NedNack, intervista, il suo nuovo singolo “Vita”: ‘l’artista che mi ha fatto capire davvero che artista volevo essere io, è stato senza dubbio Achille Lauro, la figura che stimo di più in Italia’

NedNack

NedNack, rapper e cantautore, classe 1999, nato nell’hinterland perugino, un artista eccezionale che arriva dritto al cuore.
A soli 17 anni, rilascia il suo primo mixtape ufficiale, “Paranoid”, contenente i suoi primi singoli di successo.

Fin da subito il grande pubblico apprezza ampiamente la musica straordinaria e rivoluzionaria di NedNack, ha condiviso il palco con i pilastri dell’attuale panorama musicale. Ha aperto i concerti di artisti del calibro di Gemitaiz, Rkomi, Vegas Jones e Achille Lauro.

Proprio dai live dell’eclettico artista capitolino, pioniere della samba trap e tra i più stimati nomi del nuovo panorama musicale italiano, che NedNack conosce DogsLife e Mattia di Tella, due grandi professionisti, rispettivamente producer e videomaker, facenti parte dell’entourage di Achille Lauro. Entrambi si appassionano all’estro creativo di NedNack e, con il supporto di tutta la NoFace Studio di Roma, gli danno la possibilità di attuare una svolta artistica, creando progetti innovativi, sperimentali e dal fortissimo impatto mediatico.

Canzone dopo canzone, NedNack ha palesato l’autenticità della sua penna, confermando la sua notevole e vibrante abilità nel rap-game che gli ha consentito di ritagliarsi spazio e stima nell’olimpo del mercato musicale italiano, e inoltre ha evidenziato un considerevole eclettismo in termini di tematiche affrontate e sonorità, combinazione straordinariamente eccezionale capace di rendere i suoi pezzi iconici e unici. NedNack abbraccia e coinvolge target di pubblico differenti, uniti fortemente dal file rouge della verità e dell’emozione.

Successivamente all’enorme successo riscosso lo scorso anno con i brani “Temporale” e “Piccola Star”, NedNack ritorna con il suo nuovo singolo, un brano introspettivo e travolgente.

Abbiamo raggiunto NedNack, durante l’intervista ha parlato del nuovo singolo “Vita” e non solo.

NedNack

NedNack, il tuo nome d’arte è estremamente memorabile. Proprio come la tua musica, il tuo pseudonimo, si distingue immediatamente per la particolarità e per l’originalità. Nednack era già scritto nel tuo animo, come ha preso forma?

Ciao e grazie per questo spazio! Innanzitutto volevo ringraziarti per aver riconosciuto l’originalità del nome e della mia musica! A dirti la verità, NedNack è nato successivamente, avevo piu “Tag” ai tempi, non erano nomi d’arte perché vengo dal Writing, i graffiti e le Jam HipHop, sono partito come “Noise”, perché…facevo casino ovunque andavo (ride)! Qualche anno dopo, uscendo dalla mia vecchia Crew è nato “Jado”. Successivamente, e secondo me e qua la vera magia, è nato “NedNack”. Mi ricordo che sognai che andavo a cancellare le tag con i nomi vecchi, sostituendole con qualcosa che assomigliasse a “NeNa”, ma era troppo femminile: così, insieme a degli amici, uscii “NedNack”. “Ned” suonava talmente tanto bene che tutta la comitiva iniziò a chiamarmi “Ned” e da là è stato amore a prima vista, quindi sì, era già scritto, mi cercava, andava solo trovato!

NedNack

Il tuo immenso estro artistico ti ha consentito di spaziare tra diverse sonorità e sfaccettature artistiche, la tua evoluzione è costantemente sorprendente, quanto credi che la musica possa cambiare senza confini il mondo? Quanto ritieni che sia essenziale cambiare?

