Social network: un selfie per umiliare un leone

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Social network: un selfie per umiliare un leone

Un leone è stato deriso e umiliato da due ragazze per realizzare un selfie da pubblicare sui social.

La nuova attrazione, altamente vergognosa, è situata in uno zoo e consente ai visitatori di ritrovarsi faccia a faccia con i leoni.

Ogni social network diffonde quotidianamente immagini virali ed è costantemente in corso la corsa al like, probabilmente proprio per questa motivazione la nuova attrazione, in Libano, permette ai suoi visitatori di fare l’agognato selfie con il re dei felini.

Un video condiviso dalla struttura mostra due giovani ragazze divertirsi in un box trasparente, mentre un leone disperato cerca di aggredirle.

Si tratta di un box completamente trasparente, situato all’interno della gabbia dei leoni, per poter consentire ai visitatori di rirovarsi vicinissimi ai leoni.

Gli animalisti non hanno gradito la nuova attrazione, è stata molto contestata e l’Animal City di Deir Tamich, vicino a Beirut, ha scelto di condividere su un suo social network un video in cui due ragazze deridevano il leone nel box

Nel video è evidente un leone umiliato, il felino si scagliava contro di loro che lo provocavano e immortalavano il momento di tensione.

“Rendi il tuo prossimo viaggio a Animal City ancora più speciale con un memorabile incontro faccia a faccia con il leone”, promette il post dello zoo libanese, condito da hashtag come #animallovers, #animalshelter, #wildsanctuary. L’iniziativa ha  suscitato innumerevoli proteste di chi vede in queste scene un insulto agli animali, rinchiusi in gabbia e ridotti a giullari di corte per far divertire i clienti e regalare sterili occasioni per nuovi selfie.

“Vergogna per questo parco scadente, che tratta gli animali come se non fossero altro che oggetti viventi in esposizione – ha affermato Elisa Allen, la direttrice di Peta Uk – Questa attrazione ingannevole sta chiaramente agitando il leone e la Peta esorta tutti coloro che si oppongono a questa crudeltà a stare alla larga da questa struttura e da quelle che privano gli animali delle loro vite, condannandoli a sopportare stress e disperazione per il piacere dell’intrattenimento umano”.