LIVREA:”noi siamo come artigiani” – intervista

LIVREA:"noi siamo come artigiani" - intervista

Abbiamo avuto l’onore di intervistare LIVREA e di addentrarci nel suo universo artistico. Cantautrice raffinata e innovativa, la sua musica è un viaggio tra parole che vibrano di poesia e melodie che sfidano i confini dei generi.

Con “Mistiche Vibre“, LIVREA rende omaggio a Neffa e alla potenza autentica della musica, reinterpretando il celebre brano con una sensibilità unica. Il suo talento si manifesta nella capacità di evocare immagini, emozioni e stati d’animo con una voce che attraversa epoche e influenze, portando con sé l’intensità della tradizione cantautorale italiana e l’audacia della sperimentazione sonora.

“Mistiche Vibre” è un omaggio audace e sensibile a Neffa, ma anche un viaggio emotivo attraverso suoni e significati. Come sei riuscita a tradurre la tua visione personale in questa reinterpretazione, arricchendola con il tuo tocco unico e contemporaneo?

<<Mistiche Vibre è stato un viaggio anomalo, prima della versione studio ha attraversato diversi stadi e incontrato molte persone. Ogni tappa di questo viaggio ha costruito un tassello della canzone che nel corso del tempo si è trasformata come vetro nella sabbia.
Il brano, che è uno dei miei preferiti in assoluto di Neffa, mi ha sempre suscitato un senso di pace e calore, l’ho sentito davvero molto vicino e provare a farne una versione personale è stato quasi spontaneo>>.

La tua musica esplora continuamente connessioni tra poesia e sperimentazione sonora. Come descriveresti il processo creativo che ha portato alla nascita di “Mistiche Vibre”, e quale ruolo ha avuto la collaborazione con Duck Chagall nella realizzazione di questa nuova dimensione musicale?

<<Il processo che ha portato alla restituzione di questa versione del brano Mistiche Vibre lo descriverei come naturale e assolutamente benefico, suonarlo e costruirlo in studio è stato come fare un gioco bellissimo e divertente.
Francesco Ambrosini (Duck Chagall), ha avuto un ruolo fondamentale in tutto ciò, durante il percorso che stiamo facendo insieme penso si sia creata una rara sintonia. Per questo brano abbiamo convocato tutti i musicisti che suonano nella band e dopo una piccola sessione di yoga ci siamo messi a suonare ininterrottamente per tre ore.
Dalla jam abbiamo raccolto alcuni frammenti che sono diventati le fondamenta della canzone sulla quale poi abbiamo registrato altri strumenti e voci.
Mi piace pensare che questa dimensione sonora assomigli ad una piccola bottega, noi siamo come artigiani che battono il ferro, tagliano il legno, mettono in forma la materia per crearne un pezzo unico e irripetibile>>.

La tua voce, con la sua straordinaria sensibilità, sembra essere il cuore pulsante della tua musica. Qual è il messaggio che vuoi trasmettere attraverso la tua interpretazione vocale in questo brano, e come credi che essa risuoni con il pubblico di oggi?

<<Sarei felice se le persone trovassero un modo per farsi cullare e travolgere contemporaneamente, non saprei bene come descrivere questo sentimento.
So che la mia voce non cambierà il mondo, e il pubblico di oggi mi spaventa perchè a volte mi sembra di fare tutto il contrario di quello che il mondo vorrebbe, però ogni tanto trovo delle anime affini e questo mi conforta e mi rende molto fiera di quello che sto provando a fare>>.

Il tuo percorso artistico è intriso di influenze jazz, psichedelia e poesia italiana, creando un universo musicale che affonda le radici in una ricerca intima. Livrea, qual è la sfida più grande nel mantenere questo equilibrio tra sperimentazione e autenticità, e come ti evolvi artisticamente in ogni nuova fase del tuo lavoro?

<<Studio molto e cerco sempre di mettere il muso fuori dalla mia zona! Scusate per la risposta un po’ banale.
La verità è che cerco sempre di interrogarmi e di nutrirmi di cose che mi piacciono e che mi stimolano, cerco di seguire i miei istinti e i miei desideri, e poi mi costringo a studiare.
La sfida più grande sta nella comunicazione, quanto vorrei essere più sfacciata>>.

“Mistiche Vibre” è il preludio a un nuovo capitolo della tua carriera, e il progetto “Diario di scavo” promette altre esplorazioni emozionali. Livrea, Cosa ti ispira in questo momento nella tua ricerca musicale, e come immagini che il tuo pubblico vivrà questo nuovo percorso sonoro, ancora più viscerale ed esoterico?

<<In questo momento sto leggendo un libro molto bello che mi avevano consigliato ai tempi dell’università, si intitola Walkscapes, camminare come pratica estetica di Francesco Careri e indaga il girovagare, l’andare a zonzo, l’importanza del perdersi.
Lo consiglio a chi sta passando un momento di transizione, a chi ha perso il baricentro e desidera farsi un giro immenso e poi ritrovarsi>>.

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