Susanna Parigi, dalla vittoria al Festival Teatro Canzone Giorgio Gaber al nuovo disco “Caro m’è ‘l sonno”, intervista: “ogni brano dei miei album rappresenta una storia e uno stato d’animo”

Susanna Parigi

Susanna Parigi, cantautrice, musicista e scrittrice, nata a Firenze, è un’artista straordinariamente trasversale e viscerale. Nel 2010 ha vinto il prestigioso Festival Teatro Canzone Giorgio Gaber. Diplomata in pianoforte al conservatorio L. Cherubini, ha lavorato a stretto contatto con artisti come Pat Metheny, Tony Levin e Noa. Inoltre è stata vocalist e pianista di Riccardo Cocciante, Raf, Claudio Baglioni e Fiorella Mannoia. Inoltre i suoi CD vantano la partecipazione tra gli altri di Corrado Augias, Lella Costa, Marco Travaglio, Pamela Villoresi e Ottavia Piccolo. Abbiamo raggiunto Susanna Parigi per un’esclusiva intervista.

In quale emozione ti rispecchi quando canti?

Ogni brano dei miei album rappresenta una storia e uno stato d’animo. Per questo non si può parlare di una emozione ma di tante suggestioni ognuna delle quali racconta di un sentire che può avere a che fare con il sociale, con la politica, con le tante persone che albergano dentro di me.

Qual è il tuo primo ricordo vertente il mondo della musica?

Quando avevo 3 anni e mezzo decisi che volevo prendere lezioni di canto. I miei genitori trovarono un’insegnante dove abitavo, a Firenze, poi ho iniziato a scrivere canzoni e non ho più smesso. Ho sempre lavorato nella musica dividendomi tra concerti, dischi (è uscito ora il mio decimo cd) e insegnamento. Sono docente di canto pop/rock al Conservatorio G. Verdi di Milano.

Come hai scelto il titolo del tuo nuovo album?

Tempo fa lessi le Rime di Michelangelo Buonarroti e mi colpì questa quartina dove lui in pratica dice: per favore fatemi dormire perché fuori c’è troppa vergogna e danno. Ecco la quartina inizia così: “Caro m’è ‘l sonno”.

Qual è il filo conduttore che lega le tracce del tuo nuovo disco?

Tutto il disco è rivolto a persone spaesate, persone disorientate che non si ritrovano in questo tipo di società. Non si ritrovano negli slogan della politica senza contenuto, in una politica che non si occupa dei problemi reali, come per esempio la sanità, non si ritrovano in certo tipo di comunicazione da rissa che purtroppo ha plagiato le ultime generazioni, non si ritrovano nella demolizione della nostra lingua, non si ritrovano nella religione semplice dei catechismi…

Qual è il motto che sposi più assiduamente?

Non sono molto amante dei motti

Cosa porterà il 2023?

Cosa porterà non lo sa nessuno. Posso dire cosa vorrei portasse: più comprensione, più condivisione, più attenzione tra le persone. Solo l’ascolto e la capacità di confrontarsi con pazienza e tenacia può nel tempo portare costruzione e non distruzione.

Contatti di Susanna Parigi

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