Mariasole, dal Talent “The Coach” al nuovo singolo “Nothing To Say”, intervista: ‘sarebbe un sogno per me collaborare con artisti come Charlie Puth, Jared Leto, Marco Mengoni, Madame, Mahmood’

Mariasole

Mariasole, il suo vero nome all’anagrafe è Francesca Cormaci, talentuosa cantautrice, determinata e raffinata, possiede una vocalità eccezionale.

È nata in Sicilia, ma vive a Torino, ha intrapreso la sua carriera artistica dal vivo in seguito al suo trasferimento nel Capoluogo del Piemonte. Nel 2021 ha partecipato al talent show “The Coach“, in onda su 7Gold, e ha preso parte al Roma Music Festival, raggiungendo la finale.

La musica simboleggia la sua colonna portante, come un’amica affidabile e devota. La realizzazione di alcune cover ha svelato a Mariasole la sua attitudine, ben presto la cantautrice ha compreso la direzione del suo cammino artistico e il suo nuovo singolo rappresenta l’inizio della sua evoluzione.

Dopo aver spaziato tra rock, jazz, swing e soul, si cimenta nella scrittura di un testo con “Nothing To Say“, un elegante brano R’n’B’ in cui il blues si unisce con l’elettronica per dare vita a un ibrido, cifra stilistica del suo nuovo progetto artistico. Nell’arrangiamento, ad opera di Safe, troviamo il basso con una linea armonica più ricca possibile, preservando una forte impronta acustica in grado di valorizzare al massimo la soave vocalità.

Abbiamo raggiunto Mariasole per parlare del suo nuovo singoloNothing To Say” e non solo, nel corso dell’intervista si è raccontata tra emozioni, sogni e ricordi.

Com’è avvenuta la scelta del tuo nome d’arte?

È un nome che mi è sempre piaciuto, a cui sono legata, avevo conosciuto una ragazza una volta con questo nome, ricordo che mi era piaciuto così tanto da decidere che se avessi avuto una figlia l’avrei chiamata così.

In quale emozione ti rispecchi maggiormente quando canti dal vivo?

La musica è venuta a me in un momento di sconforto della mia vita, aiutandomi a superarlo, quindi molte delle sensazioni di tristezza e malinconia di quel periodo ora mi servono sul palco. Quando inizio a studiare un nuovo brano cerco di collegare sempre ogni emozione a qualcosa che ho davvero vissuto, per cercare di interpretarla nel modo più vero possibile.

Mariasole

Quando hai sentito l’esigenza di intraprendere la tua carriera artistica?

Mariasole nasce a seguito di un periodo di malessere, in cui la musica è stata un sostegno importante e una terapia, da lì è come se le fossi profondamente devota e riconoscente, così da lì nacque tutto e in quel momento iniziai a scrivere i brani, non mi bastava più la musica solo come hobby.

Quali artisti hanno influenzato il tuo background musicale?

Sono tantissimi! quando ero più piccola ascoltavo molto Laura Pausini, Elisa, Giorgia, Avril Lavigne, ogni tanto ritrovo lo stile di Laura Pausini in alcuni colori della mia voce. La mia adolescenza invece è stata positivamente segnata dalla band 30 Seconds to Mars, Jared Leto mi ha molto ispirato anche a livello personale, mi sono accorta di quanto anche lui veda la musica con devozione e di quanto il loro concetto di musica come culto quasi religioso mi abbia influenzato. Poi crescendo sono stata catturata dalle voci potenti femminili per la quali ho un debole: Beyoncé, Christina Aguilera, JessieJ, Rihanna. Poi invece fino a qualche anno fa, mi sono dedicata totalmente al jazz blues soul swing funky, ho divorato la storia e la musica di tantissimi meravigliosi artisti del passato, da BBKing, Nina Simone, Etta James, Ella Fitzgerald.

Mariasole

Hai preso parte al talent The Coach, attualmente in onda su 7Gold, come hai vissuto l’esperienza televisiva?

