Simone Di Matteo, intervista: tra ricordi e novità

Simone Di Matteo

Simone Di Matteo, intervista: tra ricordi e novità, l’antologia “L’amore dietro ogni cosa” diventa un album musicale

Simone Di Matteo è un artista trasversale, innovativo e profondo, pondera le sue opere contrapponendo la realtà odierna e la consapevolezza delle emozioni degli esseri umani, con un linguaggio diretto e carismatico che cattura immediatamente.

È amatissimo dal grande pubblico non solo per i suoi libri, ma anche per le sue partecipazioni televisive, costantemente sorprende distinguendosi per il suo straordinario temperamento. Impossibile non rendere omaggio alla sua partecipazione al reality Pechino Express in squadra con la meravigliosa Tina Cipollari (opinionista della trasmissione Uomini e Donne di Maria De Filippi), la coppia degli “Spostati” è la più amata in assoluto tra i tanti protagonisti delle diverse edizioni del reality show in cui i personaggi gareggiano destreggiandosi tra diverse culture.

L’amore dietro ogni cosa“, di Simone Di Matteo, è  un prestigioso ed imperituro capolavoro senza tempo, totalmente inebriante ed ammaliante, costituisce un baluardo inestimabile per il suo grande valore.

La splendida antologia “L’amore dietro ogni cosa” pone luce sulla sua capacità veemente ed immensamente coinvolgente di Simone Di Matteo di arricchire l’animo, resta dentro lasciando un segno incisivo ed indelebile.

Lo scrittore, Simone Di Matteo, affronta quadri di vita quotidiana con coerenza, autenticità e dignità, mantenendo i valori fondamentali come priorità assoluta. Nelle sue pagine “L’amore dietro ogni cosa” parla con coraggio, smontando anche le situazioni più complicate, perché anche quando tutto appare negativo, o si intravede un fallimento, sono proprio le difficoltà che permettono di andare avanti, i sogni si raggiungono, opponendosi e combattendo, seguendo il battito del proprio cuore.

È assodato quanto Simone Di Matteo possieda un talento sensazione e abbia realizzato l’impossibile ponendosi la prerogativa di far viaggiare tra le diverse emozioni per contemplare l’essenza della sua antologia “L’amore dietro ogni cosa“.

Ha scelto di intraprendere un percorso estremamente peculiare, riunendo diverse forme artistiche per una fruizione notevolmente originale ed accattivante, sarà un progetto multisensoriale da leggere e ascoltare, da vivere fino in fondo.

L’album musicale consentirà l’amplificazione della risonanza della magnifica antologia di Simone Di Matteo, di conseguenza renderà così possibile una prospettiva uguale, per i valori significativi che trasmetterà, e contemporaneamente diversa per la sua evidente unicità.

Abbiamo intervistato Simone Di Matteo,  spaziando tra ricordi e novità.

Simone Di Matteo

“L’amore dietro ogni cosa” è una strabiliante antologia di racconti impetuosi, grandiosi e sbalorditivi; travolge l’anima, rappresenta l’incontro autentico tra le elucubrazioni e i sentimenti più intensi. Come ha preso forma l’opera?

Molto spesso si scrive per gli altri raccontando di sé. Quasi tutti gli scrittori lo fanno, ma sono in pochi ad ammetterlo. Quest’opera, alla quale più di ogni altra mi sento legato, racconta ciò che io, in prima persona, ho vissuto dell’amore. Ogni pagina racchiude un pezzo del mio cuore e le parole non sono altro che parti di quelle cicatrici cucite sulla pelle delle mie stesse emozioni. Venivo fuori da una relazione importante, finita molto male, e, nonostante nel momento della chiusura fossi io il più forte, tant’è che sono riuscito a fare a meno di qualcuno senza il quale non avrei mai pensato di poter vivere, dei due ero anche quello che amava di più. E così, ho riversato tutto il mio dolore all’interno di questo contenitore e me ne sono liberato.

Simone Di Matteo

La tua antologia di racconti “L’amore dietro ogni cosa” ha generato una vera e propria rivoluzione. L’antologia letteraria è diventata un album musicale, tra emozioni e innovazioni, regalando un’esperienza estremamente inedita. Il primo concept album nella Storia che consente di vivere l’opera da una prospettiva completamente nuova. Qual è il filo conduttore del progetto?

