Marco Dalla Villa, intervista: “Qui a Londra la cultura Hip/hop R&B è ancora dominante”

Marco Dalla Villa

Marco Dalla Villa, Dj/produttore, orgoglio italiano nel mondo, artista capace di sorprendere costantemente con il suo sound ipnotico e internazionale.

A soli 16 anni inizia il suo percorso artistico esibendosi nella sua città, Milano, comincia a suonare nei club in Italia riscuotendo un enorme successo, in seguito attratto dalle sonorità anglosassoni vola verso l’Inghilterra, tutt’oggi vive a Londra dal 2012.

Il suo primo successo si intitola “La Francesita“, traccia travolgente in stile Melbourne Bounce, conta più di 4 milioni di streaming sulle piattaforme digitali.
Nel 2021 esce “Maps“, il suo remix ufficiale del brano portato all’Eurovision da Lesley Roy in rappresentanza dell’Irlanda.
Il Dj/produttore Marco Dalla Villa suona in giro per il mondo, soprattutto nella sua amatissima Inghilterra tra club e Festival.
Il nuovo anno arriva con una grandiosa novità, porta con sé un nuovo sfavillante singolo del Dj/produttore Marco Dalla Villa, “Così così” featuring Diorama (giovane e talentuoso cantautore) che, in seguito al suo primo album “Prima che sia mattina“,  ha portato sul palco di Casa Sanremo la sua musica.

Il magazine Emozionienozioni ha ospitato l’artista, Marco Dalla Villa, nel corso dell’intervista si è raccontato tra aneddoti segreti e curiosità.

Quando hai cominciato a percepire la valenza della musica nella tua formazione personale?

I miei genitori mi hanno obbligato a fare lezioni di pianoforte da quando avevo 4 anni. All’inizio non mi piaceva ma non avevo scelta, poi 10 anni dopo mi hanno detto che avrei potuto smettere ma mi sono reso conto che ormai suonare e scrivere canzoni al pianoforte era diventata la cosa più bella che avevo. Essendo però io un tamarro fin da piccolo, ascoltavo ogni giorno il Cammino di Gigi d’Agostino ed andavo a sentire Gigi Dag in discoteca di nascosto che ero ancora minorenne. Ho unito la mia conoscenza teoretica con la passione per Gigi e la dance in generale ed ho iniziato sia a produrre, sia a suonare alle feste dei miei amici. Da lì in poi non mi sono mai fermato ed eccomi qua!

Quali generi musicali hanno determinato maggiormente il tuo iter artistico?


Gigi d’Agostino. Lui non appartiene ad alcun genere, è lui stesso un genere ed è ciò che ascolto fin da piccolo e ancora adesso. Insieme a lui tutta la dance anni 90/2000 italiana come Eiffel 65, Prezioso, Brothers, Eiffel 65. Questi generi sono da sempre i miei preferiti, oggi ascolto anche Andrea Cerrato e le sue Hitaliane specialmente, le trovo molto interessanti se non sapete di chi parlo dategli un occhio!

Vivi a Londra da parecchi anni, quanto lo scenario londinese ha avuto un forte ascendente sulla tua musica?


Qui a Londra la cultura Hip/hop R&B è ancora dominante nei club, quindi per ottenere ingaggi nelle discoteche soprattutto all’inizio ho dovuto adattarmi e suonare tracce di Sean Paul, Shaggy, 50 Cent eccetera… Devo dire che non mi dispiace affatto avere questa doppia dimensione sia dance sia Hip/hop R&B, qua si canta e si balla nello stesso momento, un po’ come facevamo noi con la Italo dance negli anni 2000….

Il tuo primo grande successo risale al 2018, “La Francesita”, traccia in stile Melbourne Bounce, vanta oltre 4 milioni di streaming sulle piattaforme digitali. Cosa provi quando riascolti la tua musica?


“La Francesita” rimarrà per sempre il primo mini “successo” della mia vita. Quando mi parte in macchina o su Spotify sorrido perché è come se fosse una foto di me da piccolo che mi rimarrà per sempre e credo mi farà sorridere sempre più quando crescerò.

Qual è la genesi dei tuoi brani? Qual è la tua più grande fonte d’ispirazione?


Non seguo uno schema ben preciso, ogni pezzo nasce in modo diverso. Traggo ispirazione da altre canzoni o dai luoghi in cui mi trovo. Mi piacerebbe essere più preciso ma è difficile perché spesso non capisco neanche io come arrivo a scrivere certi pezzi. Prima ancora di aver finito una canzone, è molto probabile che mi sia già dimenticato da dove avessi incominciato.

Come affronti il mondo dei social network?


“Affronto” penso sia la parola giusta, per me è davvero una sfida perché i social non mi appartengono assolutamente ed io non appartengo ai social. Potessi vivere senza, lo farei. Ma purtroppo almeno per lavoro è obbligatorio essere sui social. Io faccio fatica e si vede.

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