Su Emozioni e Nozioni siamo lieti di presentarvi l’intervista esclusiva a Maurizio Innocenti, un artista di straordinaria sensibilità e profonda cultura musicale, in occasione dell’uscita del suo ultimo album, In the Shadow of the Giant. Quest’opera è frutto di una ricerca meticolosa e appassionata, che omaggia brani rarissimi e poco noti di compositori romantici, il cui talento è rimasto ingiustamente in ombra. Grazie alla produzione di Luca Rustici, Innocenti ci offre un viaggio emozionale e raffinato, una celebrazione della bellezza nascosta di capolavori dimenticati, eseguita con una maestria che rivela il suo profondo legame con la musica.
Con un repertorio che va oltre il tempo e le mode, In the Shadow of the Giant rappresenta un’autentica dichiarazione d’amore per la musica come espressione di umanità e introspezione. Siamo onorati di poter intervistare Maurizio Innocenti e scoprire con lui i segreti della sua musica.
Il suo nuovo album “In the shadow of the Giant” esplora composizioni rare ma affascinanti, spesso trascurate dalla storia della musica. Potrebbe raccontarci il processo creativo e le emozioni che ha vissuto nel riscoprire queste opere, trasformando l’ombra dei giganti in una luce che illumina questi “piccoli fiori”?
Grande fascino, l’impressione di una piccola perla di fiume che rimasta sommersa venisse portata in superfice, scaldando gli animi con il suo tenue colore. Il mio approccio con tali brani è stato di allentare le morse dell’interpretazione storica e filologica e dare spazio alla pura impressione, emotivamente coinvolgente per me e, spero, per tutti gli ascoltatori.
La sua scelta di includere brani come il notturno “La Separazione” di Glinka suggerisce un profondo legame con la dimensione emotiva della musica. Come queste composizioni risonano con la sua esperienza personale e quale messaggio spera di trasmettere attraverso la loro interpretazione?
E’ vero, per me la parola chiave è risonanza, farsi corpo vibrante accogliendo il mistero del suono, che, entrando in noi, ci fa vibrare e ci libra in dimensioni elevate. Nel notturno di Glinka la malinconia di una separazione è quasi metafora di un allontanamento tra le due entità, che costituiscono il tutto di un solo essere, e questa visione mi ha veramente ammaliato, se pur con tristezza.
La copertina del suo album è una metafora del camminare all’aria aperta, un’immagine potente che riflette l’autenticità e l’accoglienza dell’esistenza. In che modo questa visione si riflette nella sua musica e nel suo approccio artistico?
La vita è un infinito cammino, nello spazio fisico e in quello introspettivo e spirituale, la Musica è un canale privilegiato per scoprire all’interno di noi dimensioni infinite e troppo spesso inesplorate. Il meraviglioso effimero della Musica ci permette di sondare i nostri abissi, siano questi oscuri o luminosi.
La sua collaborazione con Luca Rustici ha dato vita a questo progetto. Potrebbe condividere con noi alcuni momenti significativi di questa collaborazione e come hanno influenzato la sua visione musicale e artistica?
Per me, in modo spontaneo e naturalissimo, il rapporto di fiducia per Luca si ammanta di stima nella sua persona e nella grande esperienza artistica nel suo campo e ne fa perciò un prezioso riferimento di arricchimento nel lavoro e nella vita. Lavorare con lui è stato interessante, divertente, profiquo e semplice!
Infine, considerando il suo background eccezionale e il suo percorso artistico, quale consiglio darebbe ai giovani musicisti che si sentono in competizione con i grandi nomi della musica? Come puoi trovare la loro voce unica in un panorama così affollato?
Una enorme parte del me musicista è dedicata all’insegnamento in Conservatorio di Musica, la mia ricchezza e crescita è dovuta al giornaliero contatto con giovani e giovanissimi allievi musicisti, a loro mi rivolgo pieno di stupore per la ricchezza ed il potenziale enormi che custodiscono nel loro essere, fiero di poter contribuire al loro sviluppo artistico nella pieneza della loro espressione umana. Mai un dubbio dovranno avere nel fatto di essere sempre unici ed irripetibili nell’interpretare un brano che scaturisca dal loro sentire più profondo. Ogni persona è un intero universo, infinito.