Giuseppe Cucè, il nuovo singolo “La Mia Dea”, intervista: “potrei dire di avere un’anima BOSSA NOVA, sono profondamente affine alle sonorità del sud del mondo pur essendo al contempo Pop, amo le contaminazioni elettropop interpretandole a mio modo”

Giuseppe Cucè

Giuseppe Cucè, artista viscerale e trasversale, nato a Catania, classe 1972, fin da piccolo coltiva il sogno della scrittura ma soprattutto della musica.

Durante la sua carriera ha collaborato con diversi musicisti, tra i più fedeli il produttore artistico Riccardo Samperi, il percussionista Francesco Bazzano, i chitarristi Antonio Masto, ed Edoardo Musumeci, Marcello Leanza ai fiati, Alessandro Longo al Violoncello, Adriano Murania Violino.

Nel 2008 inizia a collaborare con la TRP MUSIC di Riccardo Samperi, ed è da questa collaborazione che nasce il cd La Mela e il Serpente, un album che sarà espressione assoluta dell’anima Saudade dell’artista. L’album viene anche pubblicato dalla EDINA MUSIC, etichetta Parigina fondata da Yvon Chateigner. Il tour di presentazione dell’album appena pubblicato darà al cantautore Catanese la possibilità di esibirsi nei più importanti teatri Parigini. (Le Trianon, L’Alhambra, Le Petit Saint Martin).

Dopo “Di estate non si muore” arriva “La mia Dea” il nuovo singolo di Giuseppe Cucè disponibile sulle piattaforme digitali dal 30 dicembre 2022 e in rotazione radiofonica dal 13 gennaio 2023. Abbiamo raggiunto Giuseppe Cucè per un’intervista densa di novità.

Quali sonorità influenzano la tua musica?

Potrei dire di avere un’anima BOSSA NOVA, sono profondamente affine alle sonorità del sud del mondo pur essendo al contempo Pop, amo le contaminazioni elettropop interpretandole a mio modo. Ho attraversato diversi stili durante il mio percorso alla ricerca del mio personale, pian piano sto mettendo a fuoco il mio modo di interpretare le parole che scrivo. Le parole riflettono un suono sempre più chiaro e nitido e partendo da esse la mia musica prende forma.

Qual è la genesi del brano “La Mia Dea”?

La mia Dea è sempre esistita nell’abbraccio tra una madre ed un figlio, è sempre stata lì ad aspettare di essere sottolineata, nel rapporto biunivoco tra madre e figlio esiste un mondo da raccontare, da comprendere e sviscerare, partendo da mio rapporto con mia madre ho cercato di tradurre queste emozioni, per chi ha avuto il privilegio di provarle e anche per chi è ancora alla ricerca di questo sentimento, per chi lo ha perduto prematuramente e vuole riscoprirlo per poi fissarlo come punto di partenza della propria crescita personale.

Cosa puoi raccontarci del videoclip del tuo nuovo singolo?

Il video è stato girato da Giovanni Mazzarà e diretto da Nanni Musiqo all’oasi del Simeto, una bellissima riserva naturale appena fuori Catania, è stato girato in due giorni, ricordo quelle giornate di dicembre con un inverno ancora da abbracciare ed un autunno alle prime armi. Il cielo grigio e qualche folata di vento ancora caldo sembravano già la scenografia giusta sussurrata tra le parole della canzone, un’automobile vintage che mi accompagna verso una meta ancora da raggiungere, un viaggio che inizia semplicemente dall’abbraccio e il saluto di chi ti ama incondizionatamente, La mia Dea, la tu, la vostra. Una metafora perfetta che spiega perfettamente l’importanza di chi ti conduce alla vita e ti presenta la mondo. 

Qual è il motto che sposi più assiduamente?

VIVI E LASCIA VIVERE…

Progetti futuri?

La Mia Dea è la prima tappa di una trilogia di brani con un comune denominatore, il viaggio per la comprensione di sé stessi, restate in ascolto!

 
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