.America

9.Esseri umani

CREDITI ALBUM

Autore testi: Cristiano Giannecchini

Musiche: Elia Fulceri, Cristiano Giannecchini

Hanno suonato:

Voce: Cristiano Giannecchini

Chitarra: Elia Fulceri

Basso: Francesco Di Martino

Batteria: Filippo Taccola

Etichetta: Teide Dischi https://www.teidedischi.com/

Distribuzione: ADA Music Italy https://www.ada-music.com/

I 43.NOVE RACCONTANO IL DISCO “HO PERSO DI VISTA ME” BRANO PER BRANO:

Intro

Se la nostra vita fosse un dipinto, oppure la storia di un romanzo, quanti avrebbero le chiavi per accedere alla nostra visione? È difficile che accada, perché proprio come in un dipinto, o nella musica, ognuno interpreta il proprio messaggio, così anche noi stessi siamo liberi da schemi e da certezze. Noi siamo l’occhio con cui osserviamo il mondo.


Ho perso di vista me

“Ho perso di vista me” racconta di chi si accorge di agire senza avere il controllo, scoprendosi spettatore della propria vita. Racconta il mondo delle nostre sovrastrutture mentali, date dalla società e dall’ambiente in cui viviamo.  “Ho perso di vista me” è una preghiera verso noi stessi per non accontentarci di un punto di vista sterile e imparziale e dunque per trovare il nostro personale gusto e desiderio, che ci contraddistingue nel bene e nel male.

Immagini

Il brano rappresenta la crescita: rimanda al ricordo di quando eravamo ancora bambini, immersi totalmente nella fantasia e impegnati a inseguire quelle immagini e quelle storie che aprivano universi da cui proteggersi dalla crescita e dalla realtà così com’è costituita, piena di vizi, di castelli di carta e costruzioni sociali. In linea di massima il brano parla e interpreta in chiave moderna un processo di crescita. Un cambiamento generale che per tutti avviene, in modi diversi e, soprattutto, in tempi diversi, in quanto nessun uomo, per quanto cresca, arriva a un punto risolutivo o a una chiave. O forse l’unica vera chiave è proprio il cambiamento.

Capita alle volte

“Capita alle volte” di tornare su vecchi pensieri e rendersi conto di quanto è passato e delle emozioni che i ricordi fanno nascere in noi. Abbracciare la malinconia, toccare delle corde dentro di noi e osservarle generare un’eco dimenticata.

Il movimento delle onde ci fa ballare, e noi non siamo più legati al sicuro nel nostro porto. Siamo là, nel buio. Siamo la lucina lontana che vedevamo con i piedi sulla sabbia. Siamo i pescatori, siamo la nave, siamo la rete.

Potessi io

“Potessi io” è un dialogo immaginario, il momento in cui ci siamo guardati allo specchio e abbiamo scelto di farci delle domande dalla risposta incerta. Abbiamo scelto di affrontare i nostri scheletri e le nostre paure. Ne nasce un conflitto con l’alto, con l’aulico e con il divino, generando la sofferta consapevolezza di essere uomini, deboli, fragili.

Storia di un Uomo

“Storia di un Uomo” non è stata scritta, storia di un uomo ha bussato alla porta ed è entrata nella stanza. In un periodo dove la letteratura americana ci ha portato sulle strade di Kerouac, dentro l’ordinaria follia di Bukowsky, ai tropici di Miller, sporcati della stessa macchia umana di Roth. La canzone è entrata timidamente nelle nostre stanze, o forse è sempre stata lì, a osservarci, nell’inchiostro di quelle pagine che goccia dopo goccia hanno steso sul foglio la Storia di un Uomo.

Castello

“Castello” è il pezzo più controverso che abbiamo mai scritto. Parla d’amore, parla della difficoltà di distogliersi dalle situazioni più emotive della nostra vita che spesso ci portano a star male. È stato scritto nel periodo con maggiore distacco dal sentimento dell’amore che abbiamo mai vissuto ed è forse per questo che le parole vengono fuori senza la paura di esprimersi e di banalizzarne il sentimento e l’emotività. Anche se nella canzone la parola castello non viene mai citata riassume perfettamente la pesantezza dello spirito e la solidità del dolore di amare una persona senza essere ricambiati.

America
“America” è la storia di una vecchia promessa non mantenuta e di una richiesta di perdono a una donna che non ha mai ricevuto spiegazioni per la fine della propria storia.

Il tramonto di una vita ordinaria che sembrava potesse essere alimentata solo dall’amore e che invece è stata costretta ad arrendersi al cinismo della realtà.

Il titolo “America” fa riferimento ad una sorta di sogno americano che avrebbe spezzato la catena.

Esseri Umani

“Esseri Umani” è stata scritta di getto, di rabbia, come un disegno sbaffato dalla mano che lo ha dipinto. Racconta la delusione di sentirsi soli, in mezzo agli altri, in mezzo agli amici, in mezzo alla famiglia. Racconta la sofferenza che si cela dietro una ricerca interiore nella speranza di trovare la propria dimensione. È un inno all’emotività dell’uomo, un inno al risveglio e alla ricerca della parte pura in noi stessi che ci distingue e ci rende “Esseri Umani”.

BIOGRAFIA

Irriverenti, sfacciati, ma allo stesso tempo profondi e con ideali che promettono di diffondere, riuscendo già nel loro piccolo a creare un movimento, una linea concreta che attraversa i generi e che si disinteressa completamente degli appellativi e della ricerca spasmodica di dover etichettare e categorizzare l’arte, i 43.NOVE sono un gruppo versiliese scoperto da Bonnot.

Nell’estate 2020 sono riusciti a farsi conoscere grazie alla release del loro primo singolo “80Estate” e a diversi concerti suonati nei palchi più importanti della Versilia, con un seguito di pubblico che è cresciuto live dopo live.

“Storia di un uomo” è il loro primo EP, che contiene anche il singolo “Immagini” il cui videoclip viene notato da MTV che li ha selezionati come artista New Generation.

All’uscita dell’EP fanno seguito alcuni concerti in tutta la penisola nel 2021 e 2022, anno in cui la formazione si è esibita anche in apertura a Blanco e Chiello.

Nel 2023 esce “Ho perso di vista me”, il primo disco del gruppo.