SANTERIA: svela “Niente di Vero” – intervista

SANTERIA: svela "Niente di Vero" - intervista

Abbiamo avuto l’onore di intervistare Santeria, un artista che non si limita a interpretare la realtà, ma la trasfigura, la plasma e la restituisce sotto forma di arte vibrante e autentica. In un panorama musicale spesso omologato, Santeria si distingue come una voce fuori dal coro: intensa, lucida, coraggiosa.

La sua musica è un viaggio nei territori più profondi dell’animo umano, dove la fragilità si fa forza e il dolore diventa materia nobile da scolpire in versi. Il nuovo singolo Niente di vero, disponibile dal 14 marzo, è una testimonianza potente di questa visione: un brano che racconta con straordinaria onestà il conflitto interiore tra amore e dipendenza, tra bisogno di evasione e desiderio di autenticità.

In questa intervista esclusiva, Santeria si racconta senza filtri, con rara intensità e lucidità. Ne emerge un ritratto sorprendente: quello di un artista consapevole, sensibile e straordinariamente ispirato, capace di trasformare le ferite in versi, i silenzi in suono, le cadute in rinascite. L’intervista è una testimonianza viva di quanto la musica, quando è vera, possa ancora scuotere e illuminare.

“Niente di vero” è un brano che affronta il delicato equilibrio tra illusione e realtà, tra dipendenza e desiderio di autenticità. La tua scrittura è intrisa di una sensibilità lirica che colpisce nel profondo. Qual è stata la scintilla emotiva che ha dato vita a questo pezzo?  

<<Quando mi sono ritrovato solo in stanza di notte, a tirare le somme e cercare di capire cosa avessi fatto nella mia vita fino a quel momento>>.

La tua musica riesce a trasformare il dolore in arte, dando voce a conflitti interiori universali. In che modo il tuo percorso personale ha influenzato la narrazione di “Niente di vero” e quanto di te stesso hai riversato in questo brano?  

<<In “Niente di vero”, quello che voglio raccontare è proprio il mio passato, avendo avuto diverse dipendenze in adolescenza. Ho cercato di far emergere la parte più carismatica del mio essere, che va a scontrarsi con la parte più inconscia di me, facendomi dipendere a volte da determinate cose o persone>>.

Nel videoclip del singolo emerge una forte connessione tra immagine e messaggio, con un’estetica essenziale ma potente. Come hai lavorato con il team creativo per tradurre in immagini l’intensità emotiva della canzone?

<<Trattandosi di un videoclip “unofficial”, abbiamo lavorato in chiave “street” con immagini lineari e colori chiari, mettendo in risalto la rabbia espressa attraverso il mio atteggiamento e le espressioni facciali contrastanti, sotto il cielo grigio di Milano, che rappresenta il mio stato d’animo>>.

Dal vincere prestigiosi concorsi musicali a calcare palchi importanti come quello del Teatro Ariston, la tua ascesa è stata rapida e meritata. Quali sono le sfide più grandi che hai affrontato nel tuo percorso artistico e quali lezioni ne hai tratto?  

<<Fino a questo momento non ho vissuto “sfide” nel senso tradizionale del termine, ma piuttosto un vero e proprio viaggio che ho appena iniziato, e sono contento che stia andando nella direzione giusta. Sicuramente ho tratto molte lezioni dalle prime esperienze nel campo musicale. La lezione principale che porto con me mi è stata data da un grande direttore d’orchestra, che mi disse: “In questo campo bisogna differenziarsi per emergere, senza mai snaturarsi”>>.

Il tuo primo EP, “IN DIPENDENZA”, promette di essere un’opera densa di significato. Se dovessi descriverlo con tre parole, quali sceglieresti e perché?  

<<Passato, Presente e Rinascita.  

Li spiegherei così:  

– Ora che la distanza mi ha dato vita

– Da un passato distante, non meritato  

– Il presente stavolta farà da guida  

– Dentro un futuro più colorato>> 

Progetti futuri?  

<<Stiamo producendo e scrivendo tanto per andare a suonare questa estate in tutta Italia, grazie al premio vinto con il concorso Je so pazzo, che mi permette di fare un tour>>.

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