Credo che la musica da sempre influenzi, più che il mondo, le persone che in questo mondo ci vivono. Da bambino speravo di poter cambiare quello che non mi piaceva cantando ciò che invece amavo, ma crescendo mi sono reso conto che non era facile come pensavo; allo stesso tempo, ho capito che però una canzone può veramente aiutare intere generazioni. Io, insieme alla mia musica ed agli artisti che stimo di più, ho superato i momenti peggiori della mia vita, quindi, alla domanda la musica può cambiare il mondo, con l’esperienza di un adulto, ti rispondo che un po’ ho smesso di crederci, mentre non ho mai smesso di credere che la musica possa salvare nel vero senso della parola le persone! Sulla questione del cambiamento, credo che questa domanda vari molto da Artista ad Artista.. Per me è stato fondamentale avviare un cambiamento, più che cambiamento, la definirei evoluzione e per un artista come me è imprescindibile. Darsi un genere , in musica, come in tante altre cose, è sinonimo di “Limitarsi” e io nella vita non mi sono mai dato limiti e ho sempre visto la musica come un’occasione per crescere. E per crescere, non si può certo rimanere sempre uguali! Nella vita si va avanti, così come nella musica, quindi credo che più che un cambiamento, l’evoluzione sia la cosa più bella che ci sia in questo settore.

NedNack

Ascoltando la tua musica si coglie immediatamente l’anima che metti in ogni singolo brano e la grande autenticità del tuo amore per la musica. La profondità dei tuoi testi ti contraddistingue notevolmente, quanto sono autobiografici i tuoi brani?

La mia musica è al 100% autobiografica, non riesco a parlare di cose che non ho visto o vissuto (per fortuna). Io faccio musica per esprimere delle cose che a parole nella vita reale non riuscirei mai ad esprimere, la musica mi ha dato l’opportunità di dire la mia senza vergognarmi, se dovessi ora raccontarti una mia esperienza di vita, forse sceglierei un brano dal repertorio da farti sentire, piuttosto che raccontartela a parole. Questo per dirti quanto ogni brano racchiuda un’ “Emozione”, un “Sentimento” e comunque riporti sempre a fatti e scene prese dalla “Vita Vera”. A volte “rubo” delle storie ai miei amici, tant’e che mi dicono “Se svolti, ce li paghi i diritti?” (ride). Abbiamo tutti avuto della vite che secondo me devono essere raccontante per non essere state vissute invane, alcuni, purtroppo, ci guardano dall’alto e non ho intenzione di lasciarli là, ma di portarli sempre con me, attraverso la mia musica e le esperienze che insieme abbiamo vissuto, così che, almeno noi, sempre tramite la mia musica, potremmo vivere in eterno.

Ogni tuo brano colpisce al cuore, le tue liriche sono vere e intense, lanci messaggi forti, riesci a rendere immediate comunicazioni complicate. La tua musica fa ballare, regala momenti di spensieratezza, ma al contempo riesce a forgiare l’animo, infondi valori importanti ed emblematici. Quanto avverti la responsabilità dei messaggi che trasmetti attraverso la tua musica?

Guarda, questa è una domanda da veramente un milione di euro e credo che andrebbe fatta a tanti artisti che dominano il panorama mondiale della musica. Ogni artista, me compreso, ha una fortissima influenza su un giovane; io ho ascoltato di più le canzoni dei miei idoli che i miei genitori, nel vero senso della parola! Il 90% degli adolescenti prende un artista come punto di riferimento. Ecco, se quell’artista là parlerà nei suoi pezzi solo di cose materiali, risse e roba del genere, il ragazzino che lo prende come esempio, crescerà con una concezione di vita totalmente sbagliata e questo non va bene affatto: un artista, tramite le sue esperienze, dovrebbe far cogliere all’ascoltatore di non rifare determinate cose e non spingerlo a farle, perché un ragazzino di 15 anni che si ascolta tutto il giorno dei brani dove si parla di droga, spaccio e risse, poi, quando avrà l’età per uscire, quello farà, perché è il modello che ha nella musica che ascolta. Quindi, credo che noi artisti, abbiamo veramente una grande responsabilità sulle generazioni nuove e dobbiamo esserne grati, sfruttando al massimo questa cosa per educare bene l’ascoltatore. Riassumendo, sì, per me la responsabilità è tantissima e cerco sempre di sporcare il meno possibile i miei brani, ovviamente non va negato ciò che si ha fatto e ciò che si è stati, ma va specificato che non è bello aver commesso determinate cose.

