Carlo Pontevolpe: “mi sento molto fortunato” – intervista

Carlo Pontevolpe: "mi sento molto fortunato" - intervista

Abbiamo intervistato Carlo Pontevolpe, un cantautore che con Vi Voglio Bene ci spalanca le porte di casa, ma soprattutto quelle del cuore. In un mondo che spesso ci chiede di essere perfetti, lui sceglie di raccontare l’imperfezione più autentica: quella dell’amore tra un padre e i suoi figli, fatta di gesti, silenzi, inciampi e ripartenze. La voce di Carlo Pontevolpe, calda e sincera, ci guida in un viaggio tra le paure e la dolcezza della genitorialità, tra note che sfuggono alle regole e parole che restano dentro. Abbiamo raggiunto Carlo Pontevolpe per un’intervista esclusiva, un dialogo intimo, profondo e necessario.

Il tuo brano “Vi Voglio Bene” è un atto di amore, ma anche di debolezza. In un’epoca in cui l’incertezza e la paura di sbagliare sembrano soffocare il gesto puro del sentire, credi che la genitorialità sia un destino o una scelta? E quanto di questa consapevolezza ha influenzato la tua scrittura?

<<Credo che la genitorialità sia una benedizione perché come molte cose (se non tutto) non dipende solo da noi. Certamente c’è una parte di scelta consapevole che non è scontata e che è saggio ponderare. Personalmente, mi sento molto fortunato.
Senza essere genitore, mi sento di dire che non sarei riuscito e probabilmente non avrei sentito l’esigenza di scrivere questa canzone, così personale e così intima, ma anche universale>>.

Nella tua canzone si avverte una tensione tra il bisogno di lasciare un segno e l’inevitabilità dell’errore. Come artista e padre, pensi che l’amore sia più forte nella sua dichiarazione o nei suoi silenzi, nei gesti ripetuti o negli inciampi inconfessabili?

<<Per me contano molto i gesti affettuosi. Come ho scritto nella canzone, “l’affetto non deve mancare mai”, è un po’ il mio modo di comunicare con i miei figli ma anche con le persone care in generale. Sono fermamente convinto che un abbraccio, un bacio, una carezza comunichino molto più di tante parole>>.

La struttura atipica di “Vi Voglio Bene” sembra ricalcare il ritmo irregolare della vita, lontano dalle simmetrie rassicuranti del pop. C’è un intento filosofico dietro questa scelta, una sorta di resistenza alla prevedibilità della forma, così come della condizione umana?

<<È un bel parallelismo a cui non avevo pensato, quindi grazie. Detto onestamente, è stata una scelta consapevole dettata da una piccola “sfida” con me stesso. Avevo pubblicato un brano, “Le Opportunità”, che aveva proprio la tipica struttura pop e anche le demo che avevo pubblicato prima del singolo avevano questa stessa struttura. Volevo misurarmi con qualcosa di diverso quindi sono partito da questa consapevolezza ma poi mi sono lasciato trasportare dalla musica per cercare la progressione di accordi, la melodia e persino il testo che raramente scrivo prima razionalmente, bensì cerco di “catturare” nella melodia. Volendo citare un grande paroliere, Mogol, “il testo è già contenuto nella musica”, io sono perfettamente d’accordo>>.

Nel videoclip del brano, il disordine della quotidianità diventa metafora di un’esistenza autentica. È possibile, secondo te, trovare una bellezza duratura nella precarietà e nell’imperfezione, oppure siamo condannati a cercare un equilibrio che sfugge sempre di mano?

<<Bellissima domanda. Sono consapevole delle contraddizioni della razza umana, sempre alla ricerca del controllo, dell’equilibrio, della cosiddetta perfezione, ma anche spinta da un istinto che invece è figlio del “caos” della natura che poi tanto caos non è. Credo che prima o poi, un po’ tutti impariamo cos’è davvero importante e cosa è, diciamo, trascurabile. Se pensiamo all’essere genitori, meglio avere la casa in disordine ma sapere che i tuoi figli sono lì e stanno bene a giocare piuttosto che avere la casa perfettamente in ordine con i tuoi figli relegati in un angolo, tristi, o in un ospedale o peggio.
Il mondo, in natura, è già in perfetto equilibrio, a volte confondiamo il controllo con l’equilibrio>>.

Progetti futuri?

<<In questi giorni sono impegnato nella produzione del prossimo singolo con il mio producer (The Leaf) e sto scrivendo un pezzo soul che è già in fase molto avanzata di scrittura, idea nata dalla volontà di misurarmi con qualcosa di raffinato e meno pop. Il masterplan è quello di continuare a pubblicare singoli, sperando prima o poi di essere notati da qualcuno che voglia supportare il mio progetto che per ora sto autofinanziando da solo. Grazie per questa opportunità e complimenti per le domande, davvero profonde>>

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