Sciabola, il nuovo singolo “Homie”, intervista: “con Rambla ci lavoro ormai da anni, lo ritengo uno degli artisti più forti che abbiamo in Italia”

Sciabola

Sciabola, il suo vero nome all’anagrafe è Marco Oldani, talentuoso rapper, autentico e innovativo, nato in Toscana (a Pisa), classe ’98.

In seguito a un periodo trascorso a fare freestyle con i suoi amici, ha pubblicato i suoi primi inediti su Youtube riuscendo a catalizzare le attenzioni del grande pubblico.

Ha delineato il suo stile carismatico fin dal lancio del suo primo EP, contenente varie collaborazioni con producer e rapper.

Correva l’anno 2019 quando il singolo “Coriandoli” scalfisce in maniera indissolubile la carriera di Sciabola, il brano ha superato la soglia dei 160 mila ascolti su Spotify. Nel medesimo anno, la Universal Music Italia, ha distribuito la hit “Royal Rumble”.
Inoltre, Sciabola, ha aperto i concerti di numerose autorità della musica, tra i nomi più importanti Noyz Narcos, Psicologi, Rancore, Nayt e Nitro.

Il magazine Emozionienozioni ha ospitato Sciabola in occasione dell’uscita del suo nuovo singolo, “Homie”, per un’intervista esclusiva tra emozioni, ricordi e novità.

Sciabola, qual è la genesi del tuo nome d’arte?

Il nome Sciabola me lo diede un rapper pisano durante una battle di Freestyle. Ai tempi non avevo ancora registrato un brano, non avevo ancora un nome nella “scena”. In primis divenne un soprannome, lo è tutt’ora, per poi diventare una vera e propria personalità che con il tempo è riuscita a prendere parte della mia vita.

Il brano “Coriandoli” ha rappresentato una svolta decisiva nel tuo percorso musicale, ha superato i 160 mila ascolti su Spotify. Come hai vissuto un traguardo così rilevante?

Nonostante siano passati tanti anni, ancora non riesco a realizzare il perchè quel brano abbia fatto così tanti numeri. Lo scrissi durante un periodo della mia vita che ancora oggi me lo porto nel cuore, con tutte le emozioni annesse, sia quelle positive che negative. Fu il mio primo brano “pop”, fu un esperimento, ma un piccolo tassello per il mio percorso artistico. Da Coriandoli ho capito che la mia musica non deve avere un solo genere, un’etichetta, ma che ogni brano doveva avere una sua identità e doveva trasmettere un’evoluzione artistica anche per i brani successivi.

La Universal Music Italia ha distribuito “Royal Rumble”, singolo magnetico e ammaliante, quanto sono autobiografici i tuoi brani?

Cerco sempre di essere il più autobiografico possibile nei brani, ovvio ci sono i pezzi di punta, quelli un po’ più spinti dove cerco di trasmettere altro, la tecnica, il flow e tutti gli altri elementi che fanno capire all’ascoltatore che so rappare. Non per questo però tralascio il testo. Ci sono canzoni dove parlo di me senza veli, ed altre in cui ancora metto dei paletti, sono ancora in quel limbo in cui c’è la paura di essere vero, di non essere compreso, per questo mi capita di scrivere di me usando altri termini che solo io posso capire, o chi mi sta vicino durante il mio percorso personale.

Hai aperto i concerti di artisti come Nitro, Noyz Narcos, Psicologi, Rancore e Nayt, qual è la più grande lezione che hai appreso calcando lo stesso palcoscenico di artisti del loro calibro?

Ho imparato che il pubblico che ti trovi davanti non è sempre il solito. Durante una di queste aperture mi sono persino beccato degli insulti, diti medi a non finire. Nonostante questo cerco sempre di dare il massimo durante un live, il nome sulla locandina è il mio, non c’è il nome di uno del pubblico. Se fai vedere che comunque il palco è casa tua, e che stai facendo ciò che ti piace allora puoi stare certo che al prossimo live ci saranno meno insulti e più applausi. La gavetta serve a formarti, se ti fai abbattere sarà poi difficile rialzarsi.

Il tuo nuovo singolo “Homie” è un autentico inno all’amicizia, quanto conta la fiducia per nutrire i legami interpersonali?

Nel film “Black Panther” c’è una scena che mi ha compito e che parla appunto della fiducia e dell’amicizia. Il padre di T’Challa, durante il rito per diventare pantera nera, dice al figlio che per essere il re del Wakanda bisogna circondarsi di persone fidate ed essere una persona buona. Durante questo mio percorso artistico, ho avuto modo di conoscere tante persone, amici e non, alcune di esse sono diventate parte integrante del mio team, proprio perchè in loro ho visto quella fiducia e quell’amore verso i miei confronti e verso il progetto “sciabola”, che mi ha fatto capire che da solo non avrei concluso proprio niente. Tenersi stretti gli amici deve essere la regola primaria per vivere, non si può realizzare i propri sogni se siamo soli.

Quanto sei stato coinvolto in prima persona nella realizzazione del videoclip di “Homie”?