The Coach è stato come vivere in una realtà parallela dove il tempo si è fermato, e mi sono concessa dei giorni dove ho respirato solo arte, mi sono concessa la speranza e la forza di mettermi in gioco, è stata la più grande e ricca sorpresa che il 2021 aveva in serbo per me. L’esperienza televisiva è sicuramente formativa, è importante capire bene come funzionano alcuni parametri di quel mondo, ogni contatto con quel viaggio è stato meraviglioso, il momento più bello è stato entrare in studio televisivo per la prima volta, ricordo proprio la sensazione di felicità e meraviglia quando ho varcato la porta, i rimbombi e i protocolli da rispettare, l’attrezzatura, le luci, l’ansia, la preparazione, tutto. Ho assaporato ogni piccolo momento, sapevo già da febbraio di aver superato i provini, quindi ricordo di aver atteso The Coach tutto l’anno, mentre mi preparavo e studiavo, dietro un’esibizione di 100 secondi ci sono stati 6 mesi di lavoro, sacrifici, soldi, lacrime, mal di testa e mal di gola, concentrazione, sorrisi, ansia, dubbi, dura preparazione, training, per rendere quei 100 secondi memorabili. The Coach è il 90% tutto ci  che non si vede sullo schermo, perchè fa parte di ciò che abbiamo vissuto dietro le quinte, la The Coach Family, storie e amicizie di tantissimi artisti: avendo vissuto full immersion in hotel con tutti gli altri concorrenti, ogni esperienza di condivisione era arte pura: le jam la sera a cantare e suonare con le chitarre sui divanetti, camminare per i corridoi e intonare insieme una canzone al volo, girare per la hall e vedere ballerini e attori con costumi stravaganti, occhi pieni di emozione e adrenalina, abbracciare un amico e commuoversi sciogliendosi insieme in lacrime. Ho deciso di vivere ogni esibizione con la consapevolezza che fosse l’ultima cosa che stessi facendo, come se il mio destino fosse immolarmi sul palco, che a fine traccia esanime potessi accasciarmi a terra esalando con la mia ultima strofa, il mio ultimo soffio di fiato. Ho messo il cuore in ogni cosa che facevo, in ogni mio gesto, in ogni mio fiato.

Sei arrivata in finale al Roma Music Festival, cosa porterai con te di un traguardo così importante?

Era la prima finale della mia vita, quindi la gioia e la soddisfazione sicuramente di poter regalare a me stessa una finale, la gioia di aver condiviso con i miei genitori questa esperienza, che hanno ascoltato Mariasole per la prima volta al RMF, il mio obiettivo infatti per il RMF era proprio quello di cantare per loro più che gareggiare, quindi mi porto dietro un bel ricordo sicuramente di un bel concorso e di un bel momento familiare.

“Nothing To Say”, il tuo nuovo singolo, è uno splendido elogio alle sonorità R’n’B’, al blues e all’elettronica, quanto è autobiografico il testo della canzone?

Sì, tutti i miei testi lo sono.

Il tuo nuovo singolo è immensamente riflessivo, arriva dritto al cuore toccando tematiche estremamente accattivanti ed attuali. Qual è il messaggio principale che vuoi lanciare attraverso “Nothing To Say”?

“Nothing to say” parla del demone del futuro, incerto e offuscato, che tormenta tale da desiderare che sia letto il futuro per capire la validità delle scelte, per poi arrivare alla conclusione che, per quanto dannate le decisioni prese possano essere, nulla è mai davvero sbagliato o perso, non è mai tardi e non ci sono mai errori. È una sorta di elogio alle scelte della vita, e a ciò che il fato ha in serbo per noi, e un invito a fidarsi del tempo. Più che lanciare un messaggio agli altri, volevo forse lanciare un messaggio a Mariasole, che forse questo è il vero motivo per cui ho deciso di fare musica.

Sanremo è alle porte, parteciperesti al Festival della città dei fiori? Quale canzone Sanremese porti nel cuore?

Assolutamente sì, in futuro sto organizzandomi e preparandomi per l’iscrizione e tutto ciò  che concerne. La canzone che sicuramente porto nel cuore tra le scorse edizioni è “Voce” di Madame.

In futuro, con quali artisti vorresti collaborare?

Sarebbe un sogno per me collaborare con artisti come Charlie Puth, Jared Leto, Marco Mengoni, Madame, Mahmood, ci sono tantissimi artisti che stimo ma loro in particolare li adoro per le loro voci, per le loro teste e la loro musica.

Qual è il tuo più grande sogno nel cassetto?

Più che un grande sogno nel cassetto, ho varie cose che voglio fare prima di diventare grande, perchè so che questo è il momento giusto per farle, la gran parte di queste riguardano la musica.

In quale motto ti identichi più frequentemente?

Più che un motto, c’è una frase che riecheggia spesso nella mia testa, “prima di essere un grande artista sii una grande persona”, è il mio impegno quotidiano.

Come vivi il tuo rapporto con il mondo dei social? Cosa rappresentano i social network nella tua quotidianità?

Sono fondamentali per chi vuole fare questo mestiere, ma nel quotidiano possono essere uno strumento velenoso. Chi mi conosce sa che ho sempre odiato Instagram, e che ho creato un account solo per esigenze artistiche. Ma una cosa gliela devo: ti permette di avere una bacheca ordinata con tutte le tue foto/momenti migliori più belli, così che quando abbiamo i nostri momenti no, possa essere possibilità di ricordarci e guardarci da un altro punto di vista.

Quali sono i tuoi progetti futuri?

Mi piacerebbe continuare a scrivere pezzi e avere un piccola community fidelizzata che mi segua e mi apprezzi per quello che sono. Vorrei tentare tutti i principali concorsi e casting, per poter avere la possibilità di tentare almeno una volta nella vita, se non lo facessi me ne pentirei per tutta la vita.

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