Malarai, il nuovo singolo “Chari”, intervista: “sono cresciuta con Faber e le sue poesie, poi adoro Kurt Cobain”

Malarai

Malarai, il suo vero nome all’anagrafe è Martina Davì, cantautrice e polistrumentista, intensa e volitiva, nata in Liguria ( a Genova), classe 2001.

Dal suo esordio, Malarai, lavora a contatto stretto con il produttore Riccardo, aka Stewie, classe 2005.

È approdata su tutte le piattaforme digitali nel 2020, si è immediatamente contraddistinta per il suo formidabile talento, è un’artista sincera e intimista.

Il magazine Emozionienozioni ha ospitato la cantautrice Malarai per un’intervista esclusiva inerente il suo universo musicale.

Come ha preso vita il tuo amore per la musica?

Ho studiato musica per tanti anni, in particolare chitarra elettrica e classica, poi da autodidatta ho studiato il basso, l’ukulele e le percussioni africane. Nel 2019 conosco Riccardo grazie ad un’amicizia in comune e scopro, nonostante la sua giovanissima età, delle doti musicali pazzesche. Dopo aver letto i miei testi mi propone di collaborare e da quel giorno non ci siamo mai separati. Non ho mai studiato canto, penso che le parole debbano uscire non in modo impostato bensì come uno sfogo, come se stessi parlando a chi ti ascolta per creare quel legame intimo che trascina l’ascoltatore a bordo di quella barca traballante che è la musica.

Qual è l’odierna genesi del tuo nome d’arte?

Il mio nome d’arte Malarai significa “arte” in tedesco.

Quanto cantare ti consente quotidianamente di accendere i sogni?

Cantare e per me ancora di più scrivere è la chiave per continuare a respirare e a sentirmi viva, quindi diciamo che è l’unico motivo che muove i sogni.

Quali artisti hanno influenzato maggiormente il tuo iter artistico?

Io non sono un’amante del bel canto, preferisco un bel testo a una tecnica vocale impeccabile, penso che arrivi di più al cuore di chi ascolta. Essendo genovese sono cresciuta con Faber e le sue poesie quindi sicuramente ha un’impronta nel mio percorso artistico, poi adoro Kurt Cobain per quell’anima fragile e tormentata che ha fatto scrivere dei testi indelebili. Sicuramente nella mia musica ci sono molte influenze del panorama francese essendo io un’amante della lingua, come dimostrano anche i miei singoli (ride), avendola studiata fin da piccolissima. Devo dire però che ascolto davvero tanta musica e praticamente di generi diversissimi, mi piace avere una buona conoscenza della musica in generale, penso che ogni piccola cosa sia fonte di ispirazione e quindi la mia musica fonde tutte queste cose, a modo mio ovviamente.

In quale emozione ti rispecchi maggiormente quando canti?

Secondo me l’arte ha origine dalle sofferenza, le migliori canzoni sono tutte frutto di estremo dolore interiore, quindi quando canto ho la sensazione di rivivere esattamente quei momenti bui, per poi provare un enorme sollievo e liberazione alla fine.

Il tuo nuovo singolo “Chari” è considerevolmente introspettivo, quanto è autobiografico il brano?

Chari è nata l’anno scorso, l’ho scritta in non più di cinque minuti, è venuta di getto sia la melodia sia il testo. E’ uno sfogo a tutte le pressioni che la gente e la società ti impongono. Appena conclusa la produzione di Chari ho schiacciato play e subito avevo in mente l’immagine di una me legata con delle catene che non aveva la forza di urlare e pian piano che va avanti lo fa, urla e appena finita la canzone mi sono vista in piedi, libera. Chari è un invito ad andare contro le apparenze, a come il mondo ci vuole e ci obbliga ad essere per avere la sua approvazione. Ho sempre pensato che chi ride sempre in realtà stia combattendo una guerra di cui non sappiamo niente, con Chari vorrei normalizzare che è giusto e lecito stare male, non bisogna vergognarsi di stare male e chiedere aiuto. Se tutti dicessero quando soffrono forse ci sarebbero meno persone che sorridono per paura di sentirsi sbagliati a non farlo. Chari è liberazione, è l’urlo che tutti devono fare.

“Chari” è un’autentica richiesta d’aiuto per contrastare gli stereotipi, quanto il mondo della musica ti offre la possibilità di essere esplicitamente te stessa?

Il mercato musicale è un po’ la proiezione del mondo in generale! Mi spinge a fare sempre meglio tutto il supporto che ricevo quotidianamente e soprattutto il mio bisogno di esprimermi in musica. Grazie alla tecnologia penso che tutti abbiano la stessa opportunità di farsi notare e offrirsi al mondo esattamente come si è, senza paura di giudizi perché in fondo chi giudica un po’ ti indivia.

Qual è la canzone del passato che desideri tenere con te per il futuro?

Sicuramente The man who sold the world dei Nirvana, adoro il modo di scrivere di Kurt, è quello che io definisco arte nel suo senso più ampio.

Con quali artisti vorresti collaborare prossimamente?

In questo momento della mia vita credo che prima di fondermi con qualche artista sia prima necessario trovare il mio punto nel mondo musicale e poi le collaborazione verranno da sé. Sicuramente stimo molti artisti e con tanti mi piacerebbe scambiare qualche idea, chissà che non ne esca qualcosa di stimolante!

Come vivi il mondo dei social network?

I social aiutano a esporre maggiormente la mia musica, ma purtroppo sono diventati anche un’arma molto tagliente per i giovanissimi. Spesso si tende a vivere in concezione solo di quello che gli altri pensano di noi, e sicuramente i social alimentano questa brutta moda, però se usati correttamente sono anche il modo più semplice di far conoscere i propri talenti e migliorarsi.

Amici di Maria De Filippi, Tú Sì Que Vales, o XFactor? Quale talent show sceglieresti?

Tutti si può dire? (Ride). No, comunque, scherzi a parte, sono una persona abbastanza aperta a questo genere di format televisivi e quando sarà il momento giusto si può sempre provare e vedere cosa succede!

Qual è il motto che sposi più assiduamente?

Lunga vita ai miei nemici affinché possano assistere al mio successo.

Qual è il tuo sogno più grande?

Beh, sicuramente quello di aiutare con la mia musica chi sta passando dei brutti momenti, che questa possa essere loro di conforto e possa arrivare a più persone possibili.

Quali sono i tuoi progetti futuri?

Migliorare tanto e scrivere, scrivere, scrivere per tirare fuori tutta la tempesta che infuria dentro di me!

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