Tutto il team viene coinvolto, ogni volta che abbiamo un nuovo progetto da far uscire ne discutiamo sempre insieme per capire come muoversi, cosa fare, nuove idee ecc..  Di come si monta un video, di quale sia la ripresa migliore, la luce giusta, per tutte queste cose ci sono altre persone che lavorano con me. Siamo tante menti con tante braccia che si aiutano l’uno con l’altro, ed è per questo che ogni lavoro che esce lascia un impronta bella decisa a Pisa.

Nel singolo “Quarantena Sad Vibes RMX”, distribuito da Artist First,  è presente un featuring d’eccezione con Rambla, com’è nata la vostra collaborazione?

Con Rambla ci lavoro ormai da anni, lo ritengo uno degli artisti più forti che abbiamo in Italia, è stato un colpo di fortuna averlo nel team con me. Ciò che trasmette lui con la sua musica, che sia una prod o un suo singolo, in pochi riescono a farlo. Quando scrissi Quarantena Sad Vibes, mi disse subito che era uno dei suoi preferiti, entrati nella seconda quarantena mi sembrava più che doverose chiedergli una strofa per il rmx. Ad oggi i featuring con lui rimangono i pezzi a cui tengo di più.

Qual è il tuo primo ricordo legato alla musica?

Mio fratello più grande che mi fa acoltare per la prima volta la musica rap. Ricordo che quando tornavo a casa dalle elementari c’era sempre di sottofondo i Dogo, Neffa, Fibra, 50Cent, Eminem, Dr Dre ecc. I cosiddetti pionieri dell’Hip Hop italiano e mondiale, e ogni volta stavo li e li ascoltavo ripetendo anche parole che un bambino non dovrebbe dire, ma ero li, incantato da questa musica come se già sapessi che sarebbe diventare parte integrante della mia vita.

In quale emozione ti rispecchi quando canti?

Purtroppo la citazione “vivere male per scrivere bene” per un artista è il pane quotidiano, non per questo però allora vivo sempre male per riuscire a fare della musica decente. Le emozioni variano in base allo stato d’animo che ho quando scrivo, cambia in base alla prod che ho in cassa. Ci sono tanti fattori che possono far cambiare le emozioni, ma diciamo che sono una persona molto emotiva quindi nel momento in cui devo scrivere cose molto più personali mi ritrovo a farmi prendere tanto dal pezzo trasformando quel dolore in gioia per aver superato anche quel piccolo gradino.

Quali sono i personaggi che hanno avuto un ascendente maggiore sul tuo background artistico?

Sono fan della musica ma non ho mai voluto avere artisti da cui prendere spunto o ispirazione per la mia carriera. Tutto quello che ho fatto, scritto e vissuto fino ad oggi, ha preso ispirazione dalla mia vita, dalle persone che ho sempre avuto al mio fianco. Per la mia crescita artistica ho sempre preso d’ispirazione mio fratello Luca, attore di teatro fin dai primi passi, mi ha insegnato che nella vita non bisogna vivere di rimpianti e che bisogna sempre camminare a testa alta e lavorare. Il treno passa sempre, sta a noi avere le valigie pronte per partire.

XFactor, Amici di Maria De Filippi, o Tú Sí Que Vales? Quale talent show sceglieresti?

Sono sempre stato contrario a questi talent, in pochi sono riusciti a cavalcare l’onda post tv. Detto questo, anni fa feci una prova per entrare ad amici, di tutti i talent forse lo ritengo uno dei pochi validi perché ci sono mesi di scuola per la crescita artistica di ogni partecipante. Anche se non dovesse andare a livello di successo, comunque sono convinto che possa aiutare per migliorare sempre di più.

Qual è il motto che sposi più assiduamente?

Il mio migliore amico, nonchè il mio videomaker, mi dice sempre questa frase “zitti zitti, piano piano”. Credo che ormai sia il motto della nostra vita. Lavora e vedrai che i risultati arrivano.

Come vivi il mondo dei social network?

Se veramente il mondo dei social dipendesse da me, a quest’ora non esisterebbero più. Con gli anni mi sono reso conto di esserci caduto anche io dentro e spesso mi ritrovo a essere dipendente di esso, ma non cambio il mio pensiero al riguardo. Per un artista emergente i social sono vitali, specie negli ultimi anni, senza di essi la propria musica rimarrebbe nel quartiere, solo che anche per colpa dei social stiamo facendo diventare la musica sempre di più un prodotto da poter sponsorizzare, non più una cosa personale che doniamo agli altri perché sappiamo che la musica può fare solo del bene. Il mio consiglio è meno social e più vita sociale, e per favore smettiamo di fa le storie ai concerti che tanto non si sente niente e ti perdi quello per cui hai pagato per sentire.

Quali sono i tuoi progetti futuri?

A maggio 2021 siamo usciti con Primate, il mio primo ep. Ad oggi non saprei dirti quale sarà il progetto futuro, sto lavorando a parecchi singoli, chiudendo feat importanti, e capendo quale sarà il nuovo capitolo per Sciabola. Detto questo niente vieta un eventuale continuo di Primate, sarà la musica a parlare.

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