Toro è uno straordinario progetto DAE Music, nuova etichetta indipendente dell’editore Dario Abate, già attivo con i marchi HOW2 Edizioni e Dario Abate Editore. Toro è un rocker nell’animo, definito “ebbro cantautore” per la sua tendenza a raccontare storie vere, in modo molto diretto e irriverente, a volte anche crudo.
Il magazine Emozionienozioni ha ospitato Toro per un’esclusiva intervista densa di riflessioni e curiosità.
Qual è la genesi del tuo nome d’arte?
Toro è il nome di battaglia di quando giocavo a Basket da ragazzo, poiché descriveva bene la mia grinta. Mi piaceva e l’ho fatto mio anche dopo. Il toro è un animale tranquillo che, se viene provocato, carica a testa bassa. In generale mi reputo una persona ribelle e anticonformista. Lo capirete meglio col prossimo singolo, “Ribellati”.
In quale emozione ti rispecchi quando canti?
Dipende, a volte esprimo rabbia e canto come per sfogo, altre volte cerco di esprimere emozioni più malinconiche. In generale, per me scrivere testi è un esercizio terapeutico, per buttare fuori qualcosa che covo dentro. Penso si evinca abbastanza da questi miei primi brani d’esordio. Diciamo che sono un cantautore istintivo, che fa musica “di pancia”. Per questo mi ritrovo bene nel genere rock, lo stile ribelle per antonomasia.
Qual è il tuo primo ricordo inerente il mondo della musica?
Quando da piccolo viaggiavo con i miei in Europa con la roulotte e in auto ascoltavamo soprattutto le cassette di Lucio Dalla e Bennato. Beh, anche quando mio padre da piccolo mi faceva ascoltare Strauss e Beethoven.
Quanto sono autobiografici i tuoi brani?
Assolutamente al 100% ma può capitare anche che faccia mia qualche storia altrui, che magari mi ha toccato, attraverso lo sfogo di una persona cara. In quel caso è come se diventassi il loro altoparlante.
Il tuo nuovo singolo, “I sogni non finiscono mai”, è un autentico tributo al miglior pop rock italiano, quali figure hanno determinato il tuo background musicale?
In primis i Litfiba che ho amato tanto da ragazzo. Ho avuto anche un momento romantico Nek, ma tutta la vita mi hanno accompagnato Max Pezzali, Vasco e Ligabue. Infine, non posso non citare anche Jovanotti e Cremonini, ma la lista sarebbe ancora molto lunga. Ultimamente apprezzo molto la prima scena indie di Tommaso Paradiso, Ex-Otago e Cosmo.
Com’è nato il tuo nuovo singolo “I Sogni Non Finiscono Mai”?
Non so come e perché mi è venuto il ritornello assieme alla sua melodia, con il coretto annesso. È stato come un rigurgito di speranza e positività. Ne ho parlato con il mio producer Jody Baccoucha dicendogli che avrei voluto fare un pezzo stile Ligabue in “Urlando contro il cielo”, perché esprimesse uno sfogo sincero e positivo in modo corale. Diciamo che la genesi è questa.
Nel tuo nuovo singolo, “i sogni non finiscono mai”, esorti a vivere la vita vera, lontano dalla tecnologia, come ti relazioni ai social network?
Se il ritornello è un inno alla vita, le strofe denunciano l’alienazione che tutti noi viviamo in quanto dipendenti da smartphone, social e internet in generale. Quando ho scritto questo pezzo vivevo un momento di forte solitudine, mi sentivo isolato e tutti i miei rapporti erano mediati dai social. Credo che questa sia una condizione da denunciare e combattere, perché la vita vera si vive fuori dal web.
Quanto la musica accende la luce dei tuoi sogni?
Chi è più saggio di me mi ha insegnato di viverla in modo sano e genuino, come per un bisogno artistico personale, senza alcuna ossessione da sogni di gloria. Dunque, la voglio vivere così, in modo spontaneo e positivo, cercando di esprimere emozioni e idee che possano anche essere utili agli altri.
Qual è il motto che sposi frequentemente?
Vivere in modo positivo, prendere il buono e cercare di stare alla larga dai rimpianti. Tradotto in un motto? La fortuna aiuta gli audaci.
Quali sono i tuoi progetti futuri?
A livello musicale l’obiettivo è produrre con continuità, pubblicando un nuovo singolo ogni mese. La mia è una storia tutta da scrivere e da scoprire. Speriamo di vederne delle belle!