Esther: svela “Tempo” – intervista

Esther: svela "Tempo" - intervista

Ci sono artisti che non si limitano a comporre musica, ma riescono a trasformarla in un’esperienza sensoriale e introspettiva, capace di rispecchiare le emozioni più profonde di chi ascolta. ESTHER è una di queste voci rare, un talento che intreccia la melodia con il pensiero, il battito con la riflessione, regalandoci brani che lasciano un segno.

Dopo il successo di Arcobaleno, Bonsai, Diadora e Aquiloni, la giovane artista torna con Tempo , un singolo che rappresenta un viaggio tra la frenesia della notte e il silenzioso smarrimento interiore. Un brano che esplora il delicato equilibrio tra evasione e consapevolezza, tra il desiderio di perdersi e la necessità di ritrovarsi. Il ritornello, con la sua ripetizione quasi ipnotica della parola “tempo”, si fa eco di una ricerca incessante di autenticità in un mondo che scorre troppo veloce per permetterci di fermarci a riflettere.

Abbiamo avuto il piacere di intervistare ESTHER per approfondire il significato di questo nuovo capitolo della sua carriera, il suo rapporto con il tempo, il potere della notte come metafora e il ruolo del digitale nella diffusione della sua musica. Un’intervista esclusiva, Esther svela il dietro le quinte del suo nome nuovo brano.

Esther, il tuo nuovo singolo Tempo è un connubio perfetto tra ritmo travolgente e introspezione malinconica. Come sei riuscita a bilanciare questa dicotomia, creando un brano che si presta sia all’evasione che alla riflessione?

<<Quando ho scritto Tempo volevo esplorare il contrasto tra l’energia esterna e quella interiore. La musica che con il suo ritmo coinvolgente e irresistibile è stata una sorta di strumento per raccontare il caos e l’intensità della vita, mentre il testo è più introspettivo, perché riflette quella ricerca interiore che ognuno di noi si fa quando si sente un po’ perso. Quindi, ho cercato di fondere questi due elementi: l’evasione nel ritmo e la riflessione nel testo>>. 

Il testo di Tempo esplora il disorientamento e la vulnerabilità celati dietro le luci scintillanti della notte. Quanto c’è di autobiografico in questa narrazione e cosa rappresenta per te la notte come metafora artistica?

<<⁠Posso dire che Tempo è un brano completamente autobiografico, ho raccontato di un periodo della mia vita realmente accaduto. La notte è una metafora potente per me, rappresenta quel momento in cui ci si trova soli con i propri pensieri e si entra in contatto con le proprie vulnerabilità. La notte è un riflesso di quel lato oscuro che tutti abbiamo dentro e che, a volte, ci spaventa. Ma è anche in quella solitudine che troviamo spazio per la riflessione e la crescita>>. 

Il ritornello, con il suo insistente “tempo, tempo, tempo”, suona quasi come un’implorazione, una ricerca incessante di autenticità in un mondo fatto di distrazioni. Qual è il tuo personale rapporto con il tempo e come influenza il tuo percorso artistico?

<<⁠Il rapporto con il tempo è qualcosa che un po’ mi spaventa ma che allo stesso tempo mi affascina. Mi spaventa pensare a quanto siamo limitati da questa risorsa, quanto ci sfugga velocemente. D’altro canto, il tempo mi ispira in un modo quasi creativo, perché è proprio nella sua scarsità che trovo la spinta a dare il massimo. Ogni attimo, ogni secondo diventa prezioso, e forse proprio per questo cerco di viverlo con autenticità. A livello artistico il tempo influisce profondamente, sia come concetto che come esperienza quotidiana. La consapevolezza della sua fugacità mi spinge a cogliere ogni momento creativo e mi fa agire con determinazione. In definitiva, il tempo non è solo un elemento da cui dipendere, ma anche una risorsa che mi spinge a esplorare e sperimentare>>.

La tua musica ha già conquistato il pubblico grazie a brani come Arcobaleno, Bonsai, Diadora e Aquiloni, diventati virali sui social. Quanto è importante per te il linguaggio digitale nella diffusione della tua arte e nel dialogo con il pubblico?

<<⁠Il digitale ha cambiato radicalmente il modo in cui ci relazioniamo con la musica e con il pubblico. È una piattaforma incredibile che offre la possibilità di entrare in contatto con persone da tutto il mondo, di condividere emozioni e pensieri in tempo reale. Per me i social sono un modo per connettermi direttamente con chi ascolta la mia musica e per capire come le canzoni vengono percepite. Non è solo un mezzo per farsi conoscere, ma un vero e proprio spazio di dialogo dove possiamo crescere insieme>>.

Dopo quattro anni di silenzio discografico, torni con un pezzo potente e significativo. Possiamo aspettarci un nuovo progetto più ampio, magari un album, o Tempo segna una nuova fase di sperimentazione musicale per te?

<<Tempo segna sicuramente un punto di partenza per una nuova fase artistica. Sono stati anni in cui ho sentito la necessità di esplorare nuove sonorità, nuove sensazioni e quindi sì, Tempo è un po’ il primo capitolo di un percorso che si sta sviluppando. Sto lavorando a nuove idee e a nuove canzoni. Quindi, sì, un album potrebbe essere una possibilità, ma voglio che ogni pezzo sia autentico e significativo, come è stato per Tempo>>.

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