Vi presentiamo l’intervista esclusiva ai Melty Groove, un trio torinese che si distingue per la sua capacità di fondere generi e influenze diverse, portando il suo groove oltre i confini nazionali. Il nuovo singolo, “Breathing,” disponibile dal 4 ottobre su tutte le piattaforme, rappresenta un’evoluzione artistica per il gruppo, un brano che coniuga l’energia del funk con l’intensità del progressive rock. In questa intervista, i Melty Groove ci guidano permettendoci di scoprire il dietro le quinte di una band che, a ogni nota, cerca di spingersi oltre i propri limiti e di lasciare un segno autentico nel panorama musicale.
Con ‘Breathing’, segnate un passo importante verso una maggiore maturità compositiva, come sottolineate nella vostra comunicazione. Qual è stata la vostra ispirazione principale per questa evoluzione musicale, e come avete integrato le diverse influenze nel vostro sound per creare questa nuova identità?
Grazie! Abbiamo voluto fare un passo avanti nella nostra evoluzione compositiva, esplorando una più ampia “gamma” di stili musicali in un modo più maturo, mescolando pop, funk, rock e soul. Questo brano è anche molto Progressive rock. L’influenza di artisti come i Queen e i Kansas ci ha ispirato per la struttura iniziale del brano, che poi si sviluppa in un groove ispirato a Jamiroquai, Phil Collins e i Genesis e tanti altri. Questo processo ci ha permesso di integrare finalmente diverse influenze, consolidando una nuova identità musicale più “adulta” e variegata.
L’apertura del brano con un’introduzione vocale a cappella dimostra una profonda connessione tra i membri della band. In che modo questa scelta riflette la vostra sinergia artistica e l’importanza della collaborazione nel processo creativo?
Cantare in tre non è facile e ancora è una sfida che cerchiamo di superare ogni volta. Siamo convinti che ogni forma di armonia abbia bisogno di una “connessione” tra le voci singole (in musica, non a caso si chiama anche “simpatia tra i suoni”). La parte introduttiva di “Breathing” è stata anche cantata insieme a Stefano Masuelli, leader dei Defector. Questo approccio aperto a collaborazioni è quello che vogliamo mantenere anche nei prossimi singoli, perché crediamo che il valore umano sia alla base della musica pop.
La vostra capacità di mescolare ritmiche coinvolgenti e armonie ricercate è davvero notevole. Come siete riusciti a mantenere un equilibrio tra la complessità musicale e l’immediatezza che caratterizza il vostro stile, specialmente in un brano che evoca metafore sulla vita del musicista moderno?
Grazie per il tuo ascolto attento! Sì, siamo molto attenti a bilanciare la complessità musicale con un’immediatezza accessibile. In questo pezzo le ritmiche sono sincopate e i cambi di accento rappresentano una metafora della vita del musicista descritta nel testo… Queste complessità sono bilanciate da un ritornello pop semplice e canticchiabile.
Il richiamo alle sonorità degli anni ’80 nel ritornello di ‘Breathing’ è un omaggio a una tradizione musicale ricca e varia. Come pensate che l’influenza di artisti come Phil Collins, i Queen, si possa adattare al contesto contemporaneo, e quali messaggi sperate di trasmettere attraverso questa fusione di epoche?
Noi non siamo artisti contemporanei nel senso “stretto” del termine. Crediamo che per suonare bisogna ascoltare prima tanta musica e cercare di reinterpretare in modo fresco e attuale le cose meravigliose che sono state fatte in passato. Siamo dell’idea che un brano troppo immediato possa perdere consistenza in poco tempo se non ha un contesto ed un legame con ciò che l’ha preceduto: per questo rimaniamo al momento fedeli ad un approccio acustico, “suonato” e poco elettronico.
Ad oggi molti dei nostri colleghi non suonano strumenti e non hanno la percezione dello sbaglio, la bellezza di un errore, l’importanza dell’imperfezione. Noi cerchiamo di bilanciare la modernità con una buona dose di riferimenti storici, quelli che ci hanno fatto crescere dal punto di vista musicale (i grandi classici del rock, il folk, persino la world music). La maggior parte dei nostri concerti comprende delle cover che noi abbiamo trasformato in “hypercover”, ovvero brani con arrangiamenti molto rivisitati al punto da generare un effetto straniante nel pubblico. Questo crea un duplice livello di lettura nel modo in cui il “passato” diventa “presente”.
Con la pubblicazione di ‘Breathing’, siete sulla strada per il vostro primo album di inediti previsto per il 2025. Quali aspettative e ambizioni avete per questo progetto, e come pensate che i vostri successi passati influenzeranno la vostra prossima fase artistica?
Con la pubblicazione di “Breathing” e l’album in arrivo nel 2025, di cui ancora non possiamo anticipare nulla, ci sentiamo pronti a consolidare il nostro percorso artistico.. le esperienze passate, dalle “Hypercover” (di cui sopra) ai primi singoli come “Trigger” e “Have no Fear”, ci hanno preparato per questa nuova fase, che tende a fare tesoro delle esperienze e degli errori pregressi per fare qualcosa di nuovo con più maturità. Il nostro obiettivo è continuare a espandere il nostro pubblico, partecipando a festival e aprendo per artisti più importanti.