R.Y.F.: LA COLONNA SONORA DI “TUTTO BRUCIA”, NUOVO SPETTACOLO DI MOTUS, È IN USCITA IL 7 OTTOBRE SU BRONSON RECORDINGS; ASCOLTA “POCKET FULL OF ASHES”

R.Y.F.: LA COLONNA SONORA DI “TUTTO BRUCIA”, NUOVO SPETTACOLO DI MOTUS, È IN USCITA IL 7 OTTOBRE SU BRONSON RECORDINGS; ASCOLTA “POCKET FULL OF ASHES”

Tutto va a fuoco nel percorso artistico di Francesca Morello, in arte R.Y.F.. In uscita in vinile e digitale il 7 ottobre 2022 per Bronson RecordingsTutto Brucia (Music From The Motus Show) è la colonna sonora originale da lei composta per l’omonimo nuovo spettacolo teatrale dell’acclamata compagnia teatrale Motus di Daniela Nicolò ed Enrico Casagrande (MDLSXPanoramaNELLA TEMPESTA), che la vede per l’appunto protagonista sul palco – alle canzoni e alle musiche live – assieme a Silvia Calderoni e Stefania Tansini.

Morello racconta di aver creato le musiche, basate sul connubio tra la chitarra elettrica e un canto sempre più libero e potente, partendo dall’improvvisazione, vale a dire seguendo al solito l’istinto: “Tutte le tracce si sono formate durante il naturale work in progress con Silvia, Stefania e Demetrio Cecchitelli, che ha composto gli ambienti sonori. Una volta sintonizzata su atmosfera e temperatura della scena, ho cominciato a lavorare al testo con l’aiuto delle parole suggeritemi da Ilenia Caleo, responsabile della ricerca drammaturgica, e dai medesimi Motus, che mi hanno concesso comunque totale libertà di scrittura. Il processo è stato armonioso, perché le musiche e le rispettive scene sono molto legate tra loroEcco perché è stato deciso di immortalare Tutto Brucia (Music From The Motus Show) dal vivo, in occasione di uno spettacolo svoltosi in Triennale, a Milano, a inizio novembre 2021, in modo da restituire la fondamentale interazione tra musica e testo. Registrazione, editing e mixaggio sono stati effettuati da Andrea Cola, che ha svolto un notevole lavoro di produzione restituendo con maestria la profondità degli spazi teatrali nelle incisioni. Il master, infine, è stato affidato a Giovanni Versari. “Sebbene i pezzi possano essere apprezzati da soli“, continua Morello, “sarebbe bello se chi ascolta il disco assistesse anche allo spettacolo, che peraltro non è mai uguale a se stesso ma dipende ogni volta dalle nostre energie e sensazioni. Io seguo secondo per secondo quello che sta succedendo on stage, insinuandomi tra le frasi e le azioni di Silvia e Stefania, in un continuo dare e ricevere spazio“. Le voci di Calderoni e Tansini si intrecciano con la musica e diventano il collegamento immaginifico per rivivere i passaggi/paesaggi dello spettacolo.

Le musiche di Tutto Brucia, già accolto con importanti riscontri di pubblico e critica, sono state composte da Morello in contemporanea alle canzoni confluite nel suo recente album da solista Everything Burns, uscito nel 2021, sempre per Bronson Recordings, e intitolato non a caso con lo stesso titolo, adattato in lingua inglese, dello spettacolo di Motus. Anzi, più che un album, Everything Burns, potremmo definirlo un sovversivo incendio electro-punk dagli ideali queer, aggiudicatosi il titolo di miglior disco italiano dello scorso anno su “Internazionale” e in grado di conquistare persino gli Skunk Anansie, che hanno voluto R.Y.F. ad aprire i loro concerti estivi nel nostro Paese. “A volte vorrei davvero bruciare un sacco di cose”, afferma Morello, “brutte cose che appartengono a questo mondo, a questa società. Patriarcato, omofobia, transfobia, grassofobia, razzismo. Vorrei bruciare tutte le discriminazioni, affinché le persone siano più felici”. Nell’album erano contenuti anche l’esplosivo singolo dark dance Cassandra, un epico inno di sorellanza accompagnato peraltro da un videoclip diretto da Motus con la partecipazione di Calderoni e Tansini, e la ballad Pocket Full Of Ashes, scritte inizialmente proprio per Tutto Brucia. “Penso che le donne debbano alzare la testa, come dice Cassandra nella tragedia, ed essere orgogliose di se stesse. È ora di riprenderci il potere”.

