Tom Armati, il nuovo album Tommasochista, intervista: “le cose stanno ripartendo anche per molti artisti amici della scena romana, spero di condividere presto i palchi con loro e magari sviluppare anche progetti comuni”

Tom Armati

Tom Armati, straordinario cantautore, nato a Roma, dalla sua tournée in Scozia alla finale di Sanremo Giovani con il  brano “Sa Sa Prova”. Inoltre, tra gli innumerevoli riconoscimenti, è arrivato tra i  semifinalisti al Premio Lunezia.

Abbiamo ospitato Tom Armati per un’esclusiva intervista piena di originalità e autenticità.

“Tommasochista” è il titolo del tuo nuovo album, qual è il principale filo conduttore che lega le tracce del disco?

Sicuramente il principale filo conduttore è a livello sonoro, perché tutte le canzoni sono state registrate in studio insieme al gruppo con cui mi esibisco solitamente dal vivo. Quindi ci tenevo che uscissero tutte insieme. Per il resto, è un disco che presenta una dimensione più intima e profonda rispetto alla mia produzione precedente. 

Tom Armati

Qual è la genesi del neologismo “Tommasochista”?

Mi divertiva molto questo titolo, che ha vari significati. Da un lato gioca con il mio nome, perché i testi sono più intimi rispetto alle mie precedente canzoni, quindi mi metto a nudo e questo rappresenta un po’ una tortura emotiva. Dall’altro il titolo rispecchia anche la gestazione lunga dovuta alla pandemia e altre vicende personali successe nell’ultimo anno. 

Tom Armati

“Respira” è un brano molto attuale, enfatizza l’importanza di vivere a pieno ogni momento respirando davvero la vita. Quanto la musica ti consente di respirare senza lasciarti annientare dai ritmi frenetici?

La musica ti catapulta in un universo parallelo, in un’altra dimensione. Il paragone con il respiro è molto giusto. Passiamo le giornate con la testa bassa andando avanti senza direzione. La musica ci permette di astrarci nel momento della composizione e di creare una straordinaria energia condivisa nel momento dei concerti. Il brano parla proprio di questo. L’ho scritto prima della pandemia, ma alla fine si sposa bene con il periodo che stiamo vivendo.

Tom Armati

“Io ti aspettavo col vestito nuovo, ma all’appuntamento ero da solo, anche puntuale ero arrivato solo che il posto era sbagliato”, quanto un errore casuale rivoluziona il destino?

La canzone “tutto sbagliato” gioca proprio con l’effetto sliding  doors e le possibilità infinite che le nostre scelte precludono e fanno accadere. Nel caso della canzone si tratta di una storia d’amore solo immaginata, mai avvenuta, perché i due protagonisti non sono riusciti a incontrarsi nel momento e nel posto giusto. Io tendo a credere più nel destino che nel caso, penso che se una cosa deve accadere, accade e se non accade, vuol dire che era  giusto così. Ma forse è solo una giustificazione che mi tranquillizza per non dare troppo peso alle mie scelte.

Quanto avverti la responsabilità dei messaggi che lanci attraverso la tua musica?

Per fortuna poco, perché non ho un pubblico molto ampio ma credo comunque di portare messaggi positivi. 

Nel brano “Luigi, ho sognato che morivi” canti “c’è sempre un’altra possibilità”, quanto credi sia rilevante non perdere mai la speranza?

Questo brano mi diverte molto. è ispirato a un sogno vero riguardante un mio amico ed è stato come un flusso di coscienza che intreccia la dimensione onirica a quella reale dell’amicizia. C’è sempre un’altra possibilità, perché i sogni ci insegnano questo: anche quando succedono cose brutte, la mattina ci svegliamo sollevati perché scopriamo che non sono mai accadute. Quindi non ci resta che sognare ad occhi aperti ed avere lo stesso atteggiamento. 

“Gelato”, una meravigliosa canzone che spazia tra allegria e nostalgia, in quale emozione ti rispecchi maggiormente quando canti?

Credo che il delicato equilibrio che sta in mezzo a questi due sentimenti mi rappresenti a pieno. E la canzone “Gelato” è sospesa tra questi due pulsioni, la malinconia dovuta a una mancanza, ma la speranza di un’onda che ritorna. In tutte le mie canzoni cerco di di dosare sapientemente allegria e malinconia, è un mix che mi piace molto.  

Nel brano “Scontrino” canti “L’importante è l’intenzione, la mia è capirti”, quanto è fondamentale comprendere se stessi e gli altri? Sempre nella lirica del brano “Scontrino” affermi “Scontrino che impedisce al nostro amore di sbocciare, tu dimmi qual è il prezzo”, quanto costa la sincerità in amore? Quanto vale l’autenticità?

Rispondo a entrambe le domande su Scontrino. La canzone è un esercizio di stile nato per gioco durante una serata open mic, perchè avevo trovato uno scontrino in tasca e avevo scommesso che ci avrei scritto una canzone sopra. Però può essere presa anche un inno alla comprensione, a cercare di smussare gli angoli per venirsi incontro. Un argomento oggi, purtroppo, più attuale che mai. 

In “Cucino Per Due” affronti la fine di una relazione e la solitudine incombente tra malinconia e rimpianti, quando arriva la fine è davvero la fine, o è solo un nuovo inizio?

Ogni fine è un inizio e credo che certi dolori, come quello della fine di un rapporto, vadano vissuti a pieno perché ci aiutano a conoscerci meglio. In Cucino per due ho voluto rappresentare questo momento, quello delle abitudini quotidiane di coppia che vengono a mancare e del vuoto che si crea. Ma anche qui si può celare una vena ironica e scanzonata, proprio per la ricerca di quei contrasti di cui parlavamo prima. d’altronde anche nei piatti ci vuole un po’ di dolcezza per stemperare i sapori più forti.  

Quanto credi che il covid abbia cambiato il panorama musicale?

Molto, ma come conseguenza del cambio di vita che ha avuto ognuno di noi. Tutto questo tempo senza concerti o spettacoli dal vivo è pesato molto. Ci è venuta a mancare l’energia collettiva che la musica sa portare. Forse ci siamo più chiusi in noi stessi e tutto è diventato mediato da uno schermo, da una playlist, da un ascolto distratto di pochi secondi su qualche piattaforma. Però abbiamo anche capito quanto la musica sia importante per le persone e vedo che ora le cose stanno ripartendo e c’è tanta voglia di ricominciare. 

Con quali artisti vorresti collaborare prossimamente?

Domanda difficilissima. Diciamo che visto che le cose stanno ripartendo anche per molti artisti amici della scena romana, spero di condividere presto i palchi con loro e magari sviluppare anche progetti comuni.

Quali sono i tuoi prossimi progetti?

Ho rimesso in piedi il gruppo che ha suonato nel disco per ripartire al più presto con i live. E poi ci sono tantissime altre canzoni nel cassetto, basta solo aprirlo! 

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