Reborn, intervista: il nuovo EP “EXPAND”

Reborn

Reborn, il suo vero nome all’anagrafe è Renato Valentino, cantautore e musicista, classe 1999, è nato ad Avellino, la sua musica non ha confini e possiede sonorità internazionali che conquistano fin dal primo ascolto.
Dal 2016 inizia a esibirsi dal vivo con la cover band Nucio’s, un collettivo che fonde grunge, hard rock e rap Old School, l’anno seguente prende vita il suo primo singolo, “Murder in Town”, apripista del suo EP intitolato “Drawing the Starry Sky”.
Nel 2018 con le hit è il turno di “Don’t Know if This Is the Right Title” e “Fine tonight”, che incantano sempre più i suoi estimatori. Reborn è un artista estremamente poliedrico, è uno dei più straordinari esponenti dell’attuale firmamento elettro-rock.

Il magazine Emozionienozioni ha raggiunto Reborn per scoprire i segreti del suo nuovo EP, “EXPAND”, nel corso dell’intervista il cantautore si è raccontato tra ricordi e progetti futuri.

Reborn, un nome d’arte denso di significato, un forte messaggio di speranza che infrange l’oscurità. Qual è la genesi del tuo pseudonimo?

“Reborn” è nato un po’ per goliardia, scherzando sulla possibile provenienza inglese del mio nome originario (Renato), il quale, letteralmente, significa “nato due volte”. C’è anche una seconda versione, che riguarda il cognome (Valentino —>  Goslow), ma fortunatamente non ho mai avuto il pensiero di includere questo dettaglio nel mio percorso musicale.

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Il tuo nuovo EP “EXPAND” è caratterizzato da sonorità internazionali sbalorditive, possiede un filo con conduttore?

Le canzoni di “EXPAND” sono state scritte in momenti o periodi diversi. Descrivono le mie esperienze negli ultimi due anni, specialmente la fase di quarantena e post-quarantena. Ma comunque sono riuscito in qualche modo a creare un nesso tra loro, partendo da tematiche semplici come amore, malinconia, futuro racchiuse in un momento di vita normalissima, per poi arrivare ad un’inaspettata degenerazione della salute mentale ed un loop di pensieri infiniti.

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Le cinque tracce del tuo nuovo EP invitano a vivere profondamente e pienamente senza lasciarsi egemonizzare dallo sconforto. Qual è il brano a cui sei maggiormente legato?

Dovessi scegliere, sceglierei “Spun”. Una traccia che contiene numerose strutture, passando dal rock alla psichedelia elettronica e che, con le sue parole, aiuta a scacciare pensieri futili e persistenti.

La tua vocalità è realmente straordinaria e incisiva. Quando hai scoperto la tua inclinazione artistica?

Grazie mille per il complimento, sono sicuro di poter migliorare in tanti aspetti, specialmente in quello vocale. Quando avevo 10 anni, il mio gruppo preferito erano gli AC/DC, cosa un po’ anomala per un bambino di quinta elementare. Seguendo le orme dei miei frontman preferiti, ho scelto di suonare la chitarra ed appassionarmi a più strumenti in seguito. Nel 2018, ho iniziato timidamente a lavorare sul mio primissimo progetto, prima di “EXPAND”, intitolato “Drawing the starry sky”, il quale, maturando e preso dalla voglia di continuare sul campo musicale, ho deciso di approfondire meglio dal punto di vista delle tecniche di registrazione, creando un sound più orecchiabile.

Qual è il motto che sposi più assiduamente?

“In mezzo a ogni difficoltà, si trova sempre un’opportunità”

I tuoi testi sono delle splendide poesie in musica. Quanto sono autobiografici i tuoi brani?

Grazie ancora per gli apprezzamenti, sto lavorando anche su quello. I testi dell’EP sono così tanto autobiografici da aver avuto un po’ di timore di risultare troppo spoglio verso chi mi ascolta, ma è capitato di sentirmi a mio agio quando familiari e amici iniziano ad intonare le mie ultime canzoni; credo sia una bella soddisfazione, figuriamoci un pubblico più vasto. Spero che le mie parole riescano ad accomunare interpretazioni e immaginazioni altrui.

Hai mai pensato di scrivere un libro per raccontare il tuo percorso musicale?

Non credo onestamente, ma se dovessi ottenere dei risultati vantaggiosi per il mio percorso, ci penserei in un prossimo futuro.

I featuring impazzano sempre più, con quali artisti vorresti collaborare in futuro?

Nel confine italiano mi piacerebbe senza dubbio collaborare con Salmo, Achille Lauro, Chiello, Frah Quintale, Tredici Pietro e tanti altri. In un contesto emergente europeo, invece, lavorerei con i Turnstile, Liily.. A livello più ampio beh, mi piacerebbe lavorare con tanti nomi importanti che abbraccino anche generi differenti.

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In “EXPAND” possiamo sentire sonorità innovative che spaziano dal rock all’elettronica, quali sono gli artisti che hanno avuto un forte ascendente sul tuo background artistico?

I miei riferimenti sono tanti. Parto da un hip hop strumentale che richiama il “broken kit” dei Beastie Boys, per arrivare ai suoni di chitarra sporchi e distorti di Jack White dei White Stripes, ai synth e alle linee vocali dei Muse e qualche cassa dritta alla Kevin Mckay.

Parteciperesti al Festival di Sanremo? C’è un brano della kermesse Sanremese che porti nel cuore?

Credo che se avessi l’opportunità, parteciperei. Preferisco cantare in inglese, ma Sanremo è Sanremo, sarebbe controproducente non andarci. I primi brani che mi vengono in mente sono “Rose Viola” di Ghemon, altro artista con cui lavorerei molto volentieri, e la cover dei CCP – Fedeli alla linea “Amandoti” eseguita dai Maneskin.

Quanto consideri importanti i social network oggigiorno? Come ti rapporti al mondo dei social?

Credo che l’industria musicale risulti oggi molto diversa da come era un tempo; i Social fanno parte della sponsorizzazione e divulgazione, senza quelli è difficile portare avanti un progetto. Personalmente, uso molto Instagram per condividere musica ed altri passioni.

Qual è il luogo ideale per il tuo concerto perfetto?

Sognando in grande, direi il Wembley Stadium, è il luogo consacrato, ci hanno suonato i più grandi. Molti artisti, al contrario, pensano che suonare nei locali piccoli sia più coinvolgente per la maggiore affluenza di persone o magari per non sentire quel suono così espansivo che si manifesta nei grandi stadi.

Come percepisci i talent show? X Factor, Amici, o Tú sí que vales, quale sceglieresti?

Onestamente non sono un grande estimatore dei talent, ma sono alternative per farti notare. Credo che, ad esclusione, X Factor sia quello più alla mia portata.

Qual è attualmente il tuo più grande sogno?

Spero di essere avvalorato per i miei progetti e contenuti e di essere una persona rispettata nel contesto musicale affine. Non pretendo di essere famoso, per ora (ride).

Quali sono i tuoi prossimi progetti?

Ho in mente diverse altre canzoni. Vorrei riarrangiare pezzi vecchi che in passato sono stati comunque apprezzati, riproponendoli in chiave moderna, mantenendo uno stampo rock, ovviamente. Oppure mutare “EXPAND” in un LP; sarebbe il mio primo album, molto emozionante!

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