
Uscirà il 9 maggio, anticipato dall’ascolto di oggi di Sciumara (più che un singolo, un elemento organico di una lunga suite), Lema, il quattordicesimo album da solista di Paolo Angeli, registrato a Sitges (Spagna) nel Silo Studio di Dave Bianchi e masterizzato a Cagliari da Marti Jane Robertson. La suite – che pulsa per oltre 46 minuti tracciando nuove rotte musicali ed evocando sonorità a cui Angeli ci ha abituati nel tempo – coglie un momento di grande creatività del musicista gallurese, reduce da un tour entusiasmante di 16 concerti in 19 giorni negli Stati Uniti.
Lema (in spagnolo motto o slogan) è una sintesi diretta, capace di inglobare la complessità di un pensiero musicale senza steccati tra i generi, in cui Paolo Angeli sviluppa i trent’anni di convivenza con la chitarra sarda preparata. Per quanto Angeli ci abbia introdotto alle potenzialità di arrangiamento offerte dal suo strumento-orchestra, già nel brano Sciumara si ha la sensazione che, ad eseguire le musiche, ci sia un combo strumentale e non un solista.
Ascolta il primo estratto “Sciumara”
L’album è un autoritratto autorevole. La separazione da un affetto profondo, diviene un elemento catalizzante per partorire un album in pochi mesi. Cogliendo questo momento naturale antico quanto l’alba, Lema serve a elaborare e rinascere.
Lema – eseguito in solo, senza sovraincisioni e senza ausilio del looper – è un dialogo tra Angeli e la sua nuova chitarra (realizzata nella liuteria Micheluttis e elaborata da Oran Guitars). Forse è la complicità con i nuovi artigiani coinvolti nell’elaborazione di un nuovo strumento a permettere un’apertura su sonorità non esplorate nei lavori precedenti. Ma ad assumere la funzione di guida è la voce – ora trasfigurata ora nella sua nitida freschezza – che si muove per sottrazione, evocando motti appartenenti ad un tempo remoto. I testi sono estratti dalla poesia popolare gallurese del 1700 e ‘800 (Don Baignu Pes, Petr’Alluttu) fino arrivare alle gare poetiche del ‘900 in logudorese (Antoni Cubeddu). Inoltre troviamo anche la traduzione in gallurese della poesia palestinese If I must Die ed estratti del contemporaneo Alberto Masala.
L’estrazione dei versi dalle poesie originali, collocate all’interno di un tessuto musicale contemporaneo, innesca dei nuovi significati, ora svelati, ora sospesi come immagini che affiorano dalla carta in una camera oscura.
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