MØNØ StraWoman, intervista: “sicuramente una delle ragioni che mi spinge a continuare e andare avanti ogni giorno con questo progetto è l’energia che ricevo ogni volta dal pubblico”

MØNØ StraWoman

MØNØ StraWoman, giovanissimo dj e produttore da poco entrato a far parte della scuderia di Good Guys, ha scoperto la musica grazie a una chitarra e un launchpad in prima media. Da allora, con la prima console in cameretta e alle feste della scuola, è iniziata una grande passione, ancora oggi forte come i primi giorni. Abbiamo raggiunto MØNØ StraWoman per un’esclusiva intervista.

Il tuo nome d’arte è fortemente evocativo, qual è la genesi del tuo pseudonimo?

L’idea dietro al nome è arrivata in modo puramente casuale. Riflettendo sulla mia sordità all’orecchio destro, ero alla ricerca di un termine tecnico che potesse racchiudere in una parola semplice e d’impatto questa mia caratteristica. Nella terminologia audio, viene definito “stereo” qualunque segnale composto da una componente “sinistra” e una “destra”. Attrezzature come i microfoni, invece, emettono un segnale a canale singolo, chiamato appunto “mono”, e qui il termine si ricollega all’idea di partenza: percepire l’audio da un solo “lato”.

Quando hai avvertito la scintilla della tua passione per la musica?

Il primo contatto “desiderato” con uno strumento musicale è avvenuto in prima media con una chitarra classica, grazie a un professore di musica. Sempre in quell’anno la conoscenza di un mio grandissimo amico mi ha aperto le porte del mondo EDM, che in quel periodo si stava esprimendo al suo apice. Ne conseguì quindi l’acquisto del primo controller, con il quale passai i primi tre anni tra cameretta e feste scolastiche. Con il passare degli anni ho affinato la mia selezione musicale e identificato in modo più chiaro i miei gusti, riuscendo a sviluppare un suono che ritengo abbastanza evocativo, anche nelle mie produzioni.

Come ti prepari al prossimo DJ SET che si terrà in occasione della manifestazione StraWoman?

Per preparare un evento come la StraWoman è necessario principalmente un lavoro di selezione, più che l’esercizio tecnico. Sono andato a ripescare dai meandri delle compilation estive realizzate negli anni durante le varie esperienze di animazione e balli di gruppo, un approccio completamente differente da quello che utilizzo per eventi “notturni”. Ho creato dunque una selezione di “Summer Hits”, adatta a un grande evento e un pubblico estremamente vario come quello della StraWoman, obbiettivo: divertimento a ogni traccia.

Come vivi il rapporto con il pubblico?

Come DJ ho imparato a identificarmi come “guida” per le persone che partecipano agli eventi. La posizione della console conferisce una grande responsabilità, e poter “prendere per mano” le persone e guidarle durante la serata attraverso la musica è un’esperienza difficile da descrivere. Sicuramente una delle ragioni che mi spinge a continuare e andare avanti ogni giorno con questo progetto è l’energia che ricevo ogni volta dal pubblico; ad ogni ritornello cantato dall’inizio alla fine, per me è una conferma sulla bellezza di questo lavoro e questo progetto.

Qual è il motto che sposi maggiormente?

“It’s a matter of creativity”. Uso questo motto per descrivere il mio pensiero, molto razionale e metodico, ma estremamente legato alla creatività come motrice in tutto ciò che faccio. Ho studiato musica per diversi anni, e la teoria gioca un ruolo fondamentale nel mio modo di operare. Tuttavia la chiave per l’unicità rimane sempre la creatività, l’unica cosa in grado di esaltare ogni tratto caratteristico.

Progetti futuri?

Ho un inedito pronto per essere rilasciato, in uno stile a me molto caro ovvero la “Synthwave”, ma sto aspettando di ultimare anche il mio primo progetto inedito per il mondo clubbing, con un impronta prevalentemente “House”, ma influenzato comunque dalle sonorità a me più care. E poi tante date ancora da scrivere ed eventi da affrontare, ma di questo se ne parlerà dopo l’estate.