Quanto credi che la musica possa unire intere generazioni?

Come dicevo prima, gli artisti secondo me sono “Educatori”. Un artista come Vasco Rossi, o come Zucchero, o più recentemente uno come Achille Lauro, credo siano in grado di unire vecchie e nuove generazioni sempre. Personalmente, un pezzo di Vasco lo canto con mia nonna e con cugini di 10 anni; quindi, se la musica è vera, ritengo possa unire le generazioni e anche questo è un lato bellissimo del nostro lavoro.

Qual è l’esperienza a livello musicale che ti ha formato maggiormente?

Ho imparato da tutte le esperienze musicali e non, credo che tutti i giorni impariamo da tutto e da tutti. Sicuramente, posso dirti che ho imparato molto sull’attività di artista dal NoFace Studio, da Elisa Serrani di Music & Media Press, il mio Ufficio Stampa, e da tante altre figure come DogsLife, che sono state colonne portanti per il mio percorso!

Quanto ritieni che sia importante mantenere i piedi per terra, non dimenticare mai l’umiltà, restare fedeli a se stessi?

Credo che sia importante mantenere i piedi per terra, restare umili, ricordandosi sempre da dove si viene per non perdere se stessi, altrimenti, la musica poi, non sarebbe più personale e agli occhi della gente, non sembreresti più “Tu”. Allo stesso tempo, non nego che quando si viene dal niente e dopo tanti sacrifici si raggiunge il proprio scopo, è anche giusto trovare un modo per farlo riconoscere, ma mai per ostentare, bensì per motivare gli altri, della serie: “Se ce l’ho fatta io, possono farcela tutti!”

Nei tuoi testi affronti tematiche ricercate e profonde, quali artisti ti hanno aperto la mente e hanno destato il tuo desiderio di scrivere dei brani così innovativi?

Sono stato influenzato da tantissimi artisti, soprattutto facenti parte della scena rap, quando ero ragazzino. Saga er secco, Noyz Narcos, Er cossta, Gente de Borgata, Cor Veleno, RAK, Marracash e Gué Pequeno credo siano quelli che inizialmente mi hanno formato di più e probabilmente anche i più significativi per me, perché in qualche modo è grazie a loro se sono entrato in questo “giro”, o meglio, se mi sono appassionato a questa nobile arte. Ma l’artista che mi ha fatto capire davvero che artista volevo essere io, è stato senza dubbio Achille Lauro, la figura che stimo di più in Italia.

La musica è emozioni e tu riesci a trasmetterne tantissime, dopo i tuoi successi ottenuti lo scorso anno con i brani “Temporale” e “Piccola Star”, com’è nato il tuo nuovo singolo “Vita”?

“Vita” è un brano nato dal semplice fatto di rimettere appunto “Vita” dentro l’ascoltatore, la Vita che ci è stata tolta da tre anni di Covid, lasciando i giovani abbandonati a se stessi. So che molti hanno smesso di inseguire i propri sogni, le proprie passioni, perché scoraggiati dal periodo; questo singolo è per loro: NON MOLLATE MAI!

L’ispirazione viene a trovarti, arriva in seguito a vicissitudini, o la ricerchi? Nascono prima le parole, le melodie, o i titoli dei tuoi brani? Qual è il tuo momento favorito della giornata per creare nuova musica?

È tutto un gran casino, ahah, sto in studio tutti i giorni, tutti i giorni chiudo brani che poi stravolgo, per poi riportarli alla versione originale e poi…stravolgerli di nuovo! Per fortuna ho il mio Manager, ma non mi piace chiamarlo così, perché è prima di tutto un amico: lui riesce a farmi capire come rimettere insieme le mille idee che ogni volta ho! Per dirti, di “Vita” ho 6 versioni di testo e 5 di master, alla fine abbiamo usato la prima versione, ma senza le modifiche che ogni volta faccio, non saprei qual è’ l’idea migliore. Mettersi sempre in discussione per me è tutto, mi spinge a fare meglio!