Innanzitutto, devo dire che si tratta di un’opera in continua evoluzione. Prima di diventare un concept album, infatti, “L’amore dietro ogni cosa” ha ricevuto il Premio per la Letteratura “Elsa Morante”, durante l’evento “L’arte dice no e alla violenza”, ed è divenuta, grazie alla chiave di lettura trovata dal regista Guido Del Vento, uno spettacolo teatrale selezionato poi al Roma Fringe Festival 2019. Il fil conduttore è sempre lo stesso, perché, da una parte, c’è la mia voglia di mettermi in gioco e sperimentare tutte le forme possibili di arte, dall’altra, il mio desiderio sfrenato di amare e narrare l’amore. Viviamo in un’epoca in cui troppo spesso sentiamo parlare di violenza e molto poco d’amore. La violenza poi, assume molteplici forme e modalità, colpisce l’identità e l’integrità delle persone, sporca l’anima. E l’unica forza in grado di contrastarla è proprio l’amore, che disarma chiunque e ci rende nudi gli uni agli occhi degli altri. Ma per amare bisogna amarsi e da quando l’ho capito, è stato ancora più forte per me la smania di raccontarlo. È un sentimento che ha mille sfaccettature, ma una sola e unica radice.

Simone Di Matteo e Andrea Crimi

Come hai scelto le voci a cui affidare la grandissima responsabilità di interpretare le canzoni del disco e i protagonisti dei video musicali che le accompagnano?

Ho seguito il mio istinto, d’altronde, come diceva lo scrittore statunitense Oliver Wendell Holmes, “l’intuizione di un istante talvolta vale una vita di esperienza”.  Andrea Crimi ha un talento innato e il suo timbro si sposa davvero bene con le melodie del disco. E che dire di Laura Bono, una delle voci più belle del panorama musicale italiano. Se non li avessi scelti per affiancarmi in questa nuova avventura, mi sarei sentito un emerito idiota. Io e Laura, poi, ci conosciamo dal 2016 e ci siamo sempre ritrovati l’uno al fianco dell’altra. E diversamente non potrei dire di Andrea Candeo, l’attore protagonista del videoclip di “Abbi Cura Di Me” e futuro volto del prossimo video in uscita che accompagnerà il terzo singolo “Ci Vediamo Lunedì”. È stato davvero una bella scoperta. L’ho scelto perché un po’ mi somiglia, ha la mia stessa ingenuità e il mio stesso coraggio nell’approcciarsi alla vita, quello di chi non ha paura di essere semplicemente ciò che è.

Simone Di Matteo
Laura Bono e Simone Di Matteo
Andrea Candeo e Simone Di Matteo

Hai affermato che “ogni libro è un viaggio che vale la pena intraprendere”. C’è un titolo che più di qualunque altro porti dentro te?

“Il Piccolo Principe” di Antoine de Saint-Exupéry è sicuramente il libro che più di qualunque altro mi porto dentro. Conosco ogni singola parola a memoria e, se non lo avesse fatto lui, mi sarebbe piaciuto moltissimo scriverlo al posto suo. Se non erro, è uno dei libri più tradotti al mondo ed è disarmante constatare come la semplicità della penna dell’autore arrivi a toccare le corde del nostro cuore. Non lo considero, e non l’ho mai considerato, nemmeno la prima volta che l’ho letto, un testo per ragazzi o bambini. Anzi, lo consiglio vivamente a tutti, tant’è che è uno dei regali che faccio di più alle persone che amo particolarmente, perché possa essere per loro una guida e un insegnamento.

Simone Di Matteo

Sul tuo profilo Instagram si legge “sono un gatto in un mondo di cani”. Com’è il tuo legame con gli animali?

Sicuramente li preferisco agli esseri umani. Vivono d’amore incondizionato e sono convinto che, attraverso loro, potremmo tutti imparare molto. Hanno sempre qualcosa da insegnare e non smettono mai di sorprendermi. Non sopporto l’arroganza, la non-curanza e la pretesa di onnipotenza con cui, il più delle volte, vengono trattati dall’uomo. Difatti, sono contro qualsiasi forma di maltrattamento o sperimentazione, e ho partecipato anche ad alcune campagne a riguardo. La vita è vita e come tale va rispettata, in qualsiasi forma essa si presenti. Anche se, a pensarci bene, sarei sicuramente a favore dell’estinzione della specie umana!

In un tuo post hai affermato di avere 7 gatti, chi è stato il primo felino ad entrare nella tua vita?

