Abbiamo avuto il privilegio di intervistare i Venus Ship, in occasione dell’uscita del loro singolo d’esordio “Underground Foxes” feat. Avex. Questo brano rappresenta molto più di una semplice traccia musicale; è un viaggio nei meandri dell’impegno sociale e della memoria storica, in cui il collettivo bolognese richiama i potenti echi dei movimenti di protesta degli anni ‘60 e ‘70. Con un sapiente intreccio di groove funk, orchestrazioni ispirate alle leggende come Charles Mingus e Duke Ellington, e il flow incisivo di Avex, i Venus Ship creano un ponte sonoro e narrativo tra passato e presente.
“Underground Foxes” è una celebrazione e una denuncia al tempo stesso, un grido che attraversa i decenni per ricordarci quanto le battaglie per i diritti civili siano ancora cruciali, oggi come allora. La capacità della band di fondere tradizione e contemporaneità con tale maestria è una rarità nel panorama musicale odierno, e siamo onorati di poter esplorare le riflessioni profonde che hanno dato vita a questo progetto artistico così unico e attuale.
“Underground Foxes” rappresenta un potente tributo ai movimenti di protesta degli anni ’60 e ’70, richiamando figure emblematiche come Rosa Parks e Martin Luther King. Come è nata l’idea di mescolare le sonorità funk afroamericane con l’approccio orchestrale di Mingus ed Ellington per creare una musica che sia al contemporaneo storico e contemporaneo?
– Risponde Ugo (chitarrista/compositore/arrangiatore)
Il funk, il Soul, l’R&B, il Blues, la musica di New Orleans fino ad arrivare al Rap e all’Hip Hop, cosi come la musica di Ellington, di Count Basie, di Charles Mingus, sono tutte espressioni artistiche di derivazione Afroamericana che mi hanno affascinato sin dall’adolescenza, e che ho poi approfondito durante la mia formazione al DAMS ed in Conservatorio.
A mio avviso rappresentano un’evoluzione temporale e geografica della stessa matrice culturale che, parte dall’Africa e si sviluppa nelle Americhe in una finestra temporale di centinaia di anni (accompagnata da vicende cruente che “ahimè” conosciamo tutti)… Venus Ship, col disco “Underground Foxes”, attinge e vuole omaggiare un frammento di quella storia culturale/sociale ed artistica, lavorando sulle tecniche compositive e sulle sonorità delle big band (tipiche della prima metà del 900) in una naturale evoluzione fino al 2025, nel tentativo di dare una visione puramente personale e riassuntiva di un quadro storico durato circa cento anni. La nostra ricerca non si ferma solo al campo musicale, dal momento che la musica e qualunque altra forma d’Arte non può prescindere dal Humus sociale e culturale in cui essa si genera.
La vostra musica racconta storie di ribellione e resistenza, mantenendo una forte connessione con il passato, ma anche con il presente. In che modo il vostro lavoro riesce a dare nuova voce a temi sociali senza tempo, rendendoli rilevanti per la generazione odierna, spesso distratta da altre forme di consumo culturale?
– Risponde Michele (Tubista)
Ci sono questioni che sono davvero senza tempo. Per quanto stiamo vivendo un momento di grande difficoltà nella presa di coscienza collettiva sulla possibilità di agire sul presente, schiacciati da un senso ineluttabile di rassegnazione, siamo certi che le connessioni tra i diversi punti di resistenza che serpeggiano nella società, là dove il potere si scontra con corpi e confini irriducibili, siano la vera speranza di un cambiamento radicale e rivoluzionario. I soprusi, i diritti negati, le prevaricazioni, le violenze repressive, hanno da sempre lo stesso sapore. Anche la musica può aiutare a ritrovare la codificazione strategica di questi punti di resistenza, risvegliando nelle diverse generazioni la voglia di cambiare rotta.
Con “Underground Foxes”, la band evoca una riflessione sulle contraddizioni della società moderna, dove le lotte per i diritti civili sembrano come temi lontani, ma in realtà sono più attuali che mai. Come riuscite a mantenere l’equilibrio tra l’omaggio al passato e l’urgenza del messaggio presente, senza cadere nel rischio della nostalgia?
– Rispondono Ugo e Michele
Purtroppo la storia tende a riproporre periodicamente problematiche sempre uguali in formula diversa, pensiamo allo slogan “black lives matter” di qualche anno fa, o pensiamo alle guerre… cosa è cambiato negli ultimi 100 anni? (ma direi anche negli ultimi 500 anni)… la società contemporanea non è nient’altro che uno specchio tirato a lucido del passato ed “Underground Foxes” è il nostro piccolo invito ad aprire gli occhi…
Il nostro richiamo alle lotte degli anni sessanta e settanta non vuole essere un’azione di nostalgica rassegnazione; al contrario, crediamo che la sensazione precisa di poter cambiare le cose che guidava allora le proteste e le rivolte sia un faro a cui rivolgerci per poter uscire dall’effetto anestetizzante che le forme di controllo del potere sembrano aver creato sul presente.
L’incontro tra il collettivo Venus Ship e il flow contemporaneo di Avex è un connubio affascinante che unisce la tradizione musicale alla modernità del rap. Vieni a pensare che la voce di Avex completa la tua proposta musicale, creando una fusione tra linguaggi sonori e stilistici così apparentemente distanti?
– Risponde Ugo (compositore/arrangiatore)
Penso che il rap non sia poi così distante dal funk o dalla scrittura orchestrale da big band… A mio avviso la ritmicità al fulmicotone di Avex si sposa benissimo con le energiche kicks degli ottoni e le linee melodiche dei legni che danzano tra di loro in molteplici contrappunti, mentre la sezione ritmica sorregge tutto con energia.
Considero la voce uno strumento così come un sassofono o un flauto pertanto anch’essa trova la sua collocazione nei miei arrangiamenti… Tutto è fluido in un incontro di teste e creatività… Per noi è stato un bellissimo momento di condivisione che valica generi e stili e si fonde nella nostra musica originale.
“Underground Foxes” è un pezzo che sembra lanciare un grido di battaglia per una società che fatica a cambiare. Quali speranze e quali preoccupazioni nutrirete per il futuro, sia sul piano musicale che sociale, nel contesto di un mondo in cui le difficoltà legate ai diritti civili sembrano essere sempre più sfumate e complesse da affrontare?
– Risponde Michele
Ovviamente non ci illudiamo che la musica abbia il potere di scatenare rivolte o che da sola riesca a sostituire una partecipazione politica e sociale che ultimamente sembra smarrita; siamo però convinti che attraverso la nostra musica sia possibile creare connessioni, rilanciare messaggi di impegno e raccontare storie del passato che possano guidare il nostro presente. Del resto anche noi musicisti viviamo a contatto con una realtà che non è solo musicale, ci interessiamo in prima persona dei temi che raccontiamo e quando serve partecipiamo alle lotte che riteniamo giuste, se non sacrosante.