In un’epoca in cui la musica sembra spesso rifugiarsi in formule preconfezionate, emergono con forza artisti capaci di fondere introspezione e creatività in un amalgama unico e coinvolgente. Tra questi spiccano gli ZER05, un quartetto italiano che ha saputo imporsi nel panorama musicale con una visione artistica audace e profonda. Con il loro nuovo singolo “Il Passeggero”, gli ZER05 ci regalano non solo una canzone, ma un viaggio esistenziale che esplora i meandri dell’animo umano e le domande più profonde che affliggono ogni individuo. È con grande piacere e stima che abbiamo avuto l’opportunità di intervistare questi talentuosi musicisti. La loro musica è un viaggio emozionale, una ricerca continua di significati, in cui la riflessione filosofica e la pura passione rock si fondono in maniera ineguagliabile.
Il vostro nuovo singolo “Il Passeggero” è una riflessione intensa e profonda sulla vita e il tempo che passa. Come è nato questo brano e quale messaggio sperate di trasmettere al vostro pubblico attraverso queste sonorità così evocative?
Ci sono passaggi obbligati nella vita, prima o poi, tutti si confrontano con il senso dell’esistenza. “Il Passeggero” nasce proprio dall’ attraversamento di uno di quei passaggi e vuole essere la fotografia di quel momento. Se il nostro pubblico, ascoltando la canzone, si troverà a riflettere su questi temi, avremo raggiunto l’obiettivo che ci siamo posti.
Le vostre canzoni sembrano affrontare domande esistenziali con una carica rock che vibra di energia e introspezione. Come riuscite a bilanciare questa dualità, creando atmosfere oniriche e al tempo stesso potenti?
Ci piace creare effetti cinematografici nelle nostre canzoni. Far convivere improvvisi cambi di atmosfera, vivere la costruzione di una canzone come fosse la sceneggiatura di un piccolo film sono, per noi, i pochi punti fissi che solitamente utilizziamo.
Gli ZER05 sembrano rappresentare un viaggio non solo musicale, ma anche interiore. Quanto della vostra esperienza personale influenza la creazione dei vostri brani e come riuscite a tradurre queste emozioni in musica?
Vero, principalmente le storie che raccontiamo partono quasi sempre da spunti autobiografici. Poi possono prendere direzioni diverse, anche molto lontane da noi ma, la scintilla, il punto di partenza, parte da qualcosa che ci è accaduto e, la musica che in maniera naturale arriva, almeno la base iniziale, dipende dallo stato d’animo con cui abbiamo affrontato l’episodio che stiamo raccontando.
La vostra musica è ricca di dinamiche e sfumature, dai toni nostalgici fino a quelli più spigolosi e duri. Come avete sviluppato questa evoluzione sonora e quali sono stati i vostri riferimenti artistici nel plasmare il vostro stile?
Ci piacciono i contrasti artistici, ci piace chi riesce a creare ballate ma anche brani potenti, “scorbutici”, molto poco “friendly” e non certo da “primo ascolto”. Evitando di fare una lunga lista di nomi, direi che, ovviamente con tutta la distanza ed il rispetto possibile, i Joy Division possono ben riassumere i nostri riferimenti sonori, sono sempre sul nostro personale “comodino”, pronti a darci una mano in caso di bisogno.
Con il passare degli anni, il tempo sembra giocare un ruolo importante nella vostra poetica, come un filo conduttore che attraversa le vostre canzoni. Come vedete il futuro degli ZER05 e quali orizzonti artistici intendete esplorare?
Non siamo molto bravi a fare previsioni ma il mondo dell’elettronica ci affascina. In futuro non sarebbe male creare brani dove gli strumenti tradizionali si sposano con strumenti elettronici cercando, se possibile, di essere il meno “schiavi” possibile dai confini di qualche genere musicale predefinito.