Valentina Indelicato: racconta il singolo “Aria” – intervista

Valentina Indelicato: racconta il singolo "Aria" - intervista

Siamo lieti di presentare un’intervista esclusiva con Valentina Indelicato , un’artista dal talento poliedrico che, con il suo singolo di debutto “Aria” , si affaccia al panorama musicale con una sensibilità rara e un’eleganza espressiva unica.

Valentina Indelicato rappresenta l’equilibrio perfetto tra eccellenza artistica e accademica: violinista e cantante jazz in formazione al Conservatorio di Messina, laureata con lode in Lingue per la comunicazione internazionale e insignita del prestigioso titolo di Eccellenza universitaria italiana . Il suo singolo, prodotto con maestria da Riccardo Samperi, si presenta come un invito a riflettere sulla fragilità e la bellezza della vita, attraverso sonorità leggere che sussurrano emozioni profonde e universali.

Con il suo bagaglio di esperienze, riconoscimenti e una dedizione inarrestabile alla musica, Valentina Indelicato incarna una promessa luminosa della scena musicale contemporanea.

Valentina, con “Aria” ti presenti al pubblico con una profondità artistica notevole e una delicatezza che sfiora l’anima. Come è nato questo brano e quale significato ha per te il concetto di “aria” come metafora della vita?


Questo brano è per me l’inizio di un velato nuovo, frequenze che vibrano e vivono di una riscoperta quotidianità, essenziale, dolce e profonda; un soffio di aria fugace, fresca e a tratti pungente come la vita. ‘Aria’ è un invito a riflettere sull’essenza della vita e sulla riscoperta bellezza nell’affrontare questa in modo semplice, accarezzando la sfuggevole essenza e il segreto dell’esistenza nella fragilità del quotidiano, che dona in un mistero senza tempo l’inizio e la fine di tutto. Per me è un sogno in musica, frutto di una collaborazione con una squadra stupenda non solo dal punto di vista professionale, ma anche musicale ed emozionale. Il testo, scritto da Giuseppe Cucè, e la musica, di Giuseppe Furnari, nonché la canzone nella sua forma finale, sono il risultato di un’unione di sensazioni, emozioni e sensibilità che vibrano a frequenze individuali ma armoniche in un ascolto d’insieme. Credo davvero nella forza della musica come motivo di unione e condivisione, in un mondo in cui la solitudine prende sempre più il sopravvento. Il videoclip, a cura di Gianluca Scalia, racconta di un duplice viaggio, una doppia e contemporanea ricerca di vita che nasce nell’io interiore ma che respira e vive del e con il mondo esterno. Ciò intende rafforzare il concetto cardine su cui poggia ‘Aria’: parvenza e condizione vitale, che a volte però può essere fredda, cruda e pungente. Così la vita, dura, piena di salite ripidissime e momenti difficili che però ci consentono di sentirci vivi: e allora, forse, la felicità e la bellezza della vita stessa potrebbero ritrovarsi nella semplicità dell’affrontarla, nell’apparente banalità delle piccole cose che, se guardiamo bene, sono un dono prezioso quanto la vita stessa.

La tua formazione artistica e accademica è straordinaria, un connubio di eccellenza tra musica classica e jazz. In che modo questi mondi così diversi influenzano il tuo approccio alla musica e alla creazione di un brano come “Aria”?


La musica ha da sempre fatto parte di me, da prima che ne avessi io stessa memoria, e in generale l’arte in ogni sua forma. Avevo le idee chiare fin da piccolissima, da quando a 3 anni e mezzo, in piena autonomia e con lo stupore di tutti, presi un appuntamento tramite un’amica di mia mamma con la segreteria di una scuola di danza classica perché volevo iniziare a studiare arte, partendo proprio dal suo mondo classico. In quest’occasione sono partiti i miei studi e i miei approcci, non solo con la danza ma anche e soprattutto con la musica, che ho poi avvicinato nello specifico all’età di 6 anni con lo studio del pianoforte prima, del violino e del canto dopo. Da qui la scelta di un forte richiamo classico in ‘Aria’, che non vuole rinnegare il passato italiano musicale, nella ricerca di un sinergico connubio con il presente, e che non intende tradire quella che è la mia prima formazione musicale, tutt’ora presente, che parte proprio dal mondo classico. Il pop e il jazz sono degli amori arrivati dopo, durante la mia personale ricerca musicale in ambito vocale, e da questi due mondi ho ricevuto e continuo a ricevere tanto.

“Aria” sembra sussurrare la fragilità e la bellezza del quotidiano, come un soffio di vento fugace. Quali emozioni e riflessioni speri che questo brano possa suscitare negli ascoltatori, portandoli a riflettere sulla bellezza dell’esistenza?


Ho iniziato a fare musica con un obiettivo ben preciso: se anche solo una persona riesce a provare un po’ di calore nel suo cuore, ascoltando nel mio piccolo la mia voce, la mia musica, allora io mi sentirò piena. La musica ha il magico potere di farci sentire meno soli, e io vorrei provare a contribuire e farmi strumento nelle sue mani. ‘Aria’ in questo senso è un piccolo grande sogno per me, un invito a riflettere sulla vita e sulla sua essenza, che non ci è concesso conoscere ma di cui possiamo ‘respirare’ e fare nutrimento. La vita è difficile, piena di salite ripide, di momenti tristi e complicati che però – e spesso lo dimentichiamo – ci consentono di sentirci vivi. Allora, forse, la felicità e la bellezza della vita stessa potrebbero ritrovarsi nella semplicità dell’affrontarla, nella riscoperta dell’apparente banalità dei piccoli attimi, di piccoli gesti ed emozioni che sono un dono fugace, e per questo prezioso, quanto e come la vita stessa.

Hai ottenuto importanti riconoscimenti, come il titolo di Eccellenza universitaria italiana. Quanto hanno contribuito questi traguardi alla tua crescita artistica e personale, e come pensi che si riflettano nelle tue scelte musicali e nel messaggio che vuoi trasmettere?


Sono grata alla vita per la gioia e l’amore che mi ha restituito e continua a restituirmi. In questo senso ogni avvenimento, ogni occasione di conoscenza, di studio, è per me nutrimento per l’anima e per la mia vita stessa. Amo trovare in tutto ciò una connessione indissolubile, come nel caso dei miei studi universitari nell’ambito della comunicazione, e i miei studi musicali: la musica è comunicazione, un sistema di segni grafici e suoni, e in modo di certo un po’ meno delineato rispetto al linguaggio verbale, di sensi. Proprio per questo, e pur essendo permeata di fattori socioculturali essendone contemporaneamente risultato e processo, riesce ad andare oltre determinate barriere che, con il solo ausilio delle lingue verbali, non riusciremmo a superare. La musica è un linguaggio, in questi termini, universale.

Il tuo percorso è ricco di esperienze e premi, sia in ambito classico come violinista che in ambito pop come cantautrice. Cosa rappresenta per te questo debutto e in che modo senti che “Aria” racchiuda l’essenza della tua anima musicale?


In ‘Aria’ ho ritrovato il mio modo di ‘sentire’ la vita e la musica. Per me è un nuovo inizio, l’avvio di un percorso che mi sta regalando emozioni uniche.

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