Era un gatto certosino di nome Crystal, ma mi ha lasciato molto in fretta. All’inizio, a causa della sofferenza, non riuscivo più a legarmi a nessun animale, tantomeno volevo prendermene cura. C’è da dire, però, che ero solo un bambino, non comprendevo ancora la vita e quel ciclo che porta inevitabilmente alla morte. Ma poi, crescendo e maturando, ho deciso di riprovarci e oggi sono qui, vivo con i miei amici a quattro zampe. Nel tempo, comunque, non ho avuto soltanto gatti. Ho salvato dalla strada tartarughe, ricci, pipistrelli, galline, formiche e topi. Attualmente ho 6 gatti, purtroppo una, la più vecchia dei miei sette, è venuta a mancare, e un ratto di nome Stuart. E devo dire che penso più spesso al loro benessere piuttosto che al mio. Se stanno bene, sto bene anche io. Se stanno male, mi sento a pezzi insieme a loro. Siamo legati da un filo sottile e al tempo stesso indissolubile, credo sia la forma più pura d’amore che possa esistere.

La tua scrittura è notevolmente particolare ed ammaliante. Quando hai scoperto l’energia che ti infonde la scrittura? Come ti sei approcciato al mondo letterario?

Non mi piace improvvisarmi in ciò che non potrò mai essere o diventare. È stato sempre tutto molto spontaneo e naturale, la scrittura fa parte di me sin da quando ero molto piccolo. E a dirvela tutta, scrivere è proprio la cosa che mi riesce meglio. Non solo opere e racconti, ma anche saggi e articoli di satira. La mia, modestamente parlando, è una penna dalle diverse sfaccettature. Il mio linguaggio, alle volte, può risultare molto ermetico e impenetrabile, sottile, ma c’è anche un altro lato di me, completamente differente. Da diversi anni, infatti, curo una rubrica satirica su alcune testate giornalistiche accreditate con lo pseudonimo de “L’irriverente”, attraverso il quale commento ogni cosa che riguarda il mondo dello spettacolo e i suoi personaggi, con un pizzico di ironia e spietatezza che non guastano mai.

Simone Di Matteo
Tina Cipollari e Simone Di Matteo

Hai partecipato al celebre reality show ” Pechino Express”, nella squadra degli “Spostati”, in coppia con Tina Cipollari. Come hai vissuto l’esperienza?

È stata davvero faticosa ma altrettanto divertente. Ne è valsa la pena. Pechino Express è un programma in cui il viaggio è l’unico vero protagonista, che ti permette di entrare in contatto con culture diverse, visitare luoghi e scoprire gli usi e i costumi delle terre lontane. È un’esperienza che va fatta almeno una volta nella vita, nonostante ti provi molto, sia a livello fisico che mentale. Non potrei ripeterla con nessun altro se non con Tina, la mia compagna di viaggio. Sebbene non abbiamo conquistato la vittoria, posso affermare con orgoglio che gli #Spostati, cioè noi, sono stati i vincitori morali della quinta edizione del reality, pensate, siamo addirittura l’unica coppia a cui è stata dedicata una colonna sonora!

Sei stato ospite del programma “Social House”, reality di intrattenimento e approfondimento che creava discussione coniugando i social, l’impegno sociale e l’intrattenimento. Quanto credi siano rilevanti i social network oggigiorno?

Social House è stato un docureality, un esperimento innovativo che ha visto protagonista non solo la rimessa in sesto di una casa in stato di abbandono nella bella Cassina De Pecchi (MI), donata poi alla comunità e trasformata in un centro di aggregazione, ma anche il mondo dei social e quello della tv. Al giorno d’oggi, i mass media sono una parte integrante della nostra quotidianità. In particolare i social network, che accompagnano incessantemente ogni istante della nostra esistenza. Si tratta di una realtà molto vasta, una finestra attraverso la quale imparare a guardare e, soprattutto, a saper dove guardare. Sono tante le insidie che vi si nascondono dentro e se usati in maniera scorretta, possono essere molto pericolosi. Basti pensare a tutti quei casi di bullismo, cyber bullismo, frodi, e così via. A mio parere, vista l’importanza che hanno acquisito, sarebbe necessario istituire dei corsi insegnamento incentrati sull’utilizzo di queste piattaforme, e perché no, si potrebbe cominciare proprio dalla scuola dell’obbligo!