L’apertura della Galleria di Base del Brennero prevista tra il 2030 – 2032

Brennero

L’apertura della Galleria di Base del Brennero prevista tra il 2030 – 2032.

Transdolomites interviene sullo scenario del Brennero dove vanno affacciandosi nuovi vettori ferroviari interessati a proporre nuovi servizi turistici

L’apertura della Galleria di Base del Brennero è prevista tra il 2030 – 2032.

Secondo Transdolomites  ciò significa ” quasi domani”.  Il futuro dei trasporti sulla linea del Brennero si sta delineando già da adesso a dimostrazione che in previsione  di quella data il percorso preparatorio è  avviato.

Partiamo dal recente  viaggio di prova per il treno a due piani ” Rock” la cui entrata in esercizio è prevista per il 2025.Nel 2023  le ferrovie austriache si presenteranno con i nuovi treni che in termini di confort di viaggio e allestimenti interni proporranno dei veri e propri salotti da viaggio.

Anche Deutsche Bahn si prepara  all’introduzione di nuovi treni. mentre sempre  sullo scenario del Brennero vanno affacciandosi nuovi vettori ferroviari interessati a proporre nuovi servizi turistici con destinazione anche la nostra regione. Treni nuovi, confortevoli, maggiore offerta di servizi per contribuire a creare una rivoluzione nel mondo della mobilità pubblica; meno auto, meno stress, meno inquinamento per permettere la raggiungibilità delle  destinazioni anche turistiche esclusivamente con i mezzi pubblici. Esempio è stato il recente convegno promosso dalla Camera di Commercio di Bolzano il 19 maggio scorso ove obiettivo era costruire l’offerta turistica di  la raggiungibilità del Sudtirolo senza auto. In quest’ottica da vari anni  si inserisce l’attività di sensibilizzazione di  Transdolomites.

Il futuro infatti non si realizza da solo  ed il cambiamento va preparato muovendosi con largo anticipo.Questa è stata la filosofia che ha spinto la nostra associazione a promuovere in collaborazione con Stadler la giornata di studio a Lugano il 3 maggio 2022 la quale  ha offerto l’occasione di consegnare  il progetto di Transdolomites e di proporre un percorso di collaborazione con Stadler al fine di individuare la soluzione tecnologica più opportuna da proporre nella visione del progetto Ferrovia Avisio.Si tratta da un lato di  esplorare il sistema di scartamento. Scelta che prima che infrastrutturale implica una scelta politica strategica che faccia il punto su quali territori connettere; la direttrice nord-sud o quella che riteniamo strategica da ovest a est? Scartamento standard 1435mm, oppure metrico, 1000 mm, l’opzione  cremagliera . Scenari  che in Svizzera si possono studiare  perchè tutte operative, attuali,  ma che in funzione della progettazione di una nuova linea ferroviaria possono fare la differenza sul conto economico dell’infrastruttura e la gestione aziendale del servizio.

C’è poi l’evoluzione tecnologica ove il treno è capofila tra l’altro di tutte le tecnologie che si stanno trasferendo anche nel mondo dell’automobile elettrica. Un pregiudizio infondato vedere nella ferrovia un sistema vecchio di mobilità. E’ semmai il contrario, se  pensiamo che lo sviluppo dell’auto elettrica parte dall’esperienza di mobilità elettrica che per prima si è sviluppata  nel mondo della ferrovia. Dunque non solo infrastruttura ma anche tecnologia nella trazione. Aspetto che ancora una volta nella visione della Ferrovia Avisio potrà fare la differenza. Treni a idrogeno, batteria o ibridi? Stadler si applica su tutti questi  versanti oltre all’elettrico puro. Quali prospettive si rivelano  più promettenti ed affidabili? Non certo l’idrogeno il cui bilancio energetico e trasportistico è del tutto negativo. Quello che  oggi si dimostra affidabile è il mondo dell’ibrido e della batteria ove  l’autonomia delle batterie sui treni permette autonomie  di 300-400 km. Spostiamo questa proiezione sulla ipotizzata Ferrovia Avisio: La linea aerea elettrica è condizione irrinunciabile  ma essa può alternarsi a tratti di linea non elettrificata. Ciò significa anche un risparmio del 10% al km del costo di realizzazione della nuova ferrovia; se a ciò aggiungiamo la questione dello scartamento, sull’intera tratta questo mix di ragionamenti può portare a risparmi di decine di milioni di Euro.

Sondare l’ipotesi cremagliera per l’arroccamento dalla Valle dell’Adige alla Val di Cembra, se fattibile, potrà comportare una sensibile riduzione dei chilometri di linea, minore lunghezza delle gallerie e un probabile più capillare servizio sul territorio” Vediamo” poi  nella prospettiva questa nuova ferrovia attraverso l’adozione dei treni a batteria. Possiamo esercitarci ad  immaginare l’intero tratto della Val di Fassa o Val di Fiemme privo di linea aerea con stazione di ricarica ad es al capolinea di Penia o in Val di Fiemme. Al  risparmio economico di costruzione e di esercizio si può aggiungere il fatto che territori più sensibili anche dal punto di vista paesaggistico o urbanistico sarebbero interessati dalla sola posa dei binari.

Qui si gioca la modernità della ferrovia. I binari resteranno binari ma i treni che li percorrono saranno sempre più il risultato dell’evoluzione della tecnica. Questa è la sfida che auspichiamo si nasconda nelle righe dell’auspicato  studio di fattibilità. Non solo infrastruttura ma ferrovia intesa come scommessa per un nuovo turismo nelle Dolomiti che sia in linea con le sempre più urgenti azioni di salvaguardia dell’ambiente, nuova opportunità di viaggiare che sia libero dal crescente costo dei carburanti. Perchè sempre più sul prezzo del viaggio si giocherà la capacità delle località turistiche di essere concorrenziali in termini di sostenibilità economica della vacanza e della qualità della vita per residenti e turisti.