LEO PARI IN CONCERTO A MILANO PER PRESENTARE IL NUOVO DISCO “AMUNDSEN”: 27/04 ARCI BELLEZZA

LEO PARI IN CONCERTO A MILANO PER PRESENTARE IL NUOVO DISCO “AMUNDSEN”: 27/04 ARCI BELLEZZA
LEO PARI IN CONCERTO A MILANOPER PRESENTARE IL NUOVO ALBUM “AMUNDSEN”(Neverending Mina / Ada Music Italia)
 27/04 @ Arci Bellezza https://link.dice.fm/O888f3138dd3

LEO PARI in concerto a Milano il prossimo 27 aprile. Il cantautore, supportato da una band di cinque elementi, è atteso sul palco dell’Arci Bellezza dove presenterà i brani del nuovo album “AMUNDSEN”.

Anticipato dal singolo “Roma Est” e dal secondo estratto “Giorni no”, che hanno riportato il nome di Leo Pari al centro della scena, “Amundsen” è stato presentato con intervista e minilive in diverse trasmissioni tra cui Rai Radio2 Social Club in onda su Radio2 e in tv su Rai2, Save The Date in onda su Rai5, Casa Italia in onda su Rai Italia e Rai 2, e con interviste a Rai Radio2 Le Lunatiche, Rai Radio 1 Menabò, GR Rai, Radio24, Radio Italia anni ‘60 e in numerose altre emittenti nazionali, regionali e locali, confermando la sua firma tra i riferimenti fondamentali del panorama indie, itpop e pop attuale.

Link al video di “Roma Est” su YouTube: 

L’album inaugura un nuovo capitolo che si aggiunge alla lunga discografia dell’autore, produttore e musicista, che, oltre alle pubblicazioni soliste, conta collaborazioni che lo hanno fatto conoscere al grande pubblico come il lungo sodalizio con i Thegiornalisti e il lavoro come autore e produttore per artisti come Simone Cristicchi (suoi i testi di “Vorrei cantare come Biagio” e “La prima volta che sono morto”), Francesco Renga, Elodie, Gazzelle, Malika Ayane, Tiromancino, Galeffi, Niccolò Fabi, che hanno richiesto a vario titolo la sua sensibilità e la sua penna, capace di evocare immagini di grande fascino.

Con “Amundsen” Leo Pari intesse un nuovo percorso in 10 tappe, un intenso racconto di ricerca e di scoperta, ispirato alla figura del grande esploratore norvegese Roald Amundsen, consegnando il raccolto di un lungo viaggio verso l’esplorazione più profonda e difficile: quella di se stessi.

LEO PARI RACCONTA LA GENESI DEL DISCO “AMUNDSEN”

Roald Amundsen è stato un grande esploratore norvegese del XX secolo, famoso per le sue imprese in territori polari. Oltre ad aver reso noto il passaggio a Nord-Ovest e ad aver determinato la posizione esatta del polo magnetico boreale, è ricordato soprattutto per aver raggiunto per primo il Polo Sud. Ho incrociato la sua storia qualche tempo fa, appassionandomi da subito alle sue coraggiose spedizioni tra i ghiacci.

Quello che mi ha affascinato oltre alle sue mirabili avventure è l’uomo dietro di esse; un uomo che ha combattuto con il gelo e il pericolo senza esitare mai, conoscendo la gloria e la miseria, prima acclamato e supportato da importanti finanziatori nelle sue esplorazioni e in seguito, quando i fondi gli furono negati, finanziandole personalmente rischiando di perdere tutto ciò che possedeva. Ma ciò che sicuramente Amundsen non ha mai perso è stata la determinazione nel compiere il proprio destino, perseguendo la sua sete di scoperta con dedizione e studio, senza pause né compromessi. Un uomo che ha sfidato ripetutamente la morte per inseguire i suoi sogni o forse per combattere contro i suoi mostri, per tutta la vita, fino al giorno in cui, durante una missione di salvataggio, è scomparso tra i ghiacci con loro. 

Leggendo la sua storia ho percepito molte analogie tra la sua vita e il percorso mentale e spirituale che stavo affrontando nella stesura di questo album di canzoni.

Mi sono reso conto che anche io stavo affrontando un viaggio lungo, forse il più doloroso e difficile di sempre.

Senza macchina, aereo o treno, forse anche senza muovermi, ho attraversato in solitaria le gelide vallate dell’Io, un continente ancora inesplorato e pieno di pericoli e paure. Percorrere i territori sconfinati della propria personalità è un po’ come attraversare l’Antartide con una slitta trainata da 4 cani, ti giochi tutto ad ogni minuto che passa, puoi incontrare sorprese di ogni tipo, molto spesso poco piacevoli.

A queste temperature i tempi si dilatano, le pulsazioni del cuore sono più lente, i tessuti si smagliano e la materia si confonde. Le regole non valgono più, si è soli con(tro) se stessi. 

Lì si ripensa ai tanti cicli della vita, a quante persone diverse siamo stati, a volte anche nello stesso momento; abbiamo sbagliato e fatto cose giuste, ma abbiamo sempre avuto la forza di ripartire da zero.

Lo zero è tutto e niente, è vita e morte allo stesso tempo, rinascita e abbandono, ciclicità, l’anello di una catena infinita di cui noi siamo solo una microscopica particella, è dna, è la perfezione dell’errore. 

Lo zero è il punto da cui riparto una volta ancora.