
È con profonda ammirazione che annunciamo la nostra intervista esclusiva con Giorgio Adamo, artista di straordinario talento che si appresta a presentare al mondo il suo attesissimo album di debutto, “PIÙ DEI GIGANTI”. Cantante e attore dall’impressionante percorso artistico, Giorgio Adamo ha calcato i palcoscenici internazionali accanto a leggende come Anastacia, Malika Ayane e Anggun, conquistando il pubblico con la sua voce unica e il suo carisma magnetico.
Con questo disco, Adamo intraprende un viaggio sonoro che intreccia il cantautorato più profondo con raffinate incursioni elettroniche, regalandoci otto tracce cariche di emozioni e introspezioni. Ogni brano è una finestra sul suo universo interiore, dove convivono la vulnerabilità e la forza, il dubbio e la speranza. Il risultato è un’opera che celebra la resilienza umana, dimostrando che, anche senza essere giganti, possiamo affrontare le sfide più ardue e uscirne più forti.
Non perdete questa conversazione ricca di riflessioni e racconti, dove Giorgio Adamo ci svela i retroscena di un album che promette di lasciare un segno indelebile nel panorama musicale contemporaneo.
“PIÙ DEI GIGANTI” è un titolo potente ed evocativo. Qual è il messaggio principale che desideri trasmettere con questo album e in che modo rispecchia la tua evoluzione artistica?
Nasce da un periodo molto intenso e provante della mia vita. Vivevo un senso di sconfitta che mi perseguitava, mi sentivo vulnerabile, perché con le mie sole forze dovevo superare degli ostacoli troppo più grandi di me. Ho osservato tanto la gente, i traguardi delle persone comuni come me, gioie e dolori del quotidiano. È un atteggiamento che mi è sempre appartenuto e che ho appreso ancor più a fondo viaggiando in solitaria incontrando tanta gente meravigliosa. Ma in quel periodo però stavo smarrendo quella visione, perché ero in affanno e poco lucido. Ho cosí riaperto gli occhi per osservare, per capire che non si è soli, che c’è sempre qualcuno che affronta mostri come i tuoi o più grandi dei tuoi e li sconfigge ogni giorno. Ho ritrovato fiducia in me stesso e nell’altro. Mi sono focalizzato su ciò che ancora potevo stringere e non su ciò che avevo perso. Ho compreso quanto siamo infiniti e pur essendo dei puntini tra le galassie, siamo in realtà PIÙ FORTI DEI GIGANTI. Credo sia un album molto più riflessivo rispetto a ciò che la gente potrebbe aspettarsi da me musicalmente. Chi mi conosce a fondo però conosce bene anche questo lato.
Le otto tracce dell’album sembrano attraversare un’ampia gamma di emozioni e riflessioni sull’essere umano. C’è un brano particolarmente che senti vicino e che rappresenta meglio il tuo percorso personale?
” NON VORREI ESSERE DIO” è uno dei testi a cui sono più affezionato e credo descriva tanto il mio modo di vedere le cose. Inoltre il significato del videoclip girato con Davide Voza punta tanto sull’abbandono di zavorre emotive che ci attanagliano. La frase che da il titolo al disco la trovate proprio tra i versi di quel brano.
La produzione artistica e gli arrangiamenti sono stati curati da figure di grande talento come Maurizio Sarnicola ed E. Massimino Voza. Come si è svolto il processo creativo dietro le sonorità che combinano cantautorato ed elettronica?
Morris e Massimino sono stati la chiave di volta di questa storia e sono stati fondamentali per la stesura del disco. Varcata la porta della Goldmine Records ho messo sul tavolo circa una ventina di brani. Insieme abbiamo fatto una cernita, siamo arrivati a 10, poi ne abbiamo arrangiati 9 e abbiamo deciso di lasciarne 8. È stato un processo creativo partito dalle mie proposte chitarra e voce. Tutti e tre abbiamo lavorato in modo molto collaborativo, esponendo tuttee nostre emozioni e sensazioni e abbiamo ricamato tutto insieme dall’inizio alla fine. Morris con la sua strumentazione è un vero maestro con tanto gusto e ha utilizzato l’elettronica in modo davvero minuzioso ed elegante spremendo le sue macchine al top della resa. Ho scelto di affidarmi a lui ad occhi chiusi proprio per queste sue peculiarità. Massimino è un polistrumentista, ha una sensibilità e un istinto che non so come descrivervi; riesce sempre a creare un pizzico di magia. Senza di loro l’album non avrebbe suonato così e io sono davvero orgoglioso di averli incontrati sul mio cammino. Sarò sempre grato ad entrambi per l’amore che hanno riposto in questo mio progetto e per il risultato finale.
Il tuo percorso è segnato da esperienze straordinarie sia come cantante che come attore, su palcoscenici internazionali. Quanto hanno influenzato il tuo approccio alla musica e alla scrittura di questo disco?
Penso che abbia influenzato tanto più dal punto di vista ” narrativo”. I lunghi tour teatrali mi hanno portato in giro in tutto il mondo e ciò mi ha dato la possibilità di conoscere tante persone, fare esperienze di tutti i tipi, visitare luoghi, paesi differenti. Ho vissuto tanto grazie al teatro e inevitabilmente tutto ciò che ho assaporato si riversa in ciò che scrivo.
Nel tuo album esplori temi profondi come la gratitudine, l’osservazione della vita e la ricerca interiore. Cosa speri che il pubblico porti con sé ascoltando queste tracce?
Spero che questo album possa essere ascoltato con cura e che ad occhi chiusi qualcuno possa riconoscersi nei miei versi, sarebbe per me un successo incredibile. Ho avuto tanti brani che mi hanno accompagnato nella vita e il mio sogno più grande è che uno dei miei possa accompagnare qualcuno anche solo per un pezzetto di strada.
Progetti futuri?
Al momento sono in allestimento con Rock At the Opera, un concerto di classici del rock con una super band, orchestra dal vivo e 4 cantanti, prodotto da Duncan Eventi. Poi rivestirò i panni di Rum Tum Tugger in Cats e ancora Jesus Christ Superstar con il Teatro Sistina per la regia di Massimo Romeo Piparo. Insomma ancora in tour fino a fine maggio.