L’estesa Pocket Full Of Ashes (Tutto Brucia Ed.), disponibile a partire da oggi 9 settembre come primo estratto dalla colonna sonora, è ipnosi catartica ruotante attorno alla progressione fantasmatica delle corde e all’avvolgenza dreamy del ritornello: «I’ve pocket full of ashes / Pocket full of tears / I’ve pocket full of ashes / Pocket full of fear». Il brano nella sua versione per lo spettacolo, basato sulla riscrittura della tragedia greca Le troiane di Euripide, parla dell’ultimo giorno di felicità e festeggiamenti vissuto dai troiani, prima dell’attacco distruttivo da parte del popolo greco. Morello ricorda: “Il ritornello di Pocket Full Of Ashes è nato nel novembre del 2020, durante un workshop con Motus e Silvia Calderoni. Avevo lanciato il field recording di un fiume che scorre come sottofondo e improvvisato un loop. Silvia ha preso a riempirsi letteralmente le tasche dei pantaloncini di cenere di scena e io sono partita di rimando a cantare… Il testo è un lamento triste e malinconico, un abbraccio a ciò che è andato, perduto, e che si vorrebbe però ancora stringere e accarezzare“.

Lo spettacolo Tutto Brucia sfodera una forza stordente e sempiterna nel miscelare il passato e il presente, temi come il lutto, la guerra e il femminismo, oltre che i differenti talenti delle sue tre protagoniste e le parole prese in prestito da Jean-Paul Sartre, Judith Butler, Ernesto De Martino, Edoardo Viveiros de Castro, NoViolet Bulawayo, Donna Haraway.

Dalla presentazione ufficiale di Motus: “Porto il lutto per i figli morti in guerra / Per le donne fatte schiave / Per la libertà perduta / Oh amate creature, tornate, venite, venite a prenderci!Queste sono alcune delle parole sussurrate da Calderoni/Ecuba, intrecciate alle note e alle parole di Morello, mentre Tansini squarcia l’aria con un pesante coltello e un falcetto contadino, come nei riti collettivi di cordoglio scomparsi del sud Europa. Il lamento si propaga attraverso quel Mediterraneo nero che – allora come oggi – è scena di conquiste dell’Europa coloniale, di migrazioni e diaspore. Tra le rovine di uno spazio vuoto e stravolto, coperto da cenere e cadaveri di mostri marini, dove tutto è già accaduto, emerge la questione della vulnerabilità radicale. A dare voce ai soggetti più esposti ci sono il corpo rotto di Ecuba, la parola profetica di Cassandra che vede oltre la fine, il grido spettrale di Polissena, l’invocazione ai morti di Andromaca, le violenze subite da Elena e infine il corpo più fragile e inerme, quello del bambino, Astianatte. E agli spettri che le/ci assediano. Mai come adesso il lutto ci appare come una questione politica. “Quali vite contano? Cosa rende una vita degna di lutto?È attraverso il dolore che le protagoniste nella scena tragica si trasformano materialmente – divengono altro da sé: cagna, pietra o acqua che scorre, elaborando la violenza subita. Una metamorfosi che apre verso altre possibili forme. E scrive il mondo che verrà. Perché la fine del mondo non è che la fine